giovedì 6 marzo 2014

IL CORAGGIO DI SCEGLIERE LA PARTE GIUSTA


IL CORAGGIO DI SCEGLIERE LA PARTE GIUSTA
Grandi Opere come il ponte sullo Stretto di Messina, il MOSE a Venezia, il tunnel del Brennero e l’Alta Velocità per il TAV in tutta Italia solo per citarne alcune, fino a oggi hanno concretamente  prodotto nel nostro Paese distruzione di beni comuni e territori, abbattimento delle più elementari regole della democrazia attraverso commissari straordinari e sedicenti tecnocrati non eletti da nessuno. 
Un cocktail shakerato di imposizioni dall’alto, distruzione ambientale, aumento spropositato del debito pubblico, disinformazione, repressione e militarizzazione di comunità utile alle esigenze di precise lobby politiche e economiche ma completamente indifferente e lontano dalle reali necessità della nostra nazione. 
Un dato su tutti: la faraonica spesa pubblica dissipata dal TAV, associata alla spietata logica del profitto delle lobby affaristiche, alla mafia e a certi politici noti soprattutto alle cronache giudiziarie, ha fatto si che per realizzare solo una parte del Progetto siano stati spesi o impegnati oltre 90 miliardi di euro, tutti usciti o che usciranno dalle casse pubbliche, cioè dalle tasche dei cittadini, mentre  il trasporto pubblico locale che interessa il 90% dell'utenza è stato abbandonato a se stesso.
Lo Stato che poco e male combatte questi fenomeni è solerte nel criminalizzare chi si mobilita quotidianamente e vuole entrare nel merito della pubblica utilità dell’opera.
A noi, così, il nostro Paese non piace e proprio per questo, anche in Veneto, da anni sono nati comitati, gruppi e movimenti cittadini No Tav che con determinazione promuovono costantemente mobilitazioni e pubbliche iniziative di informazione e sensibilizzazione entrando nel merito delle questioni con esperti veri e al di sopra delle parti per denunciare le conseguenze distruttive di uno “sviluppo” errato, privo di regole e di lungimiranza.
Rinunciare a questa grande opera palesemente inutile e dannosa, priva di dati oggettivi che ne dimostri una reale pubblica utilità per il Veneto come per la Val Susa e per tutti gli italiani, consentirebbe di recuperare risorse per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, per un servizio pubblico sanitario migliore, per l’ammodernamento tecnologico della ferrovia esistente oppure per la manutenzione e messa in sicurezza degli edifici pubblici dando lavoro alle tante piccole e medie imprese in difficoltà. O per la scuola messa in ginocchio dall'ultima “riforma” che ha tagliato 8 miliardi di euro in tre anni; quasi la stessa cifra prevista come costo del TAV in versione “balneare” !!!
Decidere sul proprio presente e il proprio futuro, essere protagonisti assoluti delle scelte che riguardano l’ambiente e la salute è un diritto inviolabile che non ci faremo portare via.
Ci chiediamo cosa stia facendo la politica veneta, visto che fino a oggi da Portogruaro a Venezia compresi palazzo Balbi e palazzo Ferro-Fini, non sono mai uscite iniziative volte a creare processi di partecipazione cittadina attraverso un vero dibattito che entri nel merito nella questione Tav con dati, cifre e studi tecnico-scientifici coinvolgendo esperti e tecnici disinteressati.
Speriamo di non essere i soli a provare disprezzo verso il modello Grandi Opere inutili e dannose che produce repressione, frustrazione e violenza.