sabato 21 dicembre 2013

Cargnelutti (Ncd): il tunnel sott’acqua è fantascienza

IL MESSAGGERO VENETO
21dicembre2013
Cargnelutti (Ncd): il tunnel sott’acqua è fantascienza
UDINE «Il tunnel sott’acqua per la Tav ricorda molto un racconto di fantascienza di Asimov. Il territorio e le istituzioni devono presentare progetti concreti non c’è più tempo da perdere. La proposta dall’ingegnere onorevole Antonio Cancian di adeguare la rete ferroviaria esistente sull’alta capacità-alta velocità al momento e l’unica strada percorribile, economicamente sostenibile e non impattante per il territorio. L’Europa ha indicato il percorso, sarebbe un delitto ora perdere tempo con viaggi di fantasia e non cogliere questa opportunità per il Friuli Venezia Giulia». A intervenire sul racconto presentato dall’architetto De Simone è il vice presidente del Consiglio regionale del Fvg, Paride Cargnelutti. «L’idea di De Simone – precisa Cargnelutti – per altro presentata da più parti senza fortune, senza un progetto serio di finanza è impraticabile». 

venerdì 20 dicembre 2013

Tav, c’è l’ipotesi del tunnel sott’acqua

IL MESSAGGERO VENETO
20dicembre2013
Tav, c’è l’ipotesi del tunnel sott’acqua
UDINE Boccia il quadruplicamento della linea esistente ma anche lo sdoppiamento a Mestre e l’idea di far passare l’alta capacità lungo la linea Pontebbana (come proposto dall’europarlamentare Antonio Cancian). Perché «sono ipotesi pericolose. Non è sostenibile far passare treni ad alta capacità nelle stazioni esistenti». Per Fernando De Simone, esperto in costruzioni sotterranee e referente per due delle maggiori società nella progettazione di tunnel (Tec tunnel e Norconsult, olandese la prima e svedese la seconda), la soluzione è un tunnel sottomarino – valore 5 miliardi di euro da realizzare con finanza di progetto – per trasportare da un lato le merci e dall’altro, attraverso un sistema cadenzato di metropolitana, le persone interessate a raggiungere le spiagge di Jesolo, Caorle e Lignano (collegate al tunnel con bypass). Fantascienza? Il progetto è già sul tavolo delle due regioni da un paio d’anni. «Lo abbiamo presentato anche alla presidente Serracchiani – spiega il tecnico – e riteniamo sia l’ unica ipotesi credibile». I vantaggi duplici: ambientali e di sicurezza. «Qualche giorno fa è accaduto un incidente a Marghera un convoglio che trasportava gas liquido ha preso fuoco. Ma viaggiava a 20 all’ora e il peggio è stato evitato. Cosa accadrebbe se succedesse su un treno che viaggia a 160 chilometri orari?. Una strage peggiore di Viareggio». Incendi in tunnel sotterraneo, invece, «comportano rischi solamente per chi si trova a bordo del treno merci, un paio di persone a viaggio» rivendica De Simone. L’architetto giudica inattuabili le ipotesi in galleria proposte dai progetti che puntano a lavorare sul potenziamento o rafforzamento dell’esistente «anche se potenziare la linea esistente è giusto, ma non per far passare le merci in alta capacità. In Italia la pendenza massima che può superare un treno per il trasporto merci è di 15 metri di profondità ogni 1000 metri di lunghezza. Per arrivare quindi al tunnel posizionato a circa 30 metri di profondità servirebbero due chilometri per scendere e altri due chilometri per risalire. I centri che si susseguono da Marcon a Portogruaro distano pochi chilometri l’uno dall’altro per cui, seguendo questa idea, costruiremmo le montagne russe». E poi «la velocità oraria dei treni sarebbe di gran lunga inferiore a quella attuale. I costi per la realizzazione dei tunnel vicino a circa 2000 abitazioni incalcolabili in termini di denaro e tempo». E come si trovano 5 miliardi? «L’opera si autofinanzia trasportando 30 mila mezzi pesanti al giorno – ipotizzando un costo di 50 euro a viaggio – garantirebbero di rientrare dell’investimento in dieci anni. Se poi andassimo a calcolare il flusso che sarà garantito dalla Orte-Mestre, i numeri aumenterebbero di gran lunga». Ma per far fronte ai camion si sta lavorando alla terza corsia. Opera che per De Simone «non serve. Negli Stati Uniti hanno smesso di sventrare il territorio perché si sono resi conto che aumentando le corsie non superi i colli di bottiglia. Solo noi – aggiunge – non l’abbiamo ancora capito». Martina Milia

mercoledì 18 dicembre 2013

Treni senza fermate, sale la protesta

IL MESSAGGERO VENETO
18dicembre2013
Treni senza fermate, sale la protesta
BAGNARIA ARSA «Il nuovo orario invernale delle Ferrovie delle Stato ha eliminato 11 stazioni delle 40 esistenti, esclusi i capoluoghi di Provincia in Fvg. È chiaro quale sarà il ruolo futuro dei trasporti in questa Regione: servitù di passaggio!». Sale la protesta dei pendolari e, Giancarlo Pastorutti, portavoce del Comitato No Tav Bagnaria, attacca la nuova amministrazione regionale che, «in linea con la precedente», ha proseguito nel piano di razionalizzazione del sistema di trasporto su rotaia sospendendo 11 fermate, per velocizzare e ridurre i tempi di viaggio, invece di investire sul miglioramento e il potenziamento delle linee ferroviarie locali. «Inoltre - spiega, ricordando i disagi dei pendolari - a causa di incapacità gestionale i nuovi treni, acquistati dalla Regione un anno e mezzo fa, dovranno aspettare ancora prima di essere utilizzati. E’ sicuramente importante che un treno sia veloce, ma lo è altrettanto che non si fermi per guasto o per qualche millimetro di ghiaccio e neve, che sia pulito, che gli utenti vengano tempestivamente avvisati di modifiche o cambiamenti e che il servizio venga gestito in modo efficiente. Il numero esiguo dei passeggeri ha causato la razionalizzazione del servizio, ma chiudere alcune stazioni è certamente la soluzione più banale per offrire un servizio di trasporto pubblico efficace. Il cittadino sarà ora costretto a scegliere tra l’autobus e il proprio mezzo (in crescita gli abbonamenti, ndr), questo in entrambi i casi aumenterà il traffico, dimenticando i parametri della Ue che si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 20% entro il 2020 e dell’80-95% entro il 2050». «Sulla linea ferroviaria Cervignano–Udine - continua Pastorutti - al momento sono state eliminate tutte le fermate tranne Palmanova. Che senso ha allora pensare al raddoppio quando questa linea è utilizzata solo al 30% del suo potenziale nonostante sia a binario unico? Viene definita “collo di bottiglia”, a indicare una restrizione reale o virtuale, di un qualcosa che genera un rallentamento e serve gli scali “fantasma” di Palmanova e di Cervignano, quest’ultimo la “cattedrale del deserto friulana”: un semplice deposito. Politici e industriali insistono giustificando questa scelta al fabbisogno di infrastrutture e al rilancio dell’economia: c’è invece il rischio che con tale razionalizzazione la rete ferroviaria del Fvg si trasformi solo in una servitù di passaggio». Francesca Artico

Pastorutti: con le stazioni chiuse più traffico sulle strade

IL PICCOLO
18dicembre2013
Pastorutti: con le stazioni chiuse più traffico sulle strade
BAGNARIA ARSA Il nuovo orario invernale delle Ferrovie ha eliminato undici stazioni delle 40 esistenti, esclusi i capoluoghi di provincia. Secondo il Comitato “No Tav” di Bagnaria Arsa è chiaro quale sarà il ruolo futuro dei trasporti in questa regione, solo ed esclusivamente una servitù di passaggio. Secondo il portavoce del Comitato “No Tav” Giancarlo Pastorutti, la nuova amministrazione regionale, in linea con la precedente, ha proseguito nel piano di razionalizzazione del sistema di trasporto su rotaia “sospendendo” undici fermate, per “velocizzare” e ridurre i tempi di viaggio, invece di investire sul miglioramento e il potenziamento delle linee ferroviarie locali. Inoltre a causa dell’incapacità gestionale i nuovi treni, acquistati dalla Regione un anno e mezzo fa, dovranno aspettare ancora prima di essere utilizzati. «E’ sicuramente importante che un treno sia veloce- sottolinea Pastorutti - ma lo è altrettanto che non si fermi per guasto o per qualche millimetro di ghiaccio e neve, che sia pulito, che gli utenti vengano tempestivamente avvisati di modifiche o cambiamenti e che il servizio venga gestito in modo efficiente. Il numero esiguo dei passeggeri ha causato la razionalizzazione del servizio, ma chiudere alcune stazioni è certamente la soluzione più banale per offrire un servizio di trasporto pubblico efficace. Il cittadino sarà ora costretto a scegliere tra l’autobus e il proprio mezzo. Ciò in entrambi i casi aumenterà il traffico, dimenticando i parametri della Ue che si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 20% entro il 2020 e dell'80-95% entro il 2050». In particolare sulla linea ferroviaria Cervignano – Udine al momento sono state eliminate tutte le fermate tranne Palmanova. Quale significato, per il Comitato “ No Tav”, ha allora pensare al raddoppio quando questa linea è utilizzata solo al 30% del suo potenziale nonostante sia a binario unico? Inoltre viene definita “collo di bottiglia”, espressione che indica la restrizione reale o virtuale, di un qualcosa che genera un rallentamento e serve gli scali “fantasma” di Palmanova e di Cervignano del Friuli, quest’ultimo la “cattedrale del deserto friulana” , di fatto un semplice deposito». Alfredo Moretti 

«Tav, più sicuro il tracciato in tunnel»

LA NUOVA VENEZIA
18dicembre2013
la proposta dell’architetto de simone
«Tav, più sicuro il tracciato in tunnel»
«Purtroppo chi vuole potenziare il trasporto merci sul tracciato della linea storica Venezia-Trieste non si è ancora reso conto dei rischi che farà correre agli abitanti delle case situate vicino ai binari». A rilanciare la questione su quale debba essere il tracciato della futura linea Alta Velocità-Alta Capacità Venezia-Trieste è l’architetto Fernando De Simone.
Esperto in costruzioni sotterranee e referente per una delle maggiori società mondiali nella progettazione di tunnel, De Simone è conosciuto dai sindaci del Veneto Orientale per aver proposto qualche anno fa un proprio tracciato a ridosso dell’area litoranea, anche più a valle di quello di Italferr, ma da svilupparsi interamente in tunnel per azzerare gli impatti. Oggi la maggioranza dei Comuni è indirizzata, invece, sull’ipotesi del potenziamento e quadruplicamento della linea attuale. Ma per De Simone si tratta di una scelta pericolosa, come ha evidenziato anche il deragliamento di un vagone cisterna carico di gasolio avvenuto qualche giorno fa a Marghera. «Cosa sarebbe accaduto se il deragliamento fosse avvenuto lungo il tracciato che attraversa San Donà, Portogruaro, Cervignano o Monfalcone?», domanda De Simone, «chi vuole il potenziamento della linea storica Venezia-Trieste anche per il trasporto merci, oppure il quadruplicamento dei binari, ha eseguito l’analisi dei rischi? Non è più sicuro il nostro tracciato in tunnel, lontano dai centri abitati?».
L’architetto De Simone, dunque, rilancia ai sindaci la discussione sull’ipotesi di tracciato in tunnel, «che», spiega, «si autofinanzia trasportando 30 mila veicoli pesanti al giorno, costa meno (circa cinque miliardi di euro) e può essere ultimata in quattro anni». «La nostra infrastruttura contribuirebbe a ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico e acustico delle zone limitrofe» conclude De Simone, sottolineando che il trasporto dei camion su treno via tunnel renderebbe anche inutile dove continuare a costruire la terza corsia dell’A4, che per l’architetto contribuirà ad aumentare la congestione del traffico automobilistico.
Giovanni Monforte

martedì 17 dicembre 2013

I treni guasti? «È colpa del freddo che ha bloccato la linea elettrica»

LA NUOVA VENEZIA
17dicembre2013
I treni guasti? «È colpa del freddo che ha bloccato la linea elettrica»
Secondo Trenitalia il caos totale nei servizi capitato lunedì sarebbe dovuto alle temperature. La direttrice regionale, Giaconia, si difende: ci scusiamo, sono i problemi dell’inverno 
VENEZIA Tutta colpa del freddo. Che ha creato problemi alla linea elettrica dei treni. Maria Annunziata Giaconia, direttrice per il Veneto di Trenitalia, non ha dubbi: il guasto è di natura tecnica e non va confuso con l’introduzione dell’orario cadenzato entrato in vigore domenica scorsa, una vera rivoluzione del trasporto pubblico ferroviario.
«Ci sono stati problemi alla linea elettrica e il pantografo non riusciva a catturare l’energia: il primo treno regionale della Tav partito alle 5 del mattino si è messo in moto con grande difficoltà e pensavamo che la linea fosse stata ripulita dal ghiaccio, invece il secondo convoglio si è bloccato a Vigonza. Uno stop dalle 5,30 alle 9 del mattino», spiega la Giaconia. «Sono problemi che si verificano nelle giornate invernali: la brina, il ghiaccio, la neve non danno tregua non solo in Veneto ma in tutt’Italia. Per fortuna si sono accumulati ritardi sull’ordine di 15-20 minuti ma non c’è stato il black out generale perché sui binari dell’alta velocità abbiamo fatto circolare gli altri convogli».
E la rivoluzione dell’orario cadenzato? «Dopo due giorni è difficile fare un bilancio ma posso dire che stiamo monitorando 3-4 linee per capire se ci sono stati dei cambiamenti profondi da parte degli utenti. Sulla Schio-Vicenza i segnali sono importanti ma ci vuole almeno un mese per capire se l’orario cadenzato ha migliorato la qualità del servizio, come tutti ci auguriamo», dice Maria Giaconia. Se Trenitalia è finita sul banco degli imputati con l’assessore Chisso che invoca il rispetto degli accordi firmati con la Regione, c’è un altro soggetto coinvolto: Sistemi Territoriali guidata da Michele Gambato, che ha fornito i 12 nuovi treni Stadler entrati in funzione il 15 dicembre con l’orario cadenzato. «Il guasto non ha coinvolto i nostri mezzi, ci mancherebbe altro. Si tratta dei Tav regionali a due piani che continuano a farci soffrire», dice Gambato. «Ma la qualità del servizio in Veneto è nella media europea, con punte di eccellenza, costi molto bassi per i pendolari e incidenti che si contano sulle dita di una mano. Non ci dobbiamo lamentare anche se i ritardi danno fastidio, ma il passo in avanti con il nuovo orario sarà davvero notevole». Infine, per segnalare disagi, si può chiamare il numero verde gratuito 800042822. 

mercoledì 11 dicembre 2013

La Tav spacca il fronte dei sindaci

IL PICCOLO
11 dicembre 2013
La Tav spacca il fronte dei sindaci
SAN GIORGIO DI NOGARO Cresce la polemica sul tracciato della Tav e il fronte dei sindaci si spacca. E il vicepresidente del consiglio regionale, Paride Cargnelutti, lancia una proposta: nessun quadruplicamento della linea ferroviaria esistente, no al tracciato Tav Illy-Sonego, si al progetto dell’eurodeputato del Ppe, Antonio Cancian. Cargnelutti ha incontrato Cancian a margine del convegno sulla piattaforma logistica del Fvg dove si è fatto il focus sul ruolo della regione in relazione ai Corridoi europei. In quell’occasione l’eurodeputato ha esposto le importanti novità sul tracciato dell’Av/Ac che passerà in regione e nella Bassa. «Con l’onorevole Cancian – commenta Cargnelutti – avevamo affrontato già ad ottobre la questione assieme agli amministratori locali. In meno di due mesi sono emerse delle importanti novità relative al tracciato dell’Av/Ac che attraverserà la Bassa e vanno nella direzione che auspicavamo. In più occasioni e anche in Consiglio regionale ho espresso contrarietà al quadruplicamento della linea che avrebbe devastato questo territorio. Gli ultimi studi aggiornati di Cancian, invece, ci presentano la possibilità, con gli opportuni adeguamenti tecnologici, di ottenere il transito delle merci e l’alta velocità passeggeri migliorando l’attuale linea ferroviaria. Il corridoio che taglia la Bassa insieme al tracciato che da Venezia arriva a Udine via Conegliano-Pordenone hanno, con opportuni interventi, già i quattro binari necessari per l’Alta capacità delle merci (tratto Ve-Pn-Ud) e delle persone (tratto costiero Ve-Ts). Le velocità di trasporto rientrano nei parametri minimi richiesti dall’Ue che non devono essere al di sotto dei 160 e 200 km/h. Questo studio - spiega - risolve il contenzioso di questi anni e non stravolge l’ambiente: l’unica tratta da migliorare sarà la Udine-Cervignano. In termini di costi l’intervento è fattibile: si passerebbe dagli oltre 7 miliardi di euro previsti a un miliardo. Questa ipotesi ha già avuto parere favorevole da parte di TreniItalia che sarebbe pronta ad intervenire in tempi rapidi. L’Europa, come ha spiegato Cancian, ha già dato l’ok alla programmazione e predisposto un ammontare economico per tutti i progetti che verranno presentati. Ora tocca alle amministrazioni locali e alla Regione non perdere la coincidenza con questa opportunità di crescita. La pianificazione del precedente tracciato Illy-Sonergo risulta superata liberando vincoli urbanistici».(f.a.) 

martedì 10 dicembre 2013

«La Tav doppia è strategica per la regione»

IL MESSAGGERO VENETO
10dicembre2013
«La Tav doppia è strategica per la regione»
PORDENONE Un asse strategico per l’area manifatturiera della Regione. Una linea ferroviaria ad alta capacità – sulla rete esistente – che consentirebbe di mettere in fila la ferrovia con gli interporti. Per questo la proposta di sdoppiamento della linea Av/Ac, avanzata dall’europarlamentare Antonio Cancian, incassa una prima apertura dal mondo economico. «La proposta avanzata da Cancian durante il convegno di Ronchi, che vede l’alta capacità transitare lungo l’asse della Pontebbana, mi sembra interessante – dice Giuseppe Bortolussi, presidente dell’Interporto di Pordenone -. Ora dovremo approfondire l’argomento con gli operatori economici che gravitano sul Friuli occidentale e nel vicino Veneto, ma soprattutto avviare un confronto costruttivo con la Regione, che su questo tema di importanza strategica ha sempre avuto le idee molto chiare». Una proposta, quella di Cancian, che ha spiazzato molti perché ribalta l’idea che serva costruire una nuova linea e punta sulla possibilità di utilizzare i binari esistenti non in modo transitorio (in attesa di una nuova linea), bensì come soluzione permanente. «Nella piena consapevolezza di quanto ho contribuito a definire e quindi ad approvare a Strasburgo, dopo due anni di negoziato che ho seguito attivamente, dico con molta discrezione e senza alcuna polemica che non serve nè ora nè in futuro nessun nuovo altro tracciato alternativo», premette l’europarlamentare, ricordando anche di non aver espresso «valutazioni sulle proposte di nuovi tracciati ipotizzate in questi anni, compresa quella citata del 2010». Interlocutore non può che essere la politica. «Ci dobbiamo semplicemente fare carico, anche dato il mio ruolo politico in Europa – prosegue -, della scelta politica più volte richiesta e invocata, che separi le merci dai passeggeri a cui seguano interventi di adeguamento per rendere operabile l’alta velocità Passeggeri nella tratta bassa per Portogruaro e l’alta capacità merci in quella alta per Pordenone». Una soluzione definitiva, a detta dell’esponente di centrodestra, che consentirebbe un notevole risparmio economico, «da 7,4 miliardi passiamo a circa 1 miliardo di euro», e garantirebbe una sostenibilità »ambientale e sociale». «Come noto all’altezza di Cervignano si incrociano due corridoi europei (il Mediterraneo e il Baltico Adriatico) che corrono sovrapposti verso Trieste e verso Padova. Poiché sul corridoio mediterraneo il tema della realizzazione dell’Alta velocità passeggeri è fermo da anni per problemi di tracciato e di consumo del territorio – prosegue -, l’idea è quella di separare le merci dai passeggeri all’altezza di Mestre, per poi ricongiungerle a Cervignano dove proseguono verso Trieste. In questo modo servirà lavorare per adeguare l’infrastruttura esistente tra Mestre e Cervignano via Portogruaro e renderla operabile per Av passeggeri, prevedendo per le merci il passaggio via Treviso-Pordenone-Udine sfruttando la linea esistente e parte anch´essa della rete Ten-T globale». Da un punto di vista tecnico, secondo Cancian, non è necessario intervenite in modo invasivo. Per attrezzare le linee si prevede «l’introduzione della tecnologia Ertms 1 per l’alta capacità e dell’Ertms 2 per l’alta velocità, più altri interventi puntuali sulle stazioni». (m.mi.) 

sabato 7 dicembre 2013

I problemi di Tav e viabilità nell’incontro con la giunta

LA NUOVA VENEZIA
07dicembre2013
MUSSETTA
I problemi di Tav e viabilità nell’incontro con la giunta 
Mussetta incontra l’amministrazione e affronta i temi di Tav e viabiltà. E, tra tante richieste e lamentele, il ringraziamento di una persona disabile per l’abbattimento della prima barriera architettonica, in via Belluno, dove è stato sistemato lo scivolo. I residenti chiedono anche che il lunedì non chiudano tutti i bar della frazione come accade da tempo. Complessi gli interventi per la viabilità. Via Circogno, la strada provinciale che collega Mussetta alla bretella Noventa-Calvecchia, continua ad alimentare polemiche.
Il sindaco Andrea Cereser è stato chiaro: «È una priorità e confidiamo che la Provincia inserisca la sua sistemazione nel prossimo piano delle opere». L’assessore all’urbanistica Francesca Zottis ha invece assicurato un sopralluogo in tempi brevi all’incrocio con via Unità d’Italia. Sull'Alta velocità, il sindaco ha ricordato come la Regione abbia assicurato che, in caso di attraversamenti di centri urbani, sarà in galleria. L’assessore alla cultura Chiara Polita ha ricordato l’intenzione di proporre eventi anche nei quartieri, in sinergia con i commercianti, sul modello del Teatro delle Frazioni che la scorsa estate aveva affollato la piazza antistante la chiesa. (g.ca.) 

 

venerdì 6 dicembre 2013

Politica tiepida sulla Tav doppia

IL MESSAGGERO VENETO
06dicembre2013
Politica tiepida sulla Tav doppia
PORDENONE Alta velocità da Venezia a Udine passando per Pordenone? «Posto che per la Ue sono preferibili le relazioni più brevi, si presentano dei problemi nell’attraversamento dei nodi di Pordenone, Treviso e Conegliano, che necessiterebbero di interventi massicci, con aggravio di costi e di tempi, mentre noi abbiamo da rispondere a necessità immediate». La presidente della Regione Debora Serracchiani, si mostra scettica rispetto all’ipotesi lanciata dall’europarlamentare Antonio Cancian. Se l’idea di Cancian, che ha dichiarato di aver verificato la fattibilità dell’ipotesi anche con le Ferrovie, è quella di mantenere l’alta velocità (intesa come linea fino a 200 chilometri orari) sulla linea Pontebbana (ovvero sulla ferrovia che da Venezia collega Pordenone e Udine) fino al capoluogo friulano e l’alta capacità (fino a 160 chilometri orari) lungo l’asse costiero esistente (la Venezia-Portogruaro-Trieste), la reazione della politica appare a dir poco tiepida. E non solo quella. Il commissario straordinario della tratta Venezia-Ronchi, Bortolo Mainardi, cassa la soluzione. «Mi fa piacere riscontrare che anche Cancian condivida quello che il governo, mio tramite, ha espresso ovvero l’intenzione di superare il progetto 2010 trovando una soluzione meno impattante ed economicamente sostenibile. Quanto all’alternativa proposta, però, resto sgomento». Secondo Mainardi la linea Venezia-Trieste «va mantenuta sia per l’alta capacità che per l’alta velocità: il corridoio Mediterraneo lo prevede, così come l’Adriatico Baltico. E poi c’è una questione contingente che è quella dell’ipotesi di un’alta velocità che passi per Treviso, Sacile, Pordenone, Udine. Quali investimenti servirebbero – incalza il commissario – per consentire il passaggio dei treni a 200 chilometri orari nelle attuali stazioni? Bisognerebbe sventrare parti di territorio. Ricordo solo che oggi i treni non possono attraversare queste stazioni a più di 70 all’ora. Ma è la politica che deve decidere cosa fare». Regione e commissario per una volta sembrano d’accordo. E se la Regione crede che il Friuli Vg possa giocarsi la partita bene, ottenendo finanziamenti su entrambi i corridoi (anche l’Adriatico Baltico che è quello che da Udine va verso Vienna), Mainardi crede nell’adeguamento della linea esistente e nella progettazione – in contemporanea – di un quadruplicamento. «L’unico problema, in questo caso, lo vedo sul nodo di Latisana dove probabilmente servirebbe realizzare un tratto in galleria». A questo punto il “boccino” lo hanno in mano Friuli e Veneto che, assieme al commissario e al governo centrale, devono uscire dall’impasse creatasi dalla bocciatura del progetto 2010, quello costiero. A gennaio parte la “gara” per accaparrarsi una fetta dei 23 miliardi a disposizione per le reti Ten-t. E il Friuli, è il caso di dirlo, non può perdere il treno. Martina Milia 

mercoledì 4 dicembre 2013

«Il doppio incarico di Bellotto non è in conflitto di interessi»

LA NUOVA VENEZIA
04dicembre2013
portogruaro. lettera ai consiglieri
«Il doppio incarico di Bellotto non è in conflitto di interessi»
 PORTOGRUARO. Si chiude, in maniera definitiva, la polemica sul doppio ruolo di Paolo Bellotto, assessore all’innovazione e nel contempo presidente della Polins srl, società che opera nel campo economico. Una lettera del segretario comunale chiarisce tutto: Bellotto può continuare a lavorare in giunta. I dubbi di un conflitto di interesse dell’assessore erano stati sollevati nei giorni scorsi dai No Tav del Portogruarese, che avevano contestato la partecipazione diretta della Polins, assieme a Nomisma, a uno studio sulla piattaforma intermodale e logistica del Portogruarese presentato venerdì scorso. “Paolo Bellotto si autocontrolla” era stata l’accusa che i militanti avevano portato all’indirizzo di colui che molti considerano un possibile erede del sindaco Antonio Bertoncello. In silenzio avevano sollevato dubbi anche i consiglieri comunali di Portogruaropoiù, che avevano chiesto a Paolo Bellotto un passo indietro.
Il segretario comunale ha chiarito che la carica di Bellotto alla Polins è onorifica e non prevede alcun compenso.(r.p.)