sabato 8 giugno 2013

8e9 GIUGNO 2013 - CONTRO LE GRANDI OPERE, TUTTI A VENEZIA!


La grande mobilitazione è in arrivo e da Portogruaro ci stiamo preparando numerosi per portare a Venezia la voce di quei cittadini, movimenti, comitati , associazioni e realtà che da anni si mobilitano anche qui per un futuro di vera partecipazione cittadina sulle scelte riguardanti la loro terra.

Lo scorso 16 settembre, a Venezia eravamo assieme a tanti fratelli e sorelle in mobilitazione contro le Grandi Navi che con il loro prepotente passaggio nella Laguna inquinano, danneggiano e distruggono la più bella città del mondo proprio come la costruzione dell’alta velocità per il TAV Venezia-Portogruaro violenterebbe le nostre Comunità con centinaia di espropri, demolizioni di case e tonnellate di cemento.

Poco importa se il Grande Mostro si chiama Tav, nave da crociera, Mose, inceneritore, ecc… dietro c’è sempre l’affare per il profitto tra organizzazioni affaristico-politiche che ha caratterizzato la storia del nostro paese portando ingenti danni sociali, ambientali, finanziari e peggiorando notevolmente la qualità della nostra vita.

L’8 e 9 giugno torneremo a Venezia perché crediamo fortemente che la saldatura di tanti gruppi, comitati e cittadini a favore di una mobilità sostenibile e di un pieno sviluppo delle risorse a disposizione, sia il modo migliore per difendere i beni comuni.


Estendiamo l’invito alla partecipazione per le giornate dell’ 8 e 9 giugno anche a tutte quelle realtà cittadine che ogni giorno si spendono contro il proliferare degli inceneritori nel portogruarese,  per la difesa della Valle Vecchia dalla costruzione di un mega villaggio turistico,  per un futuro libero dalle mafie e dalle guerre, per la difesa dell’ambiente e dei suoi abitanti!

RIPRENDIAMOCI IL FUTURO! 

Foto manifestazione:


sabato 1 giugno 2013

«Tav, il Nordest non può aspettare»

01 giugno 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
Infrastrutture
Industriali in pressing sul governo
«Tav, il Nordest non può aspettare»
Rilanciato il project fino a Padova. «E oltre Venezia potenziare l’esistente». Documento dei presidenti di Veneto, Friuli e Trentino: «Le imprese ne hanno estremo bisogno»
VENEZIA – Fino a qualche anno fa poteva sembrare impensabile. Tre presidenti di Confindustria - il veneto Roberto Zuccato, il friulano Alessandro Calligaris e il trentino Paolo Mazzalai - che si riuniscono e firmano un documento per eliminare - almeno questo - i passaggi a livello e le strozzature da una linea ferroviaria. E invece è andata proprio così. Il deficit infrastrutturale del Nordest è ormai un cruccio così grosso per le imprese che cercano di competere sui mercati internazionali, che anche velocizzare un po’ la linea ferroviaria tra Venezia e Trieste darebbe respiro a un tessuto produttivo obbligato a confrontarsi con una linea ferrata realizzata circa un secolo fa. «Le nostre regioni rappresentano un corridoio fondamentale per l’Est e per l’Europa centrale. E con lo sviluppo del sistema portuale saranno punto di riferimento anche per il Mediterraneo », dice Zuccato, ricordando che «le infrastrutture del Nordest servono a tutto il Paese e anche all’Europa ».
Come ricorda sempre il delegato di Confindustria Veneto ai trasporti, FrancoMiller, infatti, le imprese del Nordest pagano il trasporto delle merci tra il 6 e l’8% in più rispetto alle loro concorrenti tedesche, austriache e francesi e per questo, se non si interviene subito con un ammodernamento delle vie esistenti, c’è il rischio concreto che il sistema produttivo perda ancora terreno, con conseguenze pesanti sull’occupazione. Anche per questo, per la prima volta, le tre Confindustrie hanno formalmente deciso di prendere una posizione comune da presentare al più presto in sede nazionale ed europea, nella speranza che almeno questo - dopo che la richiesta al governo di avere un sottosegretario alle Infrastrutture proveniente da quest’area territoriale era stata respinta, con la nomina del viceministro Vincenzo De Luca (Campania) e dei due sottosegretari Erasmo D’Angelis (Lazio) e Rocco Girlanda (Umbria) - venga preso in considerazione dall’esecutivo, visto che, scrivono i tre leader degli industriali nel documento, «il Nordest si sente poco compreso nelle esigenze che lo riguardano e nelle ricadute che da questi investimenti potrebbero derivare per l’intero Paese». Per Zuccato, Calligaris e Mazzalai «non è stato dato in alcun modo seguito concreto agli impegni pubblicamente presi e ribaditi da parte del passato governo».
Per questo gli industriali si sono nuovamente detti pronti ad anticipare con capitali privati i soldi necessari per la realizzazione della tratta dell’Alta capacità tra Brescia e Padova - che diventerebbe così il primo project financing per una ferrovia mai realizzato in Italia - e hanno ribadito l’importanza di procedere al più presto con l’eliminazione dei colli di bottiglia che impediscono ai convogli di superare i 150 km/h lungo la tratta che da Mestre porta a Ronchi dei Legionari (Trieste). «Con 750-800 milioni di euro possiamo eliminare i passaggi a livello e i rallentamenti che rendono la linea non competitiva e andare subito incontro alle esigenze delle industrie», spiega il commissario all’Alta capacità Bortolo Mainardi, il cui progetto è stato accolto in toto dai tre leader degli industriali. Questo perché, a voler essere realisti, l’attesa che il progetto Tav si estenda anche alla Venezia-Trieste rischia di essere eterna. Meglio procedere con un intervento meno ambizioso ma più facilmente realizzabile. Anche le resistenze in Regione, di chi inizialmente indicava come soluzione alternativa una tratta litoranea (quindi più funzionale alle spiagge ma distante dagli attuali binari), sembrano cadute, visto che i fondi a disposizione dei progetti sono sempre più limitati e realizzare un tunnel ferroviario - come richiederebbe il progetto di litoranea - costa circa 50 milioni di euro al chilometro.
«Tutte queste cose al ministero le sanno - conclude Mainardi - Da quando sono stato nominato faccio una relazione mensile sui progressi dall’alta capacità. A breve incontrerò anche il ministro Lupi per definire i passaggi successivi». A sentire Mainardi, infatti, con meno di un miliardo di euro la linea tra Venezia e Trieste diventerebbe competitiva e sarebbe pronta, nell’arco di una decina d’anni, a essere quadruplicata per accogliere le merci che verranno smistate dal sistema portuale di Ravenna, Venezia e Trieste.