domenica 28 aprile 2013

BISCIONE ITINERANTE tour!


Una foto a raggi x per guardare oltre la maschera del “normale treno su semplici binari”.
La mancanza di un vero dibattito pubblico che entri nel merito della questione sul Tav Venezia-Portogruaro ha fatto si che sull’argomento regnino sovrane disinformazione e confusione.
Il “Biscione Itinerante” partirà a fine Aprile 2013 e attraverserà in lungo e in largo i territori interessati dal progetto Tav Venezia-Portogruaro per essere a contatto diretto con la gente, offrendo a tutti un’occasione di vera informazione per porsi domande, dubbi e interrogazioni su ciò che è già iniziato a succedere nelle nostre comunità.
Come gruppo No Tav Portogruaro siamo da sempre impegnati in prima linea per la promozione di iniziative pubbliche volte a fare informazione, dibattito, confronto, scambio di idee e opinioni.
Proprio perché consideriamo la corretta informazione un elemento imprescindibile affinché ogni cittadino possa partecipare attivamente alla vita sociale e politica del territorio e del proprio futuro come soggetto critico e non come subordinato vincolato a decisioni rispetto alle quali non ha avuto alcuna voce in capitolo proponiamo a tutte le associazioni, comitati, gruppi parrocchiali, partiti, centri sociali, culturali, di aggregazione e alle varie realtà presenti nel territorio di ospitare all’interno delle proprie iniziative il “Biscione Itinerante”.

Caratteristiche tecniche:
Materiale in pvc con ugelli per consentire di appendere facilmente lo striscione
Lunghezza 5,50metri, larghezza 1,15metri

Contenuti dello striscione:
Disegno di un treno ad alta velocità con dati e numeri riguardanti il progetto Venezia-Portogruaro

Disponibilità:
Da fine aprile 2013

Certi che tale iniziativa possa essere da Voi gradita, attendiamo Vostro riscontro e porgiamo Distinti Saluti.

GRUPPO NO TAV PORTOGRUARO
Recapiti per contatti:
Anna: 3469455167
mail:controlatav@libero.it

venerdì 26 aprile 2013

Chisso a Serracchiani «Sulla Tav inizia male pensi alla terza corsia»

26 aprile 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
POLITICA E INFRASTRUTTURE
Chisso a Serracchiani «Sulla Tav inizia male pensi alla terza corsia»
Veneto e Friuli, già tensioni: «Avanti con i project»
VENEZIA — «Se il buon giorno si vede dal mattino, allora ci attendono pessime giornate con la nuova presidente Serracchiani, che evidentemente considera il Veneto alla stregua di un protettorato del Friuli Venezia Giulia, per cui lei mette bocca su tutto per tutti. Beh, mi spiace deluderla: per i veneti decidono i veneti. Abbiamo già lottato strenuamente con Roma, in questi anni, non vorremmo doverci guardare le spalle anche dai vicini di casa». L’assessore alle Infrastrutture Renato Chisso è furibondo («Serracchiani è appena stata eletta, non ha ancora mossa un dito in Regione e si permette di dar lezioni?»), l'intervista rilasciata al Corriere del Veneto dalla neo governatrice ha rischiato di mandargli di traverso il 25 aprile. Serracchiani dice che per colpa del Veneto, ed in particolare della sua insistenza sul «tracciato balneare », si è perso tempo nella costruzione della Tav tra Venezia e Trieste. «I tracciati non c’entrano nulla, la Tav è bloccata perché mancano i fondi. Lo Stato non ha soldi. Prova ne sia che prima della Venezia-Trieste, su cui potremmo pure discutere visto che per il Veneto è altrettanto interessante lo sbocco a Nord, verso Vienna, il governo deve sciogliere il nodo della Verona-Padova che è, in una parola, ferma».
Lei insiste sul tracciato lungo le spiagge? «Voglio che l’Alta Capacità/ Alta Velocità si faccia e sono aperto a qualsiasi soluzione. So che il commissario Mainardi sta lavorando sull’affiancamento alla linea esistente (Serracchiani è favorevole, ndr.), un’ipotesi che ha però di fronte a sé un ostacolo che mi pare insuperabile, vista la scarsità di risorse: come verrebbero bypassati i paesi attraversati dall’allargamento dei binari? Dove si troverebbero i soldi per le gallerie? Oppure pensano di sventrare i centri abitati? Come si vede il problema è complesso e si risolve con difficili mediazioni, non con battute estemporanee come quelle della presidente».
Che chiede la sponda del Veneto quando si tratterà di batter cassa a Roma per la terza corsia della A4… «Siamo interessanti alla terza corsia e siamo pronti a dare una mano. Sono curioso, però, di vedere come si comporterà Serracchiani, che è sempre stata contraria al commissario: ora il commissario è lei. Sarà coerente con le sue idee oppure cambierà rotta all’improvviso? ».
Il clima non sembra dei migliori sull’asse Venezia- Trieste. La competizione tra i due porti è destinata ad acuirsi dopo la sconfitta di Tondo? «Stiamo dando attuazione all’accordo Napa sui porti dell’Alto Adriatico, che mi pare stia funzionando per il bene di tutti».
I 100 milioni spostati in Finanziaria dal Mose al porto anno scatenato l’ira dei competitor. «Che posso dire, sono l’assessore del Veneto, penso al bene di Venezia».
Tornando per un attimo sui binari, si deve perdere ogni speranza di vedere in funzione il sistema metropolitano Smfr? «I lavori proseguono senza sosta, basta leggersi le delibere. Abbiamo chiuso con Rfi l’accordo sull’orario cadenzato, tra giugno e settembre arriveranno i nuovi convogli… ».
Ma a giugno non doveva partire il servizio cadenzato? «E’ slittato tra settembre e novembre».
Mercoledì ha presentato i nuovi costi standard per il trasporto su gomma e su acqua. Cosa cambierà? «Ci permetteranno di ridurre l’impatto del taglio del budget, rendendolo di fatto ininfluente agli occhi degli utenti. Non ci saranno sforbiciate alle linee. Con la revisione dei servizi minimi prima e delle tariffe poi e con l’introduzione dei costi standard abbiamo messo mano ad un sistema di finanziamento sostanzialmente bloccato dal 1996, anno a cui risalivano i dati sulle percorrenze, dando a ciascuna azienda certezza sui fondi che le spettano».
Questo metterà fine alla guerra tra province? «Restano ancora delle perplessità da parte del Comune di Venezia ma troveremo un accordo».
Intanto le autostrade si svuotano. Ha ancora senso continuare a costruirne, dalla Pedemontana alla Nogara Mare passando per la nuova Valsugana e la Valdastico Nord? «Dio ci scampi da un ragionamento del genere, ci riporta indietro di vent’anni, alle opere bloccate per legge. La crisi, e con essa la riduzione dei flussi di traffico, non sarà infinita e quando l’Italia ripartirà non possiamo farci trovare impreparati. Sarebbe catastrofico ».
E le opere, nonostante le inchieste, si devono sempre fare in project financing. «Se si vogliono fare, sì. Altrimenti mi dicano dove trovare i soldi».
Ultima domanda: chiederà al suo segretario regionale, Silvano Vernizzi, di rinunciare ad alcuni degli incarichi che ricopre, come le chiede da tempo l’opposizione? «No. Silvano è l’uomo del Passante, un tecnico tra i migliori in forza alla Regione. Ce lo invidiano tutti e qui c’è gente che passa il tempo ad attaccarlo. Da non credere».
Marco Bonet

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giovedì 25 aprile 2013

«Sulla Tav Chisso ha perso tempo»

25 aprile 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
L'INTERVISTA
Serracchiani, il nuovo Friuli accusa
«Sulla Tav Chisso ha perso tempo»
La neo governatrice Pd parla dei rapporti tra le due regioni e non risparmia frecciate. I piani per Euregio, porti, turismo: «Adesso incontro Zaia»
VENEZIA — Duemila voti che cambiano tutto. Il governo regionale del Friuli Venezia Giulia che con Debora Serracchiani muta radicalmente colore politico e i rapporti con le regioni confinanti, soprattutto il Veneto.
Presidente Serracchiani, ora che gli equilibri sono diversi come cambierà il coordinamento sulla Tav?
«In meglio visto che finora un vero coordinamento è mancato con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La causa è dovuta all'insistenza del vostro assessore Renato Chisso sul tracciato Venezia-Trieste sulle spiagge. Ma la Tav, per come l'abbiamo conosciuta, non esiste più: dobbiamo puntare sul possibile, cioè sulla quadruplicazione della linea ferroviaria e sull'eliminazione dei colli di bottiglia».
E sulle altre grandi infrastrutture come, per esempio, la Terza Corsia?
«La terza corsia è un punto dolente per il Friuli Venezia Giulia. Le scelte della giunta di centrodestra appena caduta hanno determinato uno stallo preoccupante. Penso che sia interesse anche del Veneto avere collegamenti stradali più efficienti anche verso Est, per cui quando tratteremo col governo per il cofinanziamento dell'opera, confido che troveremo sostegno a Palazzo Balbi».
Trieste e Venezia però non collaborano. Sono spesso in competizione tra loro anche sul traffico portuale.
«Rubarsi i traffici è uno spreco di risorse. Nel mondo globale bisogna lavorare su un progetto comune e iniziare a specializzarsi per mettere sul mercato tutta la portualità dell'Alto Adriatico. Per ragioni diverse, finora non è accaduto. Lavorerò perché si vada in questa direzione, a beneficio comune».
Alcuni Comuni veneti vogliono passare al Friuli perché vedono un vantaggio nella Regione a statuto speciale. Verranno accolti?
«Non faremo campagne acquisti. Sta alle popolazioni decidere cosa fare, seguendo un iter non breve che termina in Parlamento. Ma finora non mi sembra ci sia una fuga di massa, anzi direi che i casi sono pochi e circoscritti».
A proposito della specialità. La proposta di una Macroregione del Nord che permetta a Regioni come il veneto di tenere il 75% delle tasse come viene vista?
«Non c'è nessun bisogno di creare ulteriori livelli di intermediazione con Roma, che sarebbero anche improbabili dal punto di vista costituzionale. Pensiamo a collaborare sul serio, con gli strumenti che ci sono, a livello di accordi interregionali ed europei».
Come l’Euroregione?
«Anche. L'Euroregione ha un ruolo strategico nel mettere a sistema un’intera area per permetterle di crescere. È un’opportunità, ma in questi ultimi anni il progetto si è appannato».
Le categorie del turismo sono inferocite perché pagano la tassa di soggiorno, mentre i friulani non devono grazie al sostegno della Regione che ha i fondi della specialità. Che cosa dice agli albergatori veneti?
«Dico che i Comuni non hanno l’obbligo di applicare la tassa di soggiorno. La specialità non c’entra, tant'è vero che neanche la Basilicata l'ha applicata».
Il Veneto è la regione più bersaniana d'Italia. Com'è il rapporto con il Pd Veneto?
«Il Partito democratico, nel suo insieme, è davvero federale, ma su determinati temi d'interesse comune a partire dalle infrastrutture abbiamo un rapporto di collaborazione e una strategia che anche nelle sedi istituzionali ha portato a iniziative convergenti».
Un’ultima cosa. Conosce Luca Zaia? Che ne pensa?
«Non lo conosco personalmente. Ma, come presidente del Veneto, è uno dei primi presidenti di Regione che mi propongo di incontrare».
Al.A.

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sabato 20 aprile 2013

«Tav, Zaia spieghi quali progetti vuole»



20 aprile 2013
LA NUOVA VENEZIA 
«Tav, Zaia spieghi quali progetti vuole» 
Tav Venezia-Trieste: dopo l’accordo Regione-Ferrovie che rilancia il progetto, il Pd chiede l’audizione del governatore Zaia davanti alla commissione trasporti. La richiesta è stata formulata, insieme ad altri consiglieri, dal vicepresidente della commissione Bruno Pigozzo. «Come può Zaia sottoscrivere il protocollo d’intesa tra Veneto e Ferrovie, dove è scritto che rinnova l’impegno a considerare prioritario il completamento dell’asse ferroviario interessato dal Corridoio 5, se a dieci mesi dal mandato ricevuto dal Consiglio regionale non ha ancora prodotto alcun atto amministrativo che dica no al tracciato basso?» chiede Pigozzo. Il consigliere regionale democratico ricorda i contenuti della mozione approvata a larga maggioranza lo scorso giugno, in cui si impegnava Zaia a esprimere la contrarietà al tracciato basso nelle sedi nazionali, impegnandosi nel frattempo a trovare le risorse con Ferrovie e governo per il potenziamento della linea attuale. Il documento inoltre indicava il corridoio infrastrutturale di ferrovia e autostrada come sede più idonea per ospitare un eventuale futuro quadruplicamento, invitando il commissario Mainardi ad avviare il confronto con gli enti locali. «Perché Zaia deve ancora rispondere a distanza di così tanto tempo?», conclude Pigozzo, «perché non fa proprie le conclusioni del rapporto inviatogli a settembre dal commissario Mainardi, che confermano quanto approvato dalla mozione del Consiglio regionale? Perché continua ad assecondare la miopia politica dell’assessore Chisso? D’accordo con i colleghi consiglieri, abbiamo chiesto la presenza di Zaia in commissione trasporti per avere finalmente una risposta chiara».(g.mon.)

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venerdì 19 aprile 2013

La Regione rilancia l’Alta velocità

19 aprile 2013
LA NUOVA VENEZIA
Legambiente insorge
La Regione rilancia l’Alta velocità
La Regione rilancia il progetto della linea ad Alta Velocità-Alta Capacità (Av-Ac) Venezia-Trieste. È stata pubblicata, sul Bollettino ufficiale regionale, la bozza del protocollo d’intesa che la giunta Zaia sottoscriverà con Trenitalia per l’avvio del nuovo orario cadenzato in Veneto.
Ma nel documento, già approvato dalla giunta regionale e ora in attesa della firma con le Ferrovie, c’è anche un passaggio relativo alla contestata linea Tav Venezia-Trieste. All’articolo 7 si legge che «in ragione dell’importanza di realizzare le linee Av-Ac, nell’ambito dei contratti di programma con il governo, si rinnova l’impegno a considerare prioritario il completamento dell’asse ferroviario interessato dal Corridoio 5», con il richiamo esplicito alla tratta Venezia-Trieste. Insomma, dalla Regione un’indicazione ad andare avanti, che non è passata inosservata a sindacati e ambientalisti.
«È chiaramente una forzatura dell’assessore Chisso, sembra un’azione di giustificazione delle delibere già adottate a suo tempo da parte della giunta regionale», commentano da Legambiente Veneto Orientale, «di fronte ai tagli che si continuano a fare nei trasporti pubblici, siamo convinti che sia un contro senso voler continuare a spendere soldi, anche solo in termini di progettazione, per un’infrastruttura che non ha giustificazione. È da condannare questo volersi incaponire su un progetto, quando non ci sono né le condizioni economiche né quelle future di traffico. Almeno per i prossimi 15 o 20 anni le risposte ci sono tranquillamente nel potenziamento della tratta».
Ipotesi di cui ha già parlato il commissario Mainardi e a cui guarderebbe anche Rete Ferroviaria Italiana, almeno stando a quanto emerso in un recente convegno della Cgil in cui era stato stimato in 800 milioni di euro l’investimento sufficiente a eliminare per decenni tutte le strozzature sulla Venezia- Trieste.
«La Regione dovrebbe essere coerente. Visto che ha voluto la nomina del commissario, ora affronti la questione come l’ha suggerita Mainardi, incontrando anche il nostro consenso» concludono da Legambiente.
Giovanni Monforte

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martedì 2 aprile 2013

Cara Puppato, ecco perché il Pd sostiene la Tav Torino-Lione

02 aprile 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
L'INTERVENTO
Cara Puppato, ecco perché il Pd sostiene la Tav Torino-Lione
Nei giorni scorsi Laura Puppato, senatrice del Pd in consiglio regionale, ha partecipato insieme ad esponenti del movimento 5 stelle a una manifestazione in Val di Susa contro la nuova linea ferroviaria Lione-Torino e ha espresso la sua contrarietà alla realizzazione dell’opera. Premesso che tutte le decisioni possono essere rimesse in discussione, penso però che su un argomento tanto importante per lo sviluppo dell’Italia e così complesso sul piano tecnico e istituzionale sarebbe meglio intervenire dopo essersi bene informati. Penso in particolare alle centinaia di amministratori locali, sindaci e dirigenti piemontesi del Pd che hanno governato con competenza e buoni risultati elettorali il territorio e che si sono impegnati in prima persona, spesso subendo minacce e attentati. Per rispetto nei loro confronti sarebbe meglio evitare intrusioni in questioni che si conoscono poco.
A meno che l’attivismo della senatrice contro la Lione-Torino non sia determinato da una irrefrenabile mania di protagonismo. Infatti l’improvvisa esternazione della Puppato è in contrasto con la posizione espressa da sempre dal Pd a tutti i livelli. L’opera è stata sostenuta fin dall’inizio del lungo iter, nel 1996, dalle forze di centrosinistra e con particolare forza dai governi Prodi, dalla giunta regionale del Piemonte guidata da Merceds Bresso, dalla provincia di Torino, da molti sindaci e in particolare da quelli di Torino, Chiamparino e Fassino, entrambi del Pd. I motivi a sostegno dell’intervento sono contenuti in numerosi atti pubblici e dimostrano gli enormi vantaggi prodotti dall’opera che possono essere riassunti in pochi punti. Il progetto si colloca all’interno di una delle grandi direttrici ferroviarie europee - il corridoio Lisbona-Kiev - ed è ritenuto strategico per lo sviluppo dell’Ue. Il governo Prodi ha combattuto con successo per far passare il citato corridoio a sud delle Alpi per agganciare in modostabile l’Italia alle principali infrastrutture continentali. Oggi solo il 10% delle merci in transito da o verso la Francia viaggia su rotaia contro il 30% da o verso la Germania e il 67% da o verso la Svizzera. Ciò avviene a causa dell’assenza di collegamenti ferroviari adeguati con la Francia.
La nuova linea Lione- Torino riduce la pendenza nell’attraversamento delle Alpi dal 33 al 12,5%. Si abbassa così il costo del trasporto merci e passeggeri del 40% e si rendono più veloci i tempi di percorrenza. La riduzione dei costi per il trasporto merci rende più competitive le nostre imprese. Lo spostamento delle merci dalla strada alla nuova linea ferroviaria riduce l’inquinamento atmosferico. Ci saranno 600 mila Tir in meno all’anno: una riduzione dl 20%. La procedura seguita per decidere il percorso ha coinvolto tutte le istituzioni interessate: regione Piemonte, provincia di Torino, 87 comuni francesi e 25 italiani. La stragrande maggioranza si è espressa a favore del progetto; solo 12 comuni italiani non sono d'accordo. La realizzazione della tratta Lione- Torino produrrà un aumento di occupazione: 2.000 nuovi posti di lavoro diretti e 4.000 nell’indotto per la costruzione e 500 per la gestione. 7. L’opera è finanziata al 40% dall’Ue: 3,3 miliardi su 8,2. Trovo davvero incredibile e poco serio che, dopo anni di approfondimenti e dibattiti che hanno portato a una decisione, si possa sostenere, come ha fatto la senatrice Puppato, magari per compiacere il movimento 5 stelle o per comparire in qualche trasmissione televisiva, che Ue, governo francese e italiano e centinaia di enti locali abbiano commesso un errore e un’opera così importante possa essere bloccata e rimessa in discussione.
Alessandro Naccarato
* Deputato Partito Democratico

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