IL PICCOLO
19 ottobre 2013
Niente fondi per la A4 Speranze appese all’aula
TRIESTE Maurizio Lupi sottolineava ieri mattina via Twitter la
proroga del “bonus mobili”, una delle varie misure contenute nella
legge di Stabilità approvata martedì dal Consiglio dei ministri. Ma
sulle infrastrutture, la competenza diretta del ministro, nessun
commento. Tanto meno, più concretamente, novità. I 160 milioni per la
terza corsia non sono stati inseriti in extremis nel testo del
governo. Se verranno recuperati, a questo punto, sarà solo nel corso
dell’iter parlamentare. L’ultima bozza della legge, perché ne
continuano a circolare pure dopo la riunione del Cdm, contiene
qualche ritocco. Pure a firma Lupi. Un dettaglio, ma in questo caso il
ministro è intervenuto sul testo approvato dal governo lì dove si
parla dell’Alta velocità Brescia-Verona-Padova e si autorizza la spesa
di 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2019 (nelle
precedente versione si faceva riferimento al 2020). Per il resto
l’articolo 4, inserito all’interno del Titolo II della manovra (“Risorse
per lo sviluppo e finanziamento di esigenze indifferibili”), è
rimasto lo stesso nelle ultime di ore di confronto in maggioranza. Della
posta per la terza corsia della A4 Venezia-Trieste non si fa alcun
cenno, così come di altre tre (il completamento della copertura
del Passante ferroviario di Torino, il collegamento
Torino-Ceres/Aeroporto di Caselle e quello ferroviario
Novara-Seregno-Malpensa) delle cinque opere «prioritarie» secondo
il principio, sin qui non concretizzato, del decreto del “Fare”. A
salvarsi è solo l’asse ferroviario Bologna-Lecce, per i cui lavori di
adeguamento del tracciato e velocizzazione Roma mette sul piatto
400 milioni nel triennio 2014-16. Tra le altre opere finanzate, il
governo inserisce la manutenzione della rete stradale Anas, la
Salerno-Reggio Calabria, il Mose di Venezia, la manutenzione
straordinaria di Rfi, la Tav a Brescia-Verona-Padova e Napoli-Bari.
Non resta ora che l’aula. Ettore Rosato, il parlamentare del Pd che
aveva ricevuto rassicurazioni dal ministro Lupi fino a poche ore
prima dell’approvazione, prende atto che non c’è altro da fare.
«Purtroppo». (m.b.)