LA NUOVA VENEZIA
11 ottobre 2013
«Tav, sprecati otto milioni per il tracciato litoraneo»
Il Pd chiede l’intervento della Corte dei Conti dopo
la bocciatura del percorso Legambiente contro la Regione: «Fuori i soldi
per potenziare la linea ferroviaria»
«I soldi pubblici che il governo regionale ha sprecato ammontano a
otto milioni di euro. E tutto per colpa di un giro di valzer sul
tracciato della Tav Venezia-Trieste che Lega e Pdl avevano il dovere di
risparmiarci. Intervenga la Corte dei Conti». Adesso che il tracciato
litoraneo è finito in un cassetto, è l’ora delle polemiche per gli
ingenti costi sostenuti per la progettazione di un’ipotesi avversata a
furor di popolo.
Nell’occhio del ciclone c’è la giunta regionale,
attaccata sia dal Partito Democratico che da Legambiente. «L’aver
voluto insistere, a partire dal 2006, sull’ipotesi della linea del mare
ha comportato una spesa di progettazione con soldi sia provenienti
dall’Europa (tre milioni) sia con i cinque milioni di fonte statale, di
cui tre anticipati dalla Regione stessa», attaccano i consiglieri
regionali Bruno Pigozzo e Lucio Tiozzo. Gli esponenti democratici
ricordano le tante sollecitazioni giunte in questi anni per far cambiare
idea alla Regione. «Adesso che la giunta ha approvato, con drammatico
ritardo, la delibera che sancisce il passo indietro dal tracciato
balneare», aggiungono Pigozzo e Tiozzo, «resta il danno economico.
Pesantissimo, sul quale la Corte dei conti dovrebbe far luce per non far
passare in cavalleria questo gigantesco spreco».
Dure critiche
anche da Legambiente, che chiede un impegno per andare oltre la Tav. «La
Regione ha, sistematicamente, tagliato le risorse destinate al
trasporto ferroviario», spiegano gli ambientalisti del circolo Pascutto
Geretto, «non si è investito nella Metropolitana di superficie (Sfmr).
Lo stesso orario cadenzato, tanto decantato, lo si farà a costo zero,
ovvero più treni nelle fasce diurne, anche quando servono poco, e nessun
treno nelle fasce notturne. Lo stralcio del tracciato litoraneo è un
passo, ma dobbiamo continuare a chiedere pianificazione seria che
dirotti il traffico sul ferro a scapito della gomma. Un progetto che
riconosca che l’idea di Tav è morta, che serve una ferrovia più veloce,
ma per il territorio».
Investimenti che per gli ambientalisti
saranno possibili solo con risorse pubbliche e mirate. «Voler continuare
a vendere finanza di progetto è assurdo», concludono, «i privati non
hanno messo un euro nel corridoio Milano-Napoli, chi li farebbe
investire su questa tratta “povera”? Servono invece gli 800 milioni di
euro previsti dal progetto del commissario Mainardi necessari
all’ammodernamento e potenziamento della Venezia-Trieste».
Giovanni Monforte