martedì 4 marzo 2014

Bombe in un'azienda che produce macchinari per costruire la Tav

IL GAZZETTINO DI VENEZIA
Martedì 04 Marzo 2014
Bombe in un'azienda che produce macchinari per costruire la Tav.
Fallito l'attentato alla Ncb di Torre di Mosto, che ha un appalto per la Val di Susa. Trovate scritte contro la linea ad alta velocità.

di Monica Andolfatto
TORRE DI MOSTO - Ordigni incendiari applicati a due grosse trivelle situate nel piazzale esterno di un’azienda che opera nel settore delle attrezzature per fondazioni speciali. Non sono esplosi, forse a causa della pioggia incessante che con ogni probabilità ha danneggiato l’innesco.
È successo a Torre di Mosto, nel Veneto Orientale alla NCB, Nuova Costruzioni Brunello scrl, impresa specializzata nella produzione di macchine perforatrici utilizzate in cave e miniere. Ma anche per costruire gallerie e trafori come quelli necessari alla realizzazione dell’Alta velocità. E sarebbe proprio questo lo sfondo su cui inquadrare l’attentato fallito dato che la NCB risulta parte attiva nei cantieri in Val di Susa con diversi macchinari noleggiati dalle ditte che si sono aggiudicate i lavori della contestatissima linea ferroviaria.
Da quanto risulta infatti ci sarebbe anche una sorta di rivendicazione precisa collegata al ritrovamento non lontano dalla sede della NCB di scritte inneggianti la lotta contro la Tav. La scoperta dell’incursione, compiuta in questo fine settimana funestato del maltempo, ieri mattina attorno alle dieci da parte di un operaio che ha immediatamente avvertito i titolari e quindi le forze dell’ordine. Sull’episodio stanno indagando carabinieri e Digos e se il nesso con i NoTav venisse comprovato, si potrebbe addirittura parlare di un salto di qualità della protesta nel veneziano finora confinata nell’ambito di proclami scritti fioccati nelle ultime settimane sia a Venezia centro storico che a Mestre.

Le bombe, situate su impianti dismessi, erano composte da quattro bottiglie da un litro e mezzo riempite con liquido infiammabile e collegate con fili di rame a un dispositivo tipo timer, che come detto non è scattato. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e inviato ai Ris per analizzare componenti e rilevare eventuali tracce utili all’identificazione di chi li ha assemblato le maximolotov o chi le ha installate. Un’azione tutt’altro che improvvisata portata a termine da persone esperte nel maneggiare e fabbricare congegni dal potenziale esplosivo non certo irrilevante, ma pure informate, visto che il nome della NCB è conosciuto per lo più solo dagli addetti ai lavori.
Nel pomeriggio si sono susseguiti i sopralluoghi e le aree prese di mira dagli attentatori sono state transennate per permettere eventuali ulteriori rilievi scientifici in assenza di contaminazioni esterne. La scelta di collocare gli ordigni su macchine operatrici inutilizzate da tempo fa ipotizzare la pista di un’azione dimostrativa eclatante senza alcuna finalità di danneggiare l’attività imprenditoriale o peggio ferire qualche dipendente.