sabato 31 agosto 2013

Alta velocità, ribadito il «no» della Federazione della sinistra

30 agosto 2013
IL PICCOLO
IL PROGETTO TAV
Alta velocità, ribadito il «no» della Federazione della sinistra
No della Federazione della sinistra al progetto di alta velocità che sarà nuovamente in discussione nei prossimi giorni, prima nei consigli circoscrizionali e successivamente in consiglio comunale.
È stato ribadito in una conferenza stampa. In particolare il consigliere comunale Iztok Furlanic nel suo intervento si è collegato alla delibera votata il 28 luglio del 2012 sullo stesso tema.
Per questo la Federazione della Sinistra presenterà un unico emendamento a questa delibera in cui si chiederà di modificare il testo con “esprime parere contrario”. Legato all’esito dell’emendamento sarà il voto finale. Permanendo l’attuale dicitura il voto della FdS sarà ovviamente negativo.
I consiglieri circoscrizionali Peter Behrens e Paolo Geri hanno sottolineato alcuni aspetti più negativi del progetto che, in tempi di patto di stabilità, a causa del quale non si fanno le opere necessarie ed indispensabili, si pensa di impegnare pro futuro miliardi di euro in questa maniera. 

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martedì 27 agosto 2013

Del Bello: «Opzione zero per la Tav»

26 agosto 2012
IL PICCOLO
Del Bello: «Opzione zero per la Tav»
«Tav: opzione zero. Vincente l’ipotesi di potenziamento della linea esistente, comprensiva di previsioni di adeguamenti locali (Bivio di San Polo, curvone di Latisana, risagomatura gallerie carsiche) ove tale linea sia palesemente insufficiente».
Ad affermarlo è monfalconese Fabio Del Bello, consigliere provinciale nelle fila del Pd. Secondo Del Bello va riparametrata l’analisi multicreri inserendo inserendo tra i criteri la valutazione della frammentazione ecologica, territoriale e idraulica, rivedendo il criterio del valore percentuale dei tratti di interferenza rapportato alla lunghezza totale e rivalutando la media pesata con parametri più aderenti ai tipi di habitat (soprattutto il Carso) e al loro grado di fragilità.
Del Bello: «Ritengo la battaglia contro il progetto preliminare della nuova linea ad alva velocità e capacita ferroviaria Venezia-Trieste sostenuto dai bigpolitici degli opposti schieramenti(Illy-Sonego, Tondo-Riccardi, Serracchiani-D’Alema), vinta! Se dalla attuale Giunta regionale dovessero residuare ancora tardive speranze e soprattutto se si dovesse ancora fantasticare sul tratto ipogeo Monfalcone-Trieste, chiederò alla presidente della Regione Serracchiani un pubblico confronto a Monfalcone dove i danni della Tav sarebbero immani».
Nel frattempo nella Commissione provinciale Trasporti/Logistica, presideuta dallo stesso del Bello, ai primi di settembre saranno depositati due elaborati volti a comporre un disegno logistico di Area vasta finalizzato a dare adeguate e ragionevoli risposte al traffico passeggeri e soprattutto all’Alta capacità ferroviaria per i porti (con particolare riferimento a quello di Monfalcone considerato la principale leva di sviluppo dell’intero Isontino). 

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venerdì 23 agosto 2013

«Tav Venezia-Trieste, le criticità restano»

23 agosto 2013
IL PICCOLO
«Tav Venezia-Trieste, le criticità restano»
Via libera del Consiglio provinciale alla delibera che rafforza le osservazioni al progetto di Italferr
Restano tante le perplessità sulla linea Tav Venezia-Trieste, a fronte delle poche risposte che Italferr ha fornito nella nuova stesura del progetto: il consiglio provinciale triestino, riunitosi ieri, ha fatto propria praticamente all’unanimità una delibera che rafforza i dubbi di carattere ambientale, economico e progettuale sull’opera. L’assessore provinciale Vittorio Zollia si è espresso in questi termini: «La Provincia si era già espressa nel luglio 2012 sul primo progetto trasmesso da Italferr, evidenziando tutta una serie di criticità progettuali indicate in dettaglio nella delibera - ha detto -. La Regione ha raccolto quelle osservazioni, assieme a quelle degli altri enti locali, per trasferirle poi al ministero dei Trasporti, il quale ha valutato di portarle solo in parte davanti a Italferr». Il risultato è che nel nuovo progetto mancano molti dei riscontri richiesti nel 2012: «Ma il fatto più grave è che gli incontri avuti con i tecnici di Italferr per ripensare il tracciato nel Comune di Duino Aurisina sono stati ignorati, e che il progetto è stato ripresentato tale e quale - ha aggiunto Zollia -. Ribadiamo quindi che bisogna adeguare il tracciato alle osservazioni fatte dalle amministrazioni comunali nel 2012. Dal punto di vista trasportistico evidenziamo due aspetti: è incongruo che si ipotizzi la realizzazione di un’opera a quarant’anni da oggi, con proiezioni dell’evoluzione dei trasporti che arrivano a 15 anni. Altrettanto incongrua l’esclusione di Trieste dal percorso» come stazione di testa.
Marcello Bergamini (Sel), presidente di commissione, ha rilevato: «Abbiamo valorizzato le osservazioni sull’impatto ambientale e la forte attenzione ai pareri dei Comuni coinvolti, che noi chiediamo di tener presente. Ora i pareri e le osservazioni sono molto più forti rispetto al 2012». Sel e Fds hanno presentato un emendamento, accolto dalla giunta e inserito nella delibera, che chiede di rivoluzionare il sistema dei trasporti senza però collegare il concetto al Corridoio V o al Baltico-Adriatico. Massimo Romita (Pdl) ha sottolineato i punti critici: «Penso ad esempio alla trivellazione del monte Ermada; al tema dell’acqua, che il progetto non ha preso in considerazione e che abbiam visto creare grandi danni in altre regioni; la dispersione di fumi e polveri nell’atmosfera; la durata quarantennale dei cantieri e i disagi che da essi derivano. Per tutti questi motivi voteremo favorevolmente alla delibera». Fabio Longo dell’Idv, che avrebbe voluto una delibera ancora più dura, al momento del voto è uscito dall’aula. Il consiglio ha approvato anche una delibera che raccoglie le osservazioni, altrettanto critiche, espresse dagli uffici tecnici provinciali nei confronti del progetto di Punta Olmi a Muggia.
Giovanni Tomasin

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giovedì 22 agosto 2013

L’Alta velocità ritorna in aula Nuovo parere dalla Provincia

22 agosto 2013
IL PICCOLO
PALAZZO GALATTI
L’Alta velocità ritorna in aula Nuovo parere dalla Provincia
La Tav torna in Consiglio provinciale. Oggi alle 16.30 l’assemblea di palazzo Galatti discuterà e voterà la delibera sul nuovo parere richiesto dalla Regione in merito al progetto della linea ferroviaria Alta velocità/Alta capacità Venezia-Trieste presentato da Italferr, dopo le ultime modifiche apportate. Nel testo deliberativo, la giunta Bassa Poropat ribadisce «la valenza strategica dell’opera» e l’«assoluta urgente necessità di un intervento radicale sul sistema della mobilità per il territorio provinciale», ma nel contempo ricorda come il progetto debba attenersi alle osservazioni già formulate dalla Provincia nel 2012: le attuali integrazioni, infatti, non coincidono con quanto osservato dall’ente in particolare per l’adeguamento del tracciato alle segnalazioni dei Comuni, per il trattamento delle terre escavate quali rifiuti e per l’esigenza di tutela assoluta dei corpi acquiferi. Il documento evidenzia poi come i 40 anni previsti per realizzazione e completamento dell’opera appaiano «eccessivi» e chiede di prevedere per Trieste un ruolo «come stazione di testa». All’ordine del giorno dei lavori, anche la delibera sul Pac di iniziativa privata Punta Olmi (osservazioni nel procedimento di Vas).

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lunedì 19 agosto 2013

Scontro Cinquestelle-Serracchiani sulla Tav

19 agosto 2013
IL PICCOLO
Scontro Cinquestelle-Serracchiani sulla Tav
TRIESTE «Debora Serracchiani deve mettere subito un freno alla brusca accelerazione nella realizzazione della Tav impressa da Rfi». La richiesta, forte e chiara, arriva dal consigliere Cinquestelle Cristian Sergo, deciso a ricordare alla governatrice le promesse fatte in campagna elettorale. «Quando dicevamo che la presidente aveva copiato il programma del M5S, ma che non ci potevamo fidare, lo sostenevamo a ragion veduta - attacca Sergo -. Nel programma votato dagli elettori, Serracchiani aveva promesso di non parlare più della Tav nel nostro territorio. Poche settimane dopo l'elezione si è tornati invece a premere il piede sull'acceleratore per far ripartire questo progetto, ormai morto, in cui non credono più né i proponenti, né il commissario straordinario Mainardi, né il 60% degli elettori del Fvg che alle ultime elezioni hanno votato i programmi (di centrosinistra e del M5S) dove si diceva no all'opera e no al consumo del suolo. È con questo spirito che la presidente deve incontrare il ministro Lupi mercoledì». «Anche Rfi - prosegue Sergo - sa benissimo che quest'opera è completamente inutile per il nostro territorio, ma prova lo stesso a portarla avanti, quantomeno per rientrare dalle spese di programmazione. Infatti, nonostante gli avvisi del ministero delle Infrastrutture e l'auspicio delle parti in causa di considerare la tratta Venezia - Trieste come un solo progetto “unitario”, assistiamo ad un tentativo “estivo” di far approvare, grazie all'ennesima proroga, la tratta Ronchi -Trieste. Una tratta di una trentina di chilometri che costerà 1,7 miliardi di euro e sarà pronta (forse) non prima del 2040». Cifra che il M5S considera folle specie perchè legata alla realizzazione di un’opera del tutto inutile. «Non possiamo correre il rischio di iniziare oggi i lavori e sostenere una spesa di quasi 2 miliardi di euro, con danni elevati sul territorio per i cantieri che potrebbero restare aperti anche 12 anni in alcuni punti, per poi trovarci nell’impossibilità di proseguire l’opera verso Venezia. Serracchiani quindi - conclude - deve bloccare questa accelerazione».

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sabato 17 agosto 2013

Le “sviste” della Tav nel mirino dei sindaci

17 agosto 2013
IL PICCOLO
Le “sviste” della Tav nel mirino dei sindaci

Comuni veneti e della Bassa friulana in rivolta contro gli errori progettuali contenuti nel tracciato elaborato da Rfi nel 2010. Mossi già duecento rilievi.
di Marco Ballico
TRIESTE. A Ronchis di Latisana, questione di incoerenza progettuale, si finirebbe col demolire opere costruite per la terza corsia della A4. A Pocenia, Porpetto e San Giorgio di Nogaro il treno finirebbe su alcuni fabbricati. A Villa Vicentina “volerebbe” cinque metri sopra il sedime attuale. E a Cervignano, in uscita, servirebbe una circumnavigazione di una decina di chilometri per entrare in interporto. Errori più o meno macroscopici che i sindaci della Bassa friulana stanno correggendo sulla mappa della Tav in regione, realizzata da Rfi nel 2010. Un documento (i Comuni lo ufficializzeranno tra un mese) che già contiene una sentenza, a partire dal traffico passeggeri: stando proprio al progetto di Ferrovie l’alta velocità «non trova giustificazione». La posizione viene supportata dall’approfondimento coordinato dal consulente dell’assemblea dei Comuni, Andrea Debernardi, già molto scettico rispetto ai tempi biblici dell’opera. Così scettico che, si legge nel documento da lui siglato e condiviso all’unanimità dai sindaci, visto il quadro programmatico «poco aggiornato, oltre che frammentario» portato a supporto dell’intervento, «non si giustifica la realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità in Fvg».
Lo stop è riferito in particolare al trasporto passeggeri: i traffici non lo richiedono. Mentre «più significative – si legge ancora – risultano le prospettive di sviluppo del traffico merci». Ma, anche in questo caso, più che una linea dedicata, queste prospettive «richiedono potenziamenti volti a incrementare la potenzialità di circolazione dei “colli di bottiglia”, nonché ad assicurare raccordi adeguati con i sistemi di terminalizzazione, che includono soprattutto lo scalo ferroviario di Cervignano e il porto di Trieste». Concetti non troppo diversi da quelli che Bortolo Mainardi, commissario della Tav, ha usato per proporre un’alternativa al tragitto costiero bocciato dagli enti locali del Veneto. Ciò a cui anche il Fvg deve puntare, stando ai sindaci, è l’integrazione programmatica e progettuale non più sull’asse Ovest-Est ma sul corridoio Baltico Adriatico, «in modo da supportare gli scambi tra Italia e Mitteleuropa». Bocciata l’alta velocità, i Comuni si dicono comunque disponibili a verificare le ipotesi di rafforzamento dell’esistente. E, puntando il dito sul progetto Rfi di tre anni fa, vi infilano circa 200 rilievi. La maggior parte dei quali non riguarda una Tav non ritenuta funzionale, ma questioni più urgenti. «Lo studio, anche nei casi in cui la nuova infrastruttura si affianca all’attuale linea, non tiene conto del rumore generato dai treni sulla rete esistente – spiega Tiziano Felcher, assessore ai Trasporti di Bagnaria Arsa, capofila dell’assemblea –. Di qui la richiesta da parte di quasi tutte le amministrazioni di maggiori protezioni. Senza dover aspettare vent’anni». Oltre alle osservazioni paesaggistiche, i sindaci sottolineano in rosso le varie incongruenze di Rfi. «Nel triangolo Cervignano-San Giorgio-Palmanova – rileva Felcher – il progetto allungherebbe di molto i tempi di arrivo all’interporto. Ma mancano anche collegamenti tra lo scalo di Cervignano e l’Aussa Corno e la previsione di migliori servizi per il pendolarismo locale». In attesa di capire come le modiche del tracciato veneto influiranno su quello regionale (la prossima settimana la presidente Serracchiani incontrerà il ministro Lupi), i sindaci, a settembre, stenderanno le conclusioni di un lavoro che, di fatto, posticipa, se non cancella, la Tav concentrandosi sull’esistente. Con l’obiettivo di risparmiare, innanzitutto: i 10 miliardi ipotizzati per la Venezia-Trieste, del resto, dove si trovano? «La soluzione che prospettiamo per il nodo Cervignano-San Giorgio-Palmanova garantirebbe una linea più efficace e costerebbe un decimo di quanto previsto», esemplifica Felcher svelando il grande timore degli enti locali: che nella palude della burocrazia romana il progetto Rfi, senza “emendamenti”, passi al Cipe e diventi operativo. 

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Del Bello: «È bivio San Polo la vera priorità»

17 agosto 2013
IL PICCOLO
Del Bello: «È bivio San Polo la vera priorità»
Il presidente della Commissione trasporti provinciale dice “no” alla Tav tra Trieste e Venezia
Con il decreto “del fare” sono stati stanziati 30 milioni di euro per il potenziamento della linea Venezia-Trieste. Solo per l’adeguamento del bivio di San Polo ci vorrebbero però 100 milioni. Lo afferma il presidente della Commissione trasporti del Consiglio provinciale Fabio Del Bello, sottolineando come nello stesso tempo per la terza volta, nel giro di due anni, gli enti locali sono stati chiamati dalla Regione a esprimere un parere entro tempi strettissimi alle integrazioni del progetto preliminare della linea Av-Ac Venezia-Trieste. «Già nel suo programma elettorale - osserva Del Bello - la presidente Debora Serracchiani ha però scritto che “nel nostro territorio non parliamo più di Tav per la carenza dei finanziamenti e per l’assenza di una politica integrata nel trasporto transalpino e transfrontaliero”. In altri termini poiché né la Slovenia né le altre due nazioni coinvolte, Ungheria e Ucraina, non hanno alcuna possibilità né la volontà di dotarsi dell’Alta velocità, non ha senso spendere l’astronomica cifra di 5,7 miliardi di euro per un’opera che si fermerebbe a Opicina. La Tav di cui parliamo è del resto il modello francese - sottolinea Del Bello - e questo è l’errore tecnico fondamentale compiuto dalla politica nazionale, aver cioé voluto importare dallo Stato transalpino, diverso da noi per orografia e demografia, un modello di alta velocità che male si contestualizza in Italia e che costa tantissimo». È il modello che, però, «appunto piace a molti esponenti politici, come per esempio al senatore del Pd Lodovico Sonego che non a caso ha appena attaccato in Parlamento il Commissario per la linea Av-Ac Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi». Convintosi invece «dell’assurdità totale da ogni punto di vista della Tav tra Venezia-Trieste». Tanto da sollecitare l’accantonamento del progetto.
«Va detto che, anche in questa occasione, la Provincia, con delibera di giunta, ha espresso un netto parere contrario alle integrazioni del progetto - ricorda Del Bello -, in quanto non tengono in alcun conto di importanti richieste della Provincia e dei Comuni interessati, vale a dire l’adeguamento del Bivio di San Polo e la tutela del territorio carsico». L’Alta velocità può avere un senso e una compatibilità economica, conclude il presidente della commissione Trasporti, tra aree metropolitane popolate da milioni di persone: non è il caso del versante Adriatico nordorientale dove si deve privilegiare l’alta capacità ferroviaria per i porti.(la.bl.)  

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http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/08/17/news/del-bello-e-bivio-san-polo-la-vera-priorita-1.7592663

mercoledì 14 agosto 2013

Duino “affonda” la Tav Il sindaco: «Opera inutile»



14 agosto 2013
IL PICCOLO
Duino “affonda” la Tav Il sindaco: «Opera inutile»
Il Consiglio comunale boccia per la terza volta il tracciato proposta da Italferr «Troppi rischi per gli abitati di Ceroglie e Malchina e per le sorgenti del Timavo»
di Tiziana Carpinelli
DUINO AURISINA. «Valorizzare e potenziare i tracciati esistenti», sulla scia degli indirizzi già adottati dal commissario Bortolo Mainardi per la tratta Ronchi-Venezia: di qui non si svicola. Dopo l'incontro a Udine con Debora Serracchiani, per il sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja, non si prospettano altre soluzioni in merito alla Tav. «È in sostanza la terza volta che Italferr presenta lo stesso progetto – sottolinea –, con lacune terribili e senza neppure recepire i nostri rilievi. Un esempio? Il fatto di poter pensare che sotto il ponte di Visogliano, dove non ci passa neppure una bici, possano transitare i camion del cantiere. È ora di finirla di progettare opere inutili, quando rimettendo in funzione i tracciati esistenti si potrebbe andare avanti ancora per 30 anni». Del resto anche la massima assise di Duino Aurisina ha espresso un “no” secco alla nuova linea ferroviaria Venezia-Trieste, che rischierebbe di snaturare i centri storici di Malchina e Ceroglie, ma anche di porre a repentaglio l'approvvigionamento idrico e l'ecosistema del Timavo, fiume sotterraneo conosciuto in tutto il mondo per il suo misterioso tragitto. Infatti, con un consiglio-lampo durato mezz'ora e straordinariamente convocato ad agosto, l'unanimità dei 14 presenti ha bocciato, esprimendo parere negativo, le integrazioni allo Studio d'impatto ambientale relativo al progetto preliminare del tracciato av/ac di Italferr. Propedeutiche al voto, le analisi svolte nelle commissioni II e Capigruppo, riunite in tempi record dopo il “pasticcio” del dvd disperso tra gli uffici, che ha impedito di inserire il punto della Tav nel precedente Consiglio di fine luglio.
Gli organismi hanno valutato come «estremamente superficiale la documentazione» prodotta sull'inaccessibilità ai mezzi pesanti del ponte di Visogliano. L'unico percorso alternativo transita per Malchina e ridiscende a Ceroglie, ma «entrambe le scelte sono comunque inaccettabili per gli impatti». Di qui la richiesta di studi realistici sul traffico. Inoltre la commissione ha espresso “grave preoccupazione” per alcune omissioni. Lo studio sui pozzi di captazione per acqua potabile, ritiene il Consiglio, tralascia infatti di inserire il punto di captazione sulla foce del Timavo, usato come unico pozzo di emergenza dalla rete acquedottistica triestina. «È evidente – così il Consiglio - come tale punto di approvvigionamento idrico, e pure l'ecosistema del fiume, siano messi a grave rischio dall'opera. Altre parti della documentazione di Italferr ricordano come alcuni dei materiali utilizzati per l'opera siano altamente tossici, vedi le sostanze per l'impermeabilizzazione delle gallerie. Sui rischi di contaminazione del fiume e della falda di Brestovizza, che serve la Slovenia, si rimanda alla lettura completa della documentazione prodotta da Cucchi e altri, di cui Italferr invece produce solo stralci”. Nonostante il voto compatto, non sono mancate schermaglie. «Mi domando se sia stato giusto spendere altri soldi pubblici per la convocazione di ben due commissioni e un Consiglio – tuona Massimo Romita (Pdl) – quando si sarebbe potuto esprimere il parere prima. Altro che risparmio sulle bollette dei cellulari di servizio!».
«Se penso – ribatte Maurizio Rozza – ai costi della politica regionale, non mi preoccupo affatto di queste irrisorie spese di gettone, anzi andrebbero considerate le svariate ore prestate gratis per analizzare la documentazione. Questo Consiglio e il confronto pubblico sono stati essenziali per la democrazia».

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