IL PICCOLO
25 ottobre 2013
«I sindaci favorevoli alla Tav non difendono i cittadini»
SAN GIORGIO DI NOGARO «La cosa che più ci sgomenta è che i
sindaci, anziché difendere i cittadini dagli assalti speculativi ai
loro territori, avallino candidamente progetti come la Tav e ci vengano
anche a raccontare che le popolazioni, dei loro comuni, sarebbero
favorevoli all’opera. Le popolazioni locali gradirebbero invece avere
degni rappresentanti delle istituzioni, in grado di formulare
pensieri autonomi e di buon senso, e non sindaci manipolati da
burattinai da quattro soldi». Dura la replica dei comitati No Tav
della Bassa friulana sulle recenti affermazioni dei sindaci di
Precenicco, Latisana, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio, in polemica
con i colleghi degli altri comuni, contro il potenziamento della linea
ferroviaria esistente e l’eventuale quadruplicamento delle linee
nei loro comuni, come proposto dal commissario governativo
Mainardi, dichiarando di volere portare avanti il progetto 2010 della
Tav che, secondo loro, troverebbe il consenso di quasi tutte le
amministrazioni comunali, nonché dei cittadini. «Come comitati No Tav -
precisa il portavoce Giorgio Guzzon - riteniamo assurdo un
eventuale quadruplicamento della linea ferroviaria in comuni che non
hanno lo spazio fisico per farlo, a meno che non si vogliano
demolire porzioni di paesi. Tuttavia la volontà di portare avanti il
progetto 2010 non è certamente meno assurda, infatti trova
l’opposizione di tutti gli altri sindaci. Questo spiega già che la Tav
non ha senso: porta solo sconquassi ai paesi interessati dall’opera
e chiarisce senza ombra di dubbio che l’unica soluzione possibile è
ammodernare l’esistente, ove necessario. In tutti questi anni abbiamo
svolto un grandissimo lavoro di informazione portando in Friuli i
più grandi esperti di trasporti e infrastrutture d’Italia (Ponti,
Bettini, Venosi, Cancelli, Cicconi). Tutti hanno stroncato l’opera
per due fondamentali motivi: non ci sono né passeggeri né merci per
giustificare una spesa folle di tale consistenza». «E' sufficiente -
continua - adattare con pochi interventi la linea esistente,
largamente inutilizzata, (intervenendo nei colli di bottiglia tipo bivio
San Polo) per disporre di una rete ferroviaria adeguata,
funzionale e efficiente, con risparmi enormi di denaro pubblico. Inoltre
la Tav in Friuli sarebbe solo una servitù di passaggio perenne,
con impatti ambientali devastanti, senza nessun vantaggio per la
popolazione regionale». Francesca Artico