mercoledì 30 ottobre 2013

No Tav accanto all’attuale ferrovia, la protesta si allarga

IL MESSAGGERO VENETO
30 ottobre 2013
No Tav accanto all’attuale ferrovia, la protesta si allarga
SAN GIORGIO Sindaci contro: si espande al Veneto la protesta degli amministratori contrari al potenziamento e ampliamento della linea ferroviaria esistente. Gli amministratori scrivono al presidente del Veneto Zaia, e alla presidente del Fvg Serracchiani, per chiedere un impegno a cassare questo progetto e un incontro congiunto per analizzare le soluzioni inerenti il territorio «e porre delle basi per rassicurare i nostri cittadini». «Le opinioni, spesso distanti, assumono sfumature diverse di settimana in settimana, da intervento a intervento - scrivono i sindaci di Latisana, San Michele al Tagliamento, Precenicco, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio - all’interno di un quadro confuso, nel quale si inseriscono le varie prese di posizioni delle Regioni, del commissario Mainardi, e dei sindaci, nonché le notizie che provengono da Roma. È in atto un tentativo, sostenuto da alcune amministrazioni comunali, di giungere a una revisione totale del tracciato, con l’obiettivo di realizzare prima il potenziamento e poi il quadruplicamento della linea ferroviaria esistente. Le nostre amministrazioni e i territori da noi amministrati, non condividono assolutamente questa posizione. Per noi un punto fermo è il Progetto di Rfi in affiancamento all’asse autostradale. Si tratta di un tracciato che ha già ottenuto ampio consenso e che sta seguendo il proprio iter a Roma. Siamo disponibili a valutare e a sostenere accorgimenti tecnici idonei a superare le problematiche esistenti, ma non intendiamo accettare la proposta di ripartire da zero in una visione di quadruplicamento della linea storica». «Le nostre popolazioni hanno avuto modo, in questi anni - continuano -, di assimilare, non senza difficoltà, il tracciato in affiancamento all’autostrada. In alcuni casi non è stato semplice e abbiamo preso atto di un alto senso di responsabilità da parte dei nostri concittadini. Non si può svilire il lavoro svolto e ricominciare daccapo, dimenticandosi, che nei nostri paesi vi è stata una forte urbanizzazione lungo il tracciato della linea storica e, quindi, la nuova progettazione significherebbe demolizione di case, di attività economiche, e deterioramento ambientale. Senza considerare infine, le problematiche tecniche ad oggi insormontabili che il quadruplicamento della linea storica comporterebbe in prossimità dell’attraversamento del Tagliamento tra San Michele e Latisana». Francesca Artico 

Una mozione grillina per affondare la Tav

IL PICCOLO
30 ottobre 2013
Una mozione grillina per affondare la Tav
TRIESTE Il Movimento 5 Stelle torna a ribadire il suo fermo no alla Tav e chiede alla giunta di lavorare a soluzioni alternative. Lo fa con una mozione, presentata in Consiglio regionale. «La linea ferroviaria Alta Velocità-Alta Capacità Venezia-Trieste è insostenibile dal punto di vista economico e pericolosa per l'ambiente. Vanno ascoltati i Comuni», è la posizione espressa dai consiglieri regionali Cristian Sergo e Andrea Ussai, oltre che da i consiglieri comunali di Trieste Paolo Menis e Stefano Patuanelli. Con la mozione M5S punta, in particolare, a impegnare l’esecutivo a percorrere strade diverse, potenziando e valorizzando le infrastrutture esistenti. Una soluzione che deve riguardare l’intera tratta Portogruaro-Ronchi, e non solo quella tra il fiume Tagliamento e il Comune di Cervignano e che porti alla cancellazione definitiva di nuove gallerie o l’ampliamento di quelle esistenti in Carso. «Viste le continue modifiche e integrazioni progettuali, a questo punto chiediamo con forza che si faccia una nuova analisi dei costi benefici del progetto – ha ribadito Sergo – e che per la valutazione del progetto preliminare venga convocata la Conferenza dei Servizi, anche nella fase preliminare proprio per tutelare maggiormente i territori interessati». «È incongruente sostenere come fa qualcuno – precisa ancora il movimento – che questo progetto deve essere portato avanti per sostenere l'attività del Porto di Trieste. Gli stessi tecnici di Rfi hanno confermato che la linea attuale potrebbe sostenere un traffico fino a quattro volte superiore. Quindi il Porto può e deve esser sviluppato ma non ha alcun bisogno di una nuova ferrovia». M5S, prosegue il consigliere comunale Patuanelli, «dice no a opere di questo tipo perché le risposte date dallo Stato sono quasi sempre inaccettabili. È vero che il Porto di Trieste ha bisogno di infrastrutture ma il progetto preliminare non risponde affatto alle esigenze dello scalo. Bisogna invece intervenire sui punti di interconnessione con la rete ferroviaria, veri nodi critici del trasporto. Con un decimo delle risorse previste per questo progetto potremmo risolvere tutti i problemi. C'è poi la questione delle gallerie sotterranee che avrebbero un impatto insostenibile per il Carso e che finirebbero per inquinare le acque di falda». (g.s.) 

martedì 29 ottobre 2013

«Potenziamo la linea ferroviaria»

LA NUOVA VENEZIA
29 ottobre 2013
«Potenziamo la linea ferroviaria»
SAN DONÀ «Nel ribadire la priorità di puntare sul trasporto ferroviario, chiediamo che il progetto di potenziamento della tratta Venezia-Trieste sia illustrato al territorio affinché se ne conoscano pregi e difetti e, dove necessario, si mettano in campo le dovute mitigazioni ambientali». Vinta la battaglia contro la Tav litoranea, Legambiente Veneto Orientale chiede che si dia inizio a quel percorso di confronto per arrivare alla soluzione migliore per il potenziamento della linea, partendo dal progetto dello studio di De Bernardi e riformulato dal commissario Mainardi. Uno studio che prevede innanzitutto la realizzazione di una serie di interventi per potenziare l’utilizzo della linea attuale, ipotizzando solo in futuro il raddoppio dei binari. «Chiediamo con forza che il percorso ora aperto sia fatto alla luce del sole con cittadini e associazioni», spiegano da Legambiente, «chiediamo che la Regione e gli enti locali avviino un percorso di partecipazione sulle scelte future della linea Venezia-Trieste, che siano illustrati gli obiettivi, che si presentino valutazioni comparate su ciò che si vorrà fare dopo il potenziamento. Diciamo basta alle emergenze, sì alla pianificazione che veda i cittadini informati delle scelte che potrebbero modificare radicalmente la qualità della vita». Legambiente lancia anche un appello ad Andrea Cereser, nuovo presidente della Conferenza dei sindaci. «Anche agli amministratori locali spetta il compito di vigilare e modificare i processi decisionali fin qui tenuti. Rivolgiamo questo invito al nuovo presidente». (g.mon.) 

domenica 27 ottobre 2013

Il Wwf stoppa il progetto dell’Alta velocità

IL MESSAGGERO VENETO
27 ottobre 2013
Il Wwf stoppa il progetto dell’Alta velocità
UDINE Il Wwf stoppa il progetto Tav e lo ribadisce nelle osservazioni presentate ai Ministeri Ambiente, Beni culturali e Infrastrutture e alla Regione Fvg, inerenti le integrazioni degli studi ambientali depositate questa estate da RFI-Italferr. «Anche queste ultime integrazioni – si osserva – presentano le medesime gravissime lacune e carenze già riscontrate nelle precedenti versioni degli studi, consegnate alla fine del 2010 e nell’estate 2012, sia di contenuti che di metodi legate sostanzialmente ad un’incompleta conoscenza del contesto ambientale in cui la mega opera verrebbe a calarsi, oltre ad una consapevole sottovalutazione degli impatti dell’opera stessa». Il Wwf osserva ad esempio che RFI-Italferr trascura di valutare le conseguenze dell’impatto delle gallerie previste (22 km nel sottosuolo carsico) sulle acque sotterranee e sugli ecosistemi che da queste dipendono. «Si aggiunge un evidente scollamento tra le scelte progettuali e le previsioni di traffico contenute nelle integrazioni. Previsioni che – continua il Wwf – non giustificano affatto la necessità di una nuova linea Av/Ac, bensì semmai interventi graduali di miglioramento della rete esistente (tutt’altro che satura) e di eliminazione di alcuni “colli di bottiglia”: raddoppio Udine-Cervignano, nodo di bivio San Polo, ect. Anche l’analisi costi-benefici (prodotta con quasi tre anni di ritardo) denuncia un grave errore metodologico, che porta a sovrastimare i benefici per quanto concerne il traffico merci. A tale proposito va pur sempre ricordato, tra l’altro, che sulla rete TAV esistente in Italia non è transitato un solo treno merci». Francesca Artico 

venerdì 25 ottobre 2013

No Tav, sindaci sotto accusa: «Assurdo appoggiare il progetto»

IL MESSAGGERO VENETO
25 ottobre 2013
No Tav, sindaci sotto accusa: «Assurdo appoggiare il progetto»
SAN GIORGIO DI NOGARO «La cosa che più ci sgomenta è che i sindaci, anzichè difendere i cittadini dagli assalti speculativi ai loro territori, avallino candidamente progetti come la Tav e ci vengano anche a raccontare che le popolazioni, dei loro comuni, sarebbero favorevoli all’opera. Le popolazioni locali gradirebbero invece avere degni rappresentanti delle istituzioni, in grado di formulare pensieri autonomi e di buon senso, e non sindaci manipolati da burattinai da quattro soldi». Dura la replica dei comitati No Tav della Bassa friulana sulle recenti affermazioni dei sindaci di Precenicco, Latisana, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio, in polemica con i colleghi degli altri comuni, contro il potenziamento della linea ferroviaria esistente e l’eventuale quadruplicamento delle linee nei loro comuni, come proposto dal commissario governativo Mainardi, dichiarando di volere portare avanti il progetto 2010 della Tav che, secondo loro, troverebbe il consenso di quasi tutte le amministrazioni comunali, nonché dei cittadini. «Come comitati No Tav - precisa il portavoce Giorgio Guzzon - riteniamo assurdo un eventuale quadruplicamento della linea ferroviaria in comuni che non hanno lo spazio fisico per farlo, a meno che non si vogliano demolire porzioni di paesi. Tuttavia la volontà di portare avanti il progetto 2010 non è certamente meno assurda, infatti trova l’opposizione di tutti gli altri sindaci. Questo spiega già che la Tav non ha senso: porta solo sconquassi ai paesi interessati dall’opera e chiarisce senza ombra di dubbio che l’unica soluzione possibile è ammodernare l’esistente, ove necessario. In tutti questi anni abbiamo svolto un grandissimo lavoro di informazione portando in Friuli i più grandi esperti di trasporti e infrastrutture d’Italia (Ponti, Bettini, Venosi, Cancelli, Cicconi). Tutti hanno stroncato l’opera per due fondamentali motivi: non ci sono né passeggeri né merci per giustificare una spesa folle di tale consistenza. E' sufficiente - continua - adattare con pochi interventi la linea esistente, largamente inutilizzata, (intervenendo nei colli di bottiglia tipo bivio San Polo) per disporre di una rete ferroviaria adeguata, funzionale e efficiente, con risparmi enormi di denaro pubblico. Inoltre la Tav in Friuli sarebbe solo una servitù di passaggio perenne, con impatti ambientali devastanti, senza nessun vantaggio per la popolazione regionale. Lisbona si è ritirata dall’opera per mancanza di fondi, Kiev non la vuole, la Slovenia non la vuole e ha perfino rinunciato ai fondi Ue, molti altri Paesi nicchiano. L’Italia invece, una delle economie più disastrate d’Europa, continua a fare carte false per portare avanti un progetto, costosissimo e impattante a dismisura. Insomma, ci sono soldi solo per effettuare disastri ambientali e favorire lobby - conclude -, mentre i cittadini si vedono portare l’età pensionabile a 70 anni». Francesca Artico 

Le ferrovie in Fvg oggi un incontro sulle prospettive

IL MESSAGGERO VENETO
25 ottobre 2013
Le ferrovie in Fvg oggi un incontro sulle prospettive
“Ci sarà futuro per le ferrovie locali in Friuli Venezia Giulia? Questo è il tema dell’incontro organizzato dal comitato No Tav Bagnaria con la partecipazione di Maurizio Ionico, amministratore unico delle ferrovie Udine–Cividale, Alessandro Puhali e Alberto Gava del sindacato Orsa, questa sera, alle 20.30, nella sala parrocchiale di Bagnaria. Nel Piano del trasporto pubblico locale (Tpl), approvato nell'ultima seduta della giunta regionale prima delle elezioni la scorsa primavera, è previsto un taglio di 10 piccole fermate ferroviarie in tutta la Regione per privilegiare i treni regionali veloci che verranno sostituiti da “corse automobilistiche”. In particolare, sulla Udine-Cervignano sono previsti i tagli delle fermate di Strassoldo, Sevegliano, Santa Maria la Longa, Santo Stefano Udinese e Lumignacco. «In una intervista - spiega Pastorutti, No Tav Bagnaria - l'ad delle Ferrovie dello Stato ha affermato è meglio che lo Stato finanzi un taxi per i pochi passeggeri che ci sono piuttosto che un treno che costa cento volte tanto. Quindi tutti in bus o in taxi a intasare il traffico? (f.a.) 

«I sindaci favorevoli alla Tav non difendono i cittadini»

IL PICCOLO
25 ottobre 2013
«I sindaci favorevoli alla Tav non difendono i cittadini»
SAN GIORGIO DI NOGARO «La cosa che più ci sgomenta è che i sindaci, anziché difendere i cittadini dagli assalti speculativi ai loro territori, avallino candidamente progetti come la Tav e ci vengano anche a raccontare che le popolazioni, dei loro comuni, sarebbero favorevoli all’opera. Le popolazioni locali gradirebbero invece avere degni rappresentanti delle istituzioni, in grado di formulare pensieri autonomi e di buon senso, e non sindaci manipolati da burattinai da quattro soldi». Dura la replica dei comitati No Tav della Bassa friulana sulle recenti affermazioni dei sindaci di Precenicco, Latisana, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio, in polemica con i colleghi degli altri comuni, contro il potenziamento della linea ferroviaria esistente e l’eventuale quadruplicamento delle linee nei loro comuni, come proposto dal commissario governativo Mainardi, dichiarando di volere portare avanti il progetto 2010 della Tav che, secondo loro, troverebbe il consenso di quasi tutte le amministrazioni comunali, nonché dei cittadini. «Come comitati No Tav - precisa il portavoce Giorgio Guzzon - riteniamo assurdo un eventuale quadruplicamento della linea ferroviaria in comuni che non hanno lo spazio fisico per farlo, a meno che non si vogliano demolire porzioni di paesi. Tuttavia la volontà di portare avanti il progetto 2010 non è certamente meno assurda, infatti trova l’opposizione di tutti gli altri sindaci. Questo spiega già che la Tav non ha senso: porta solo sconquassi ai paesi interessati dall’opera e chiarisce senza ombra di dubbio che l’unica soluzione possibile è ammodernare l’esistente, ove necessario. In tutti questi anni abbiamo svolto un grandissimo lavoro di informazione portando in Friuli i più grandi esperti di trasporti e infrastrutture d’Italia (Ponti, Bettini, Venosi, Cancelli, Cicconi). Tutti hanno stroncato l’opera per due fondamentali motivi: non ci sono né passeggeri né merci per giustificare una spesa folle di tale consistenza». «E' sufficiente - continua - adattare con pochi interventi la linea esistente, largamente inutilizzata, (intervenendo nei colli di bottiglia tipo bivio San Polo) per disporre di una rete ferroviaria adeguata, funzionale e efficiente, con risparmi enormi di denaro pubblico. Inoltre la Tav in Friuli sarebbe solo una servitù di passaggio perenne, con impatti ambientali devastanti, senza nessun vantaggio per la popolazione regionale». Francesca Artico

martedì 22 ottobre 2013

Moretti: subito la Tav da Milano a Venezia

IL PICCOLO
22 ottobre 2013
Moretti: subito la Tav da Milano a Venezia
VENEZIA «La priorità è completare la Tav Milano-Venezia a nord e la Napoli-Bari a sud. Chi sostiene come prioritario il corridoio Adriatico-Baltico sono altri, non io»: Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, intervenuto a un convegno sulle politiche dei trasporti a Venezia, detta la linea sull’alta velocità e si mostra scettico sulla politica dei corridoi transeuropei nella quale crede molto invece Bruxelles.Una strategia che di fatto esclude ancora una volta il nodo di una linea veloce da Venezia a Trieste. Il Corridoio Baltico Adriatico si estende dal Nordest (Bologna-Ravenna), a salire verso i porti di Venezia, Trieste e Capodistria, quindi verso Graz, Vienna, Bratislava, per divaricarsi in Polonia verso il porto di Stetino e dall’altro lato verso Gdansk e quindi più a Nord fino ai Paesi Baltici. Secondo Moretti nella nuova legge di stabilità varata dal governo «ci sono sicuramente fondi per la Tav», anche se – puntualizza – deve ancora «ancora vedere i documenti». L’Italia insomma può fare da sola e l’ad di Trenitalia è convinto non solo che questa sia la scelta giusta ma che ci siano anche le possibili coperture finanziari. Per l’ad di Trenitalia negli investimenti per i trasporti la logica dev’essere quella che garantisce i risultati migliori. «Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice, ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti», ha aggiunto. Moretti si è anche aoffermato sul problema rovente del sovraffollamento sui treni: «Occorrono più risorse - ha affermato- perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c'è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine». Per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare «quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo», ha detto. «Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo». Il manager delle ferrovie ha detto di attendersi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti: «Auspico che l'Autorità dei trasporti abbia molta più forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci». pcf 

Altolà di Ca’ Farsetti al piano della Regione sulle grandi opere

LA NUOVA VENEZIA
22 ottobre 2013
Altolà di Ca’ Farsetti al piano della Regione sulle grandi opere

Ordine del giorno del consiglio comunale contro Tav, grandi navi, seconda pista del Marco Polo e sublagunare
di Alberto Vitucci
Il Pat del Comune ha bocciato la sublagunare, le Grandi navi «incompatibili» in bacino San Marco, la Tav in gronda lagunare e la seconda pista dell’aeroporto di Tessera. Il Ptrc della Regione – Piano territoriale di coordinamento– li ha reinseriti. Atto della giunta Zaia in questo in continuità con la politica seguita fino al 2010 dalla giunta regionale guidata da Galan. Ma due Piani urbanistici non possono prevedere realizzazioni in contrasto. Soprattutto quando il territorio interessato ha già detto «no».
Così ieri sera il Consiglio comunale ha approvato a larga maggioranza (contrari solo il Pdl, Fratelli d’Italia e i Cinquestelle, Udc usciti dall’aula) un ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta a presentare alla Regione un’osservazione in questo senso. Chiedendo che la volontà della città sia rispettata. Proposta del capogruppo Pd Claudio Borghello, sostenuta da tutta la maggioranza con i socialisti, Italia dei valori, Federazione della sinistra, lista “In Comune”, la Lega non ha votato.
«Abbiamo respinto l’imposizione regionale», dicono soddisfatti Borghello e Beppe Caccia. E si profila un duro scontro. I nodi riguardano tutti grandi opere. A cominciare dalla contestata sublagunare, più volte bocciata anche in sede tecnica, adesso resuscitata con l’idea di allungarne il percorso addirittura fino a Chioggia. «Un disastro», secondo le associazioni per la difesa del territorio, «ultimo colpo a una città già stravolta da milioni di turisti l’anno». Sublagunare e Alta velocità con il percorso che per il Comune non deve passare per la gronda lagunare. Poi ci sono le grandi navi, che il Pat ha chiesto di escludere dalla laguna. E la terza pista dell’aeroporto, contestata dal Comune. Tutto rimesso dentro dal nuovo Ptrc. Che adesso il sindaco su mandato del Consiglio comunale dovrà chiedere di modificare.
Consiglio dedicato alle mozioni quello di ieri. Qualcuna datata e vecchia di due anni. Si è parlato delle «inefficienze dei vigili urbani» nel campo dell’ordine pubblico e dei controlli, proposta di Raffaele Speranzon. Tema che sarà ora approfondito in commissione: secondo Pd e In Comune la polizia urbana dovrebbe essere impiegata maggiormente nel controllo di plateatici, moto ondoso, abusi edilizi. Per Fratelli d’Italia e anche per i Cinquestelle la situazione dell’ordine pubblico a Mestre richiede un massiccio intervento di vigili.
Protesta infine di Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra) contro la gara bandita da Actv per affidare il servizio di reception e accesso alle sedi aziendali all’esterno. 500 mila euro di spesa che in tempo di «spending review», scrive il consigliere in una interrogazione inviata al sindaco e all’assessore Bergamo, «risultano incomprensibili. Perché invece non utilizzare i propri lavoratori inidonei?» Risponde Actv: «Il bando è del marzo scorso emesso dalla gestione precedente dell’azienda, il 9 ottobre è stato pubblicato il capitolato. Ma abbiamo deciso di prorogare di un mese l’apertura delle buste per verificare se una volta firmato l’accordo sindacale, ci siano lavoratori disponibili per quelle mansioni. In quel caso la gara potrà essere sospesa. Ricordiamo però che si tratta di guardianìa notturna dove il livello contrattuale è basso e gli inidonei non possono venire impiegati».


sabato 19 ottobre 2013

Tav, 5 sindaci contro il potenziamento

IL MESSAGGERO VENETO
19 ottobre 2013
Tav, 5 sindaci contro il potenziamento
«L’impressione è che il tavolo dei sindaci, nato per risolvere le problematiche di parte del territorio, si sia trasformato in uno strumento di pressione per giungere ad una revisione totale del tracciato, con l’obiettivo di realizzare prima il potenziamento e poi il quadruplicamento della linea esistente»: è quanto rimarcano, riferendosi alla Tav, i sindaci di Latisana (Benigno), San Giorgio (Del Frate), Palazzolo (Bordin), Muzzana (Gallo) e Precenicco (Occhilupo). Ebbene, le nostre amministrazioni - si legge in una nota congiunta - e i territori da noi amministrati non condividono assolutamente questa posizione. Per noi vi è un punto fermo: il progetto Rfi del 2010. Si tratta di un tracciato che ha ottenuto il consenso di pressoché tutte le amministrazioni comunali interessate e che sta seguendo il proprio iter a Roma. Si tratta di un punto di partenza, ma anche di un punto di arrivo, nel senso che se siamo disponibili a valutare e sostenere accorgimenti tecnici e ingegneristici idonei a superare le problematiche che coinvolgono parte del territorio, altrettanto non lo siamo a ripartire da zero in una visione di quadruplicamento della linea storica». «Le nostre popolazioni - affermano i cinque sindaci - hanno avuto modo, in questi anni, di assimilare e accettare il tracciato 2010. In alcuni casi non è stato semplice e abbiamo preso atto con orgoglio di un alto senso di responsabilità da parte dei nostri concittadini. Non si può svilire il lavoro di tre anni e ripartire da zero, dimenticandosi che nei nostri comuni vi è stata una forte urbanizzazione lungo il tracciato della linea storica. Un suo quadruplicamento significherebbe demolizione di case e di attività, sventramento dei paesi e deterioramento ambientale. Senza considerare problematiche tecniche ad oggi insormontabili quali il quadruplicamento della linea storica in prossimità dell’attraversamento del Tagliamento a Latisana e le relative conseguenze in termini di sicurezza idraulica che ciò comporterebbe per l’intera cittadina. Pertanto - conclude la nota - ribadiamo con fermezza la posizione nostra e delle nostre amministrazioni: pieno sostegno al progetto Rfi 2010 e contrarietà assoluta ad un’ipotesi di quadruplicamento della linea storica. Chiediamo al presidente della Regione di fugare ogni dubbio e di sostenere pubblicamente questa posizione». 

Niente fondi per la A4 Speranze appese all’aula

IL PICCOLO
19 ottobre 2013
Niente fondi per la A4 Speranze appese all’aula
TRIESTE Maurizio Lupi sottolineava ieri mattina via Twitter la proroga del “bonus mobili”, una delle varie misure contenute nella legge di Stabilità approvata martedì dal Consiglio dei ministri. Ma sulle infrastrutture, la competenza diretta del ministro, nessun commento. Tanto meno, più concretamente, novità. I 160 milioni per la terza corsia non sono stati inseriti in extremis nel testo del governo. Se verranno recuperati, a questo punto, sarà solo nel corso dell’iter parlamentare. L’ultima bozza della legge, perché ne continuano a circolare pure dopo la riunione del Cdm, contiene qualche ritocco. Pure a firma Lupi. Un dettaglio, ma in questo caso il ministro è intervenuto sul testo approvato dal governo lì dove si parla dell’Alta velocità Brescia-Verona-Padova e si autorizza la spesa di 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2019 (nelle precedente versione si faceva riferimento al 2020). Per il resto l’articolo 4, inserito all’interno del Titolo II della manovra (“Risorse per lo sviluppo e finanziamento di esigenze indifferibili”), è rimasto lo stesso nelle ultime di ore di confronto in maggioranza. Della posta per la terza corsia della A4 Venezia-Trieste non si fa alcun cenno, così come di altre tre (il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino, il collegamento Torino-Ceres/Aeroporto di Caselle e quello ferroviario Novara-Seregno-Malpensa) delle cinque opere «prioritarie» secondo il principio, sin qui non concretizzato, del decreto del “Fare”. A salvarsi è solo l’asse ferroviario Bologna-Lecce, per i cui lavori di adeguamento del tracciato e velocizzazione Roma mette sul piatto 400 milioni nel triennio 2014-16. Tra le altre opere finanzate, il governo inserisce la manutenzione della rete stradale Anas, la Salerno-Reggio Calabria, il Mose di Venezia, la manutenzione straordinaria di Rfi, la Tav a Brescia-Verona-Padova e Napoli-Bari. Non resta ora che l’aula. Ettore Rosato, il parlamentare del Pd che aveva ricevuto rassicurazioni dal ministro Lupi fino a poche ore prima dell’approvazione, prende atto che non c’è altro da fare. «Purtroppo». (m.b.) 



Forcolin: «Tav ora avanti sulla vecchia linea»

LA NUOVA VENEZIA
19 ottobre 2013
Forcolin: «Tav ora avanti sulla vecchia linea»
MUSILE. Adesso c’è anche l’ufficialità: la Regione si associa finalmente alla volontà espressa dalla gran parte dei Comuni del Veneto Orientale e punta alle ipotesi alternative al tracciato litoraneo dell’Alta Velocità Venezia-Trieste. La delibera della giunta Zaia è stata pubblicata ieri sul Bollettino ufficiale regionale e adesso sarà inviata a Roma, dove formalmente è ancora in corso l’iter di valutazione d’impatto ambientale del tracciato basso.
«Ora il messaggio inviato al ministero è forte e chiaro: niente Tav “del litorale”, ma rafforzamento della linea storica esistente, con possibilità di quadruplicamento della stessa a partire dal 2030», commenta il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, che nelle settimane scorse aveva scritto a Zaia. Anche per Forcolin adesso la priorità è potenziare l’esistente prima ancora che pensare al quadruplicamento. «Ricordo che perora la linea viene utilizzata solo al 40% come ha più volte sottolineato il commissario Mainardi», dice Forcolin, «pertanto gli spazi di rafforzamento e utilizzo sono molto elevati e tali da consentire ancora per molti anni lo stesso impatto ambientale e il minor disagio possibile per questo territorio». (g.mon.) 

 

venerdì 18 ottobre 2013

Tav, Fvg in linea con il Veneto

IL MESSAGGERO VENETO
18 ottobre 2013
Tav, Fvg in linea con il Veneto
di Laura Pigani 
UDINE La “terza via” della Tav piace anche al Friuli Venezia Giulia, che chiede un’integrazione progettuale al tracciato alternativo nel tratto tra il fiume Tagliamento e Cervignano, in affiancamento alla linea ferroviaria già esistente. Lo ha deliberato ieri la giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Sara Vito, nell’ambito della procedura statale di valutazione di impatto ambientale della Tav. L’integrazione al progetto di Alta velocità-alta capacità mira, dunque, a trovare un percorso alternativo sulla scia di quanto già deciso in Veneto, che ha optato per una “terza via” fra la “litoranea” e il progetto originario di affiancamento all’autostrada, cioè un percorso parallelo all’attuale linea ferroviaria. Una richiesta con la quale il Fvg vuole «fare sistema» con il Veneto, con conseguenti vantaggi economici e logistici. «Intendiamo riservare particolare attenzione alla sostenibilità ambientale dell’attraversamento dei centri abitati e – spiega l’assessore –, parallelamente, individuare con precisione il punto di contatto della linea tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, tenendo in debita considerazione il fatto che la giunta regionale del Veneto, in un proprio atto di indirizzo all’inizio di ottobre, ha optato per l’affiancamento alla linea esistente». Lo studio dovrà essere predisposto da Rfi. E priorità è stata data anche al raddoppio della linea Palmanova-Udine, «un intervento migliorativo che non sia in prospettiva incompatibile con la Tav». La delibera della giunta definisce il raddoppio della Palmanova-Udine «prioritario dal punto di vista temporale», così come la realizzazione delle interconnessioni in località Bivio San Polo «in quanto coerente con le strategie di sviluppo trasportistico del Fvg», una fermata ferroviaria prospiciente il polo intermodale di Ronchi dei legionari e interconnessioni al Bivio di Aurisina. Il provvedimento, inoltre, per quanto riguarda il Bivio San Polo, richiede di valutare la possibilità di una semplificazione progettuale, che consenta una riduzione degli impatti con una contestuale ottimizzazione della rete, anche in funzione del collegamento con il Porto di Monfalcone, con una soluzione a scavalco. Sempre rimanendo in tema di trasporti, la giunta ha deliberato anche in merito ai rinnovi contrattuali dei dipendenti delle Ferrovie Udine Cividale, che beneficeranno della copertura statale per il settore del trasporto pubblico locale. Su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro, con il documento si modifica il regolamento emanato con decreto del presidente della Regione nel 2007, così da includere anche le Ferrovie Udine Cividale tra le società destinatarie delle risorse statali erogate dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti a titolo di compartecipazione degli oneri derivanti dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, che la Regione trasferisce alle aziende di trasporto pubblico locale ai cui dipendenti si applica il contratto nazionale degli autoferrotranvieri. 

La Trieste-Capodistria resta nelle priorità Ue

 IL PICCOLO
18 ottobre 2013
La Trieste-Capodistria resta nelle priorità Ue
BRUXELLES Con l’approvazione del regolamento Ten-t, in programma all’Europarlamento per fine ottobre, passerà dal 30 al 40% il contributo che la Commissione Ue potrà erogare per la realizzazione delle opere di quelle infrastrutture che rientrano nel cosiddetto «core network» intermodale dei nove corridoi paneuropei. E tra i tratti c’è anche la Trieste-Capodistria. Lo si è appreso in occasione dell’appuntamento “Ten-T days” organizzato dal commissario ai Trasporti Ue Siim Kallas a Tallin ed al quale sono intervenuti i ministri francese Frédéric Cuvillier e italiano Maurizio Lupi per parlare dell’opera strategica per l’Ue. «I due Stati - ha detto Kallas - si sono tutti impegnati a fare la loro parte». «La Tav si deve fare perchè è impensabile che l’Italia resti indietro», ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato in occasione della visita al cantiere dell’opera. Con l’approvazione del regolamento Ten-t sarà possibile un finanziamento fino al 40% per la parte che riguarda le opere. Il contributo dell’Ue per scavare e attrezzare il tunnel di 57 km potrà così arrivare fino a 3,4 miliardi di euro sul costo totale di 8,5. La Francia dovrebbe mobilitare 2,2 miliardi di euro, mentre l’Italia 2,9. Cuvillier e Lupi fanno sapere che l’infrastruttura «non è più un progetto, ma un’opera ormai definitivamente avviata con lavori in corso, e che continuerà con determinazione». Ma l’Italia è presente in altri tre dei nove corridoi “prioritari” disegnati dall’Ue. Il corridoio Baltico-Adriatico, lungo 2400 km, dovrà collegare i porti della Polonia, sul Baltico, con quelli del mar Adriatico. Da Danzica, passando per Varsavia e Vienna, fino a Venezia, Trieste e Ravenna, con rami da Stettino a Katowice, da Graz via Udine a Trieste, così come via Lubiana fino a Trieste/Capodistria. Tra le opere da realizzare: l’adeguamento della linea a doppio binario Udine-Cervignano-Trieste, le interconnessioni dei porti di Trieste, Venezia, e Ravenna, con ulteriore sviluppo delle piattaforme multimodali. Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte dal confine tra Finlandia e Russia, arriva al cuore dell’Europa e poi va verso sud col Corridoio del Brennero fino a Verona. In Italia poi si sviluppa verso Bologna, Roma e Napoli con rami che arrivano al porto di Genova, Livorno, Bari e Taranto, prima di raggiungere Palermo. E poi ancora Malta, attraverso le autostrade del mare. Il principale collo di bottiglia è tra Monaco e Verona, ed il Corridoio del Brennero viene ritenuta «un’opera cruciale» per il suo completamento. Anche in questo caso l’Ue è pronta a portare al 40% il contributo per i lavori. Mentre il Corridoio Reno-Alpino è uno dei percorsi più battuti d’Europa, collega i porti del nord di Rotterdam e Anversa a quello del bacino del Mediterraneo di Genova e ad altri centri economici dell’Europa occidentale. 

Crisi Ideal Standard, pressing sul governo

IL PICCOLO
18 ottobre 2013
Crisi Ideal Standard, pressing sul governo
TRIESTE Lavoro, scuola e infrastrutture. È ruotata attorno a questi temi, ieri, la giornata della giunta regionale. Giunta che ha scelto di fare fronte comune con Veneto e Lazio per tentare di trovare soluzioni in grado di scongiurare la chiusura degli stabilimenti Ideal Standard. Nel corso di un confronto a Roma con il ministro Enrico Giovannini, l’assessore al Lavoro Loredana Panariti, con gli omologhi delle altre due Regioni, ha avanzato la richiesta di condividere l’estensione della cassa integrazione in deroga per tutto il primo semestre del 2014 ai lavoratori del Gruppo Ideal Standard, per consentire l’attuazione di un piano di rilancio che tuteli l'occupazione nei tre stabilimenti di Orcenico, Frosinone e Belluno. Sempre Panariti, ieri, ha portato all’attenzione dei colleghi di giunta le “Linee di indirizzo per il dimensionamento della rete scolastica e la programmazione dell'offerta formativa”. Stando al testo approvato dall’esecutivo, entro il 2016-2017 le scuole del Fvg dovranno avere almeno 600 alunni. Il documento è funzionale all'aggiornamento del Piano regionale per il dimensionamento della rete scolastica, approvato lo scorso gennaio, e tiene conto dell'accordo, proposto a livello nazionale ma ancora in via discussione, per cui al Fvg compete l'assegnazione di 160 dirigenti per gli istituti di lingua italiana e ulteriori 14 riservati agli istituti di lingua slovena. Il documento fissa inoltre alcuni principi anche per gli anni successivi, indicando per l’appunto entro l’anno scolastico 2016-2017 il limite minimo di 600 alunni per le scuole di ogni ordine e grado; su questa base i Piani provinciali 2014-2015 dovranno indicare tempi e modalità per arrivare a questo obiettivo. Il limite di 600 alunni viene ridotto a 400 per le istituzioni scolastiche dei territori montani, delle isole e delle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche (friulano, sloveno e tedesco). La giunta, su proposta dell’assessore all’ambiente Sara Vito, ha poi chiesto, nell’ambito della procedura di Via del progetto della Tav Trieste-Venezia, un'integrazione progettuale per individuare un tracciato alternativo nel tratto tra il fiume Tagliamento e Cervignano, che si sviluppi in affiancamento alla linea ferroviaria esistente. La delibera definisce inoltre «prioritaria dal punto di vista temporale la realizzazione delle interconnessioni in località Bivio San Polo, di una fermata ferroviaria prospiciente il Polo intermodale di Ronchi dei Legionari, delle interconnessioni al Bivio di Aurisina, unitamente al raddoppio della Palmanova-Udine». Approvati infine la ricostituzione del comitato tecnico a cui compete l'analisi e la valutazione delle produzioni audiovisive regionali ammesse ai contributi e l’avvio delle procedure di riconoscimento dell'equivalenza ai diplomi universitari dei titoli conseguiti in precedenza per le professioni dell'area sanitaria della riabilitazione. 

mercoledì 16 ottobre 2013

«La classe politica prenda posizione sull’Alta Velocità»

LA NUOVA VENEZIA
16 ottobre 2013
«La classe politica prenda posizione sull’Alta Velocità»
«La classe politica deve assumere un ruolo di arbitro per una soluzione più vantaggiosa per la Tav». Il comitato che si oppone al quadruplicamento della linea Venezia-Trieste scende nuovamente in campo. «Mi aspetterei», spiega Paolo Perissinotto del comitato di San Donà contro il quadruplicamento della linea Venezia Trieste, «in questa fase di stagnazione economica, posto che la Tav/Tac non rappresenta in questo momento una priorità, e viste le criticità del tracciato litoraneo, un interessamento degli amministratori del territorio. Lo riteniamo sulla base di dati tecnici oggettivi e criteri di valutazione omogenei, e condivisi da tutti i soggetti interessati, compreso le popolazioni coinvolte, che spesso non si sentono adeguatamente rappresentate neppure dai propri amministratori locali. Questa, a nostro avviso, è la sfida che hanno ora davanti le amministrazioni interessate. Vedremo se sapranno effettivamente smarcarsi dal mondo di certezze preconcette e posizioni e soluzioni già confezionate che continuano a propinarci e, viene il sospetto, create ad uso e consumo di particolari attori politici ed economici». (g.ca.)

martedì 15 ottobre 2013

Confindustria promuove il piano Zaia

IL MESSAGGERO VENETO
15 ottobre 2013
Confindustria promuove il piano Zaia
TRIESTE Il presidente di Confidustria Fvg, Alessandro Calligaris, torna sulla delibera della giunta regionale del Veneto con la quale il presidente Zaia ha definitivamente bocciato la linea litoranea della Tav a favore del rafforzamento del tracciato esistente. «È un ulteriore passo verso la definizione delle linee operative di questa importante opera strategica per il rilancio anche della nostra regione, ed in tal senso formulo l’auspicio che anche da parte della Regione Fvg sia adottato quanto prima il piano già presentato dal commissario Mainardi, che ha dato indicazioni di operare sul progetto tracciato, ottimizzandolo e riducendone i costi di realizzazione. Una decisione in tal senso potrà definitivamente far chiarezza sul tema, consentendo quanto prima di passare alle fasi progettuali in un contesto anche di contenimento dei costi». 

venerdì 11 ottobre 2013

«Tav, sprecati otto milioni per il tracciato litoraneo»

LA NUOVA VENEZIA
11 ottobre 2013
«Tav, sprecati otto milioni per il tracciato litoraneo»
Il Pd chiede l’intervento della Corte dei Conti dopo la bocciatura del percorso Legambiente contro la Regione: «Fuori i soldi per potenziare la linea ferroviaria»
«I soldi pubblici che il governo regionale ha sprecato ammontano a otto milioni di euro. E tutto per colpa di un giro di valzer sul tracciato della Tav Venezia-Trieste che Lega e Pdl avevano il dovere di risparmiarci. Intervenga la Corte dei Conti». Adesso che il tracciato litoraneo è finito in un cassetto, è l’ora delle polemiche per gli ingenti costi sostenuti per la progettazione di un’ipotesi avversata a furor di popolo.
Nell’occhio del ciclone c’è la giunta regionale, attaccata sia dal Partito Democratico che da Legambiente. «L’aver voluto insistere, a partire dal 2006, sull’ipotesi della linea del mare ha comportato una spesa di progettazione con soldi sia provenienti dall’Europa (tre milioni) sia con i cinque milioni di fonte statale, di cui tre anticipati dalla Regione stessa», attaccano i consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Lucio Tiozzo. Gli esponenti democratici ricordano le tante sollecitazioni giunte in questi anni per far cambiare idea alla Regione. «Adesso che la giunta ha approvato, con drammatico ritardo, la delibera che sancisce il passo indietro dal tracciato balneare», aggiungono Pigozzo e Tiozzo, «resta il danno economico. Pesantissimo, sul quale la Corte dei conti dovrebbe far luce per non far passare in cavalleria questo gigantesco spreco».
Dure critiche anche da Legambiente, che chiede un impegno per andare oltre la Tav. «La Regione ha, sistematicamente, tagliato le risorse destinate al trasporto ferroviario», spiegano gli ambientalisti del circolo Pascutto Geretto, «non si è investito nella Metropolitana di superficie (Sfmr). Lo stesso orario cadenzato, tanto decantato, lo si farà a costo zero, ovvero più treni nelle fasce diurne, anche quando servono poco, e nessun treno nelle fasce notturne. Lo stralcio del tracciato litoraneo è un passo, ma dobbiamo continuare a chiedere pianificazione seria che dirotti il traffico sul ferro a scapito della gomma. Un progetto che riconosca che l’idea di Tav è morta, che serve una ferrovia più veloce, ma per il territorio».
Investimenti che per gli ambientalisti saranno possibili solo con risorse pubbliche e mirate. «Voler continuare a vendere finanza di progetto è assurdo», concludono, «i privati non hanno messo un euro nel corridoio Milano-Napoli, chi li farebbe investire su questa tratta “povera”? Servono invece gli 800 milioni di euro previsti dal progetto del commissario Mainardi necessari all’ammodernamento e potenziamento della Venezia-Trieste».
Giovanni Monforte


domenica 6 ottobre 2013

«Tav, va fermato a Roma l’iter del tracciato basso»

LA NUOVA VENEZIA
06 ottobre 2013
«Tav, va fermato a Roma l’iter del tracciato basso»

Interrogazione parlamentare dei deputati veneti del Pd al ministro Lupi «Dopo che anche Zaia ha preso posizione, non perdiamo altro tempo» 
«Ora che finalmente anche Zaia e la giunta regionale sembrano aver definitivamente cassato il progetto litoraneo della Tav, il ministero deve prendere in esame l’alternativa costituita dalla proposta di potenziamento e adeguamento della linea ferroviaria esistente».
È quanto sostengono i deputati veneti del Partito Democratico, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Maurizio Lupi. Al titolare del dicastero delle Infrastrutture, i deputati democratici chiedono un intervento urgente per interrompere la procedure di Valutazione d’impatto ambientale sul tracciato litoraneo tuttora in corso al ministero dell’Ambiente. Oppure, in subordine, che il ministro si assicuri che in commissione si svolga un’effettiva comparazione dei diversi tracciati ipotizzati.
L’interrogazione parlamentare ha come prima firmataria l’onorevole Simonetta Rubinato, ma è stata sottoscritta anche dai deputati veneziani Michele Mognato, Andrea Martella, Delia Murer, Davide Zoggia e Sara Moretto. Alla sua stesura hanno contribuito, fornendo la loro consulenza tecnica, i volontari dell’associazione Ferrovie a Nordest.
«Il tracciato litoraneo ha trovato l’opposizione pressocché unanime di sindaci, associazioni e cittadini, essendo estremamente costoso e impattante, tagliando tra l’altro in due una delle poche aree di campagna veneta ancora integre, la tenuta di Ca’ Tron», si legge nell’interrogazione, «ora che finalmente anche il governatore e la giunta regionale sembrano aver definitivamente cassato questo progetto (che da ultimo Zaia ha ammesso avere un impatto imbarazzante e per il quale non c'è alcun stanziamento), il ministero deve prendere in esame l'alternativa costituita dalla proposta di potenziamento e adeguamento della linea ferroviaria esistente, sottoutilizzata al 60 per cento, avanzata dal commissario straordinario Bortolo Mainardi. Soluzione sostenibile sul piano finanziario che consentirebbe di dare risposta ai bisogni dei pendolari, ragionando in termini di reali servizi».
Nell’interrogazione i deputati democratici, memori di quanto accaduto nel Veneto Orientale, chiedono al governo di varare una legge che introduca anche in Italia il modello di «democrazia partecipata» già attuato in altri Paesi europei. Quest’ultimo prevede che per le grandi opere, già nella fase precedente la progettazione, sia sviluppato un preventivo confronto con il territorio.
Giovanni Monforte


sabato 5 ottobre 2013

Centrosinistra: la Tav stravolge i territori

IL PICCOLO
05 ottobre 2013
Centrosinistra: la Tav stravolge i territori
SAN CANZIAN Il gruppo di minoranza “Centrosinistra per San Canzian futura” difende il proprio voto di astensione sulla delibera relativa al parere sulle integrazioni al progetto dell'Alta velocità ferroviaria effettuate da Italferr al progetto preliminare della Tav. «La maggioranza presenta una proposta di delibera in merito alle osservazioni sulla Tav - spiega il gruppo -. La minoranza si dichiara d'accordo sulle proposte di integrazione, perchè volte a difendere e tutelare la popolazione locale, però dichiara di non poter accettare l'affermazione contenuta in uno degli allegati alla delibera che considera “necessaria per lo sviluppo futuro del Paese la costruzione della linea Av-Ac”». Il gruppo ritiene che, proprio in virtù del presumibile rapporto costi-benefici dell'opera, in un momento di grave crisi economica, «non si può accettare il progetto di Alta velocità». «Noi riteniamo importante intervenire per potenziare l'attuale linea ferroviaria - ribadisce il gruppo - e non certo per interventi faraonici atti a stravolgere la struttura dei nostri territori. Ecco perché in sede di votazione i consiglieri di “Centro sinistra per San Canzian” si sono astenuti. Secondo la logica della maggioranza - prosegue - l'astensione significa “non volere che i cittadini siano indennizzati”. Non si capisce bene da dove derivi una tale conclusione. A meno che non si pensi che l'intento sia quello, ampiamente esercitato, di gettare discredito sulla minoranza, adottando qualsiasi pretesto, spesso inconsistente. Questo però è il modo di fare politica nel nostro Comune. Non resta che rassegnarsi - conclude - e continuare con serietà a fare il nostro lavoro di consiglieri di opposizione». 

venerdì 4 ottobre 2013

Asse Veneto-Fvg per il tracciato Tav

IL MESSAGGERO VENETO
04 ottobre 2013 
Asse Veneto-Fvg per il tracciato Tav
di Renato D’Argenio 
UDINE Si rafforza l’asse Friuli Venezia Giulia - Veneto. Ieri, a Venezia, il presidente Luca Zaia ha affossato la linea litoranea della Tav preferendo il rafforzamento di quella esistente. Zaia ha bocciato la proposta che da anni propone il suo assessore Renato Chisso e Rfi, preferendo la linea-Serracchiani e la proposta del commissario Bortolo Mainardi. Una decisione importante, che aumenta il peso politico delle due amministrazioni. «Il commissario per la Tav è del governo, non della Regione. Ma visto che a Roma fanno finta di non sapere cosa dice il loro commissario, ora glielo ricorderemo con atto formale». ha detto Zaia. «Fin dal primo giorno – ha continuato Zaia – abbiamo detto al commissario di metterci in condizione di valutare progetti alternativi al tracciato litoraneo, oggetto di una delibera del 2006: non una brutta idea, ma dall’impatto imbarazzante. I progetti alternativi erano due: quello complanare al sedime ferroviario e quello complanare all’A4. E quel che è venuto fuori in maniera macroscopica dalla nostra analisi è da un lato la totale indisponibilità del territorio alla soluzione litoranea, che taglia in due l’ultima parte della campagna veneta ancora integrale, dall’altro una ferrovia utilizzata solo per il 40% – ha rilevato –, che quindi va portata a regime, recuperando il 60% inutilizzato e valutando il raddoppio». «Il progetto litoraneo – conclude il presidente Luca Zaia – non passerà mai la Via. L’intento di questa delibera vuole quindi essere quello di far partire un domino, denunciando in primis che, in maniera vergognosa, non c’è un centesimo stanziato per una struttura strategica e voluta da tutti i territori». «La delibera della Regione Veneto è importante perché il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale», ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Ricordando che anche il Friuli Venezia Giulia ha chiesto di avere indicazioni più precise sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio regionale, Serracchiani ha annunciato che, in sede di Valutazione di impatto ambientale, si chiederà che le integrazioni di Rfi possano riguardare il potenziamento e l’eventuale raddoppio della linea attuale. Serracchiani ha auspicato che in sede di Via le due Regioni possano assumere una posizione comune, scegliendo la strada del potenziamento dell’esistente, dello scioglimento dei colli di bottiglia e del raddoppio, dove necessario e possibile. «É una buona notizia: chapeau alla Regione del Veneto che prende una posizione chiara». Anche Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’Alta velocità/Alta capacità sulla linea Venezia - Trieste, incassa soddisfatto la delibera con la quale la giunta regionale del Veneto, praticamente quello che aveva detto due anni fa, all’atto dell’insediamento, lo stesso Mainardi. Ma non mancano le polemiche. Il Pd del Veneto accusa: «La Regione conferma la sua incapacità programmatoria: sul tema Zaia ha perso praticamente due anni» sibilano i sindaci di Roncade e Meolo.

Il Veneto affonda la Tav “balneare”

IL PICCOLO
04 ottobre 2013
Il Veneto affonda la Tav “balneare”

di Marco Ballico 
TRIESTE Luca Zaia, una decina di giorni fa, aveva parlato del progetto di far transitare la Tav da Venezia e Trieste lungo la costa veneta come di «pura fantasia». Ieri la sua giunta ha concretizzato quell’affermazione approvando la delibera che conferma la scelta di realizzare l’alta velocità lungo il tracciato dell’attuale linea ferroviaria. Una posizione che, pur su tratte diverse, sposa la tesi della giunta Serracchiani, contraria al progetto disegnato da Rfi nel 2010 che prevedeva appunto la soluzione litoranea, sostenuta in particolare dall’assessore ai Trasporti Renato Chisso. Non a caso, già ieri sera, la presidente del Friuli Venezia Giulia parlava di quella della Regione Veneto come di una «delibera importante perché il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale». Un’intesa a Nordest, in sostanza. Con Serracchiani che ha già chiesto che in sede di Valutazione di impatto ambientale le integrazioni di Rfi riguardino proprio il potenziamento e l’eventuale raddoppio della linea attuale. La presidente ha pure auspicato che nel passaggio di Via le due Regioni possano assumere una posizione comune. Nell’attesa del confronto al ministero, con il provvedimento di ieri Zaia ha di fatto promosso la proposta del commissario Bortolo Mainardi: per l’alta velocità in Veneto è sufficiente potenziare l’esistente, quadruplicando la linea. Una questione, oltre che ambientale, anche di costi: 44 milioni di euro a km per un nuovo tracciato, ha da tempo evidenziato Mainardi, non sono sostenibili. Dopo la risoluzione del Consiglio regionale veneto, le espressione della Soprintendenza e del mondo ambientalista, la giunta Zaia viene dunque ora definitivamente incontro alle richieste degli enti locali che mai avrebbero voluto i treni veloci in zona spiagge. «Scandaloso che Roma continui a considerare valido un progetto senza senso né consenso, categoricamente bocciato da tutte le amministrazioni comunali», osserva Zaia pensando a quanto proposto da Rfi tre anni fa e mai digerito dal territorio. Sempre secondo Zaia, infatti, il cosiddetto tracciato basso «avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente prosegue – dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi e prevedere soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale». Se i sindaci veneti mescolano soddisfazione e critiche a una giunta «che ha perso tempo prima di cambiare idea», parole di Simonetta Rubinato (Roncade) e Silvia Conte (Quarto d’Altino), entrambe del Pd, quelli Fvg attendono di capire quali effetti ci saranno sulla tratta regionale. «Rimaniamo alla volontà manifestata da Serracchiani – dice il sindaco di Bagnaria Arsa Cristiano Tiussi – di costituire un tavolo tra Regioni, commissario, Rfi, Italferr, e speriamo anche Comuni, per valutare i prossimi passi».

«Tav, è una vittoria degli agricoltori»

LA NUOVA VENEZIA
04 ottobre 2013 
«Tav, è una vittoria degli agricoltori»

SAN DONÀ. «Zaia si risveglia dopo un lungo sonno». Al Pd non basta la delibera approvata dalla giunta regionale per «assolvere» Zaia e Chisso. «Perché Zaia ha dormito fino a oggi? La delibera conferma la posizione che il Pd aveva tenuto fin dall’inizio e doveva essere approvata dalla sua giunta a metà dello scorso anno, immediatamente dopo che il Consiglio gli aveva dato un preciso mandato in questo senso», attaccano Lucio Tiozzo, capogruppo democratico in Consiglio regionale, e Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione trasporti. I due esponenti del Pd bocciano come assai tardivo il giudizio negativo espresso da Zaia sul tracciato litoraneo in favore dell’affiancamento alla linea ferroviaria già esistente. «Sono lacrime di coccodrillo. Nel 2006, quando la giunta deliberò a favore di questa soluzione, Zaia ricopriva il ruolo di vicepresidente della Regione», rilevano Tiozzo e Pigozzo, «negli anni successivi le osservazioni critiche e l’opposizione degli enti locali, dei territori e del Pd sono state crescenti e incessanti. Zaia dov’era?». Per il Pd, infine, «resta molto preoccupante questa situazione di incomunicabilità di Zaia dal commissario Mainardi e dai livelli di governo. Sulla Tav è doveroso il confronto istituzionale, cosa che Zaia dimostra di non aver ancora compreso». (g.mon.) di Giovanni Monforte 

SAN DONÀ La giunta regionale, su proposta del governatore Luca Zaia, ha messo nero su bianco la scelta di realizzare la Tav Venezia-Trieste lungo il tracciato dell’attuale ferrovia, con l’eventuale raddoppio che attraverserà in galleria i centri abitati. «Abbiamo formalizzato con un atto di indirizzo una decisione già nota, per confermare una scelta già discussa e fatta», ha commentato Zaia, «così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento a un percorso litoraneo che non ha né senso né consenso». La delibera ripercorre l’iter del progetto dal 2003 in poi, ricorda il lavoro svolto dal 2011 a oggi dal commissario Mainardi e sottolinea la necessità di approfondire il tracciato alternativo in affiancamento alla linea esistente, così da consentire una comparazione con il percorso litoraneo. «Il cosiddetto tracciato basso», ha aggiunto il governatore, «avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi». Come si ricorderà, la proposta di Mainardi è articolata in due fasi. La prima prevede il potenziamento della linea storica, adesso ampiamente sottoutilizzata. E solo in una seconda fase Mainardi ha ipotizzato un possibile raddoppio. Quest’ultimo ha sollevato le perplessità dei cittadini che risiedono a fianco dell’attuale ferrovia, preoccupati per le proprie case. Ma la delibera regionale rilancia l’ipotesi dell’attraversamento in tunnel dei centri abitati. «Questa proposta alternativa», ha precisato Zaia, «dovrà prevedere soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta di Piave, Musile, San Donà, Ceggia, San Stino, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro». «La decisione del presidente Zaia è una risposta alle tante istanze venute dal territorio: ma la nostra attenzione non cala, vigileremo finché il progetto non andrà definitivamente in porto». Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, commenta così l’approvazione della delibera che sconfessa l’ipotesi litoranea. «Si tratta senz’altro di una vittoria, è stata premiata la serietà e la compattezza con cui si sono mosse Cia Venezia, Confagricoltura Venezia, Copagri e Legambiente, riunite nel comitato «L’altra Tav». Avevamo richiamato più volte alla sue responsabilità la Regione perché sapevamo che la nuova ipotesi di percorso predisposta dal commissario straordinario Bortolo Mainardi era nella fase di uno studio di pre-fattibilità. E che senza un pronunciamento chiaro, non sarebbe potuta essere portata avanti e contrapposta al tracciato basso, l’unico finora ufficiale. Il tracciato basso ha forti impatti ambientali. Per lo stesso motivo ha ricevuto il radicale dissenso dei comuni attraversati. Il percorso litoraneo devastava aree importanti per l’agricoltura, da quella della pera tipica veneziana ai vigneti della Doc Piave e della Doc Lison.

La Regione: Tav lungo la vecchia linea

LA NUOVA VENEZIA
04 ottobre 2013
La Regione: Tav lungo la vecchia linea
UDINE. Anche la Regione Friuli plaude alla delibera della Regione Veneto: «Un passaggio importante - spiega il governatore Debora Serracchiani – perchè il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale». Serracchiani auspica quindi che in sede di Via «le due Regioni possano assumere una posizione comune, scegliendo la strada del potenziamento dell'esistente, dello scioglimento dei colli di bottiglia e del raddoppio, dove necessario e possibile». Serracchiani ricorda che anche il Fvg ha chiesto di avere indicazioni più precise sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio regionale, Serracchiani annuncia che «in sede di Valutazione di impatto ambientale si chiederà che le integrazioni di Rfi possano riguardare il potenziamento e l'eventuale raddoppio della linea attuale». Con questo passaggio, dunque, viene sepolto definitivamente il tracciato lungo il litorale. 

VENEZIA «La Regione ha messo il carro davanti ai buoi. Ha tagliato posti letto negli ospedali senza rafforzare i servizi sul territorio. Sarà inevitabile. Entro breve tempo bisognerà rimettere mano alle schede. Tante, troppe sono infatti le contraddizioni, le disparità che si sono create tra i territori». Pollice verso del partito democratico nei confronti della riorganizzazione della sanità targata Regione Veneto. «Di fatto», hanno evidenziato Claudio Sinigaglia, vice presidente della Commissione Sociosanitaria, ed il capogruppo Lucio Tiozzo, «la maggioranza si è limitata ad accontentare singole realtà, aumentando così la confusione». «Da un lato infatti aumentano le apicalità, 15 in più rispetto alle schede ospedaliere adottate dalla Giunta, vengono addirittura introdotti in misura copiosa i cosiddetti “primarietti”, con 30 unità semplici dipartimentali di nomina dei direttori generali». I consiglieri democratici hanno quindi puntato il dito sulla individuazione e collocazione dei posti letto delle strutture intermedie: «C’è il buio pesto. Tutto è stato rinviato ai direttori generali e alle Conferenze dei sindaci, ma solo se si otterranno risparmi dalla riduzione dei posti letto ospedalieri». Altro nodo evidenziato dal Pd, quello dell’integrazione-separazione delle funzioni: «Anche qui la confusione regna sovrana. In alcuni ospedali a ‘due gambe’ è stata scelta l’integrazione, come ad esempio a Piove di Sacco, Vittorio Veneto, Camposampiero, Castelfranco dove è stata reinserita chirurgia generale. I cittadini avranno risposte di diversa qualità a seconda del luogo dove abitano». Poi la denuncia: «C’è stato il capovolgimento totale delle decisioni sul futuro di due ospedali,il Codivilla-Putti di Cortina e quello di Motta di Livenza. Sul primo era stato deciso che dovesse essere pubblico ed invece si terrà la gara per l’individuazione di un gestore privato; sul secondo è stata abbandonata la strada della sperimentazione pubblico-privata e nelle schede si parla solo di pubblico». (fa.p.) VENEZIA «È una buona notizia, chapeau alla Regione del Veneto che prende una posizione chiara». Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’Alta Velocità/Alta Capacità sulla linea Venezia - Trieste, incassa soddisfatto la delibera con la quale la giunta regionale del Veneto, ieri mattina su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato un atto di indirizzo a favore del tracciato lungo l’attuale linea ferroviaria. Praticamente quello che aveva detto due anni fa, all’atto dell’insediamento, lo stesso Mainardi. Il Pd accusa: «La Regione conferma la sua incapacità programmatoria: sul tema Zaia ha perso praticamente due anni» sibilano i sindaci di Roncade e Meolo. La Regione del Veneto manderà nelle prossime ore questa delibera al commissario di governo. «Fin dal primo giorno - ha ricordato Zaia - abbiamo detto al commissario di metterci in condizione di valutare progetti alternativi al tracciato litoraneo, oggetto di una delibera del 2006: non una brutta idea, ma dall'impatto imbarazzante. I progetti alternativi erano due: quello complanare al sedime ferroviario e quello complanare all'A4. E quel che è venuto fuori in maniera macroscopica dalla nostra analisi è da un lato la totale indisponibilità del territorio alla soluzione litoranea, che taglia in due l'ultima parte della campagna veneta ancora integrale, dall'altro una ferrovia utilizzata solo per il 40% - ha rilevato -, che quindi va portata a regime, recuperando il 60% inutilizzato e valutando il raddoppio». Fautore del tracciato litoraneo era l’assessore regionale Renato Chisso, adducendo motivi di impatto sui centri abitati esistenti e i costi più elevati. Adesso, la scelta della Regione taglia definitivamente la testa al toro: lo scenario , per questa grande infrastruttura che corre su due corridoi europei (il Baltico/Adriatico e il Lisbona/Kiev) è di giungere al potenzialmento della linea esistente. «Il cosiddetto tracciato basso - ha ribadito Zaia - avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi». Per Zaia è chiaro che questa soluzione «dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati». Caustico il Partito Democratico: «Tre anni e 14 milioni di euro spesi inutilmente - spiegano i sindaci di Roncade e Quarto d’Altino, Simonetta Rubinato e Silvia Conte –. Tanto c’è voluto al presidente Zaia e alla sua Giunta per capire quanto noi semplici sindaci di campagna avevamo detto. In questa vicenda di imbarazzante c’è l’incapacità con cui il governo regionale di centrodestra da anni pianifica lo sviluppo infrastrutturale del territorio». Quanto al commissario, Mainardi parla di «situazione in movimento in Friuli», dove ancora non si è raggiunta un’intesa dei territori sul tracciato, ma certo la decisione del Veneto consentirà, finalmente, di passare dallo studio di fattibilità all aprogettazione prelminare. Ben sapendo che, sull’Alta Velocità nel Nordest, per ora, non c’è una lira (e costerà 7 miliardi di euro). Daniele Ferrazza 

mercoledì 2 ottobre 2013

«No alla Tav senza una tutela per le case»

IL PICCOLO
02 ottobre 2013
«No alla Tav senza una tutela per le case»

SAN CANZIAN D’ISONZO Pur ritenendo il progetto dell'Alta velocità-Alta capacità ferroviaria necessario per lo sviluppo futuro del Paese, amministrazione comunale e maggioranza al governo di San Canzian d'Isonzo preannuncia parere negativo nel caso in cui non siano accolte le osservazioni già presentate nel 2011. «E di cui non c'è alcuna traccia nelle integrazioni apportate da Italferr su richiesta della commissione di Via», ha sottolineato nell'ultima seduta del Consiglio comunale il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Luciano Dreos. Tant'è che questa volta l'amministrazione comunale è stata impegnata dal Consiglio a inviare il giudizio non solo alla Regione, ma anche, direttamente, ai ministeri coinvolti e agli esponenti politici del territorio. Il documento ribadisce quindi come imprescindibile l'allargamento della fascia di rispetto a 30 metri dalla linea. In questo modo le abitazioni da abbattere sarebbero 30, ma si eliminerebbero i pesantissimi disagi per chi si troverebbe a ridosso dei 10 metri di distanza dal tracciato. In ambito residenziale si chiede di nuovo la formazione di una fascia boscata di mascheramento delle barriere antirumore e che nelle zone extraurbane, dove non ci saranno pannelli fonoassorbenti, sia eseguito un terrapieno di mitigazione visiva. Vengono riproposte tutte le perplessità espresse a inizio 2011 sulle fasi di cantiere. A iniziare dalla richiesta di mantenere il cavalcaferrovia esistente di Pieris fino a quando non venisse costruito quello nuovo, prospettato dal progetto di Italferr. «In caso contrario una mole enorme di traffico attraversebbe Begliano», ha ricordato Dreos. Nel documento si richiede anche un'analisi costi-benefici dell'opera e la precisazione degli scenari dal punto di vista dei volumi di traffico, rilevando, inoltre, che il progetto preliminare non contiene alcuna previsione di raccordo tra la nuova linea e il porto di Monfalcone. Pur condividendo l'esigenza di tutelare la comunità, i quattro consiglieri presenti del Centrosinistra per San Canzian futura si sono astenuti, confermando la scelta di non ritenere "necessaria" la Tav, a differenza dell'amministrazione comunale. «Il gruppo di minoranza astenendosi ha scelto di non scegliere - attacca il gruppo di maggioranza Centrosinistra democratico -, accettando però così supinamente tutto quello che ci vene proposto da Italferr. Astenersi dal presentare osservazioni significa non richiedere compensazione per i cittadini, non avere nessuna opera di compensazione viaria a seguito dell'insediamento dei cantieri e accettare la chiusura della regionale 14 a Begliano». Significa, ancora secondo la maggioranza, «considerare indispensabile la costruzione del nuovo raccordo tra il Bivio D'Aurisina e Trieste, benché non sia supportato da analisi tecniche e trasportistiche» e «accettare che il porto di Monfalcone non sia collegato alla linea di alta capacità, limitandone l'operatività futura». Laura Blasich 

«La Tav non è una priorità chi governa deve ascoltarci»

LA NUOVA VENEZIA
02 ottobre 2013
«La Tav non è una priorità chi governa deve ascoltarci»
SAN DONÀ «La classe politica deve assumere un ruolo di arbitro per una soluzione più vantaggiosa per la Tav». Il comitato che si oppone al quadruplicamento della linea Venezia-Trieste scende nuovamente in campo, ora che è tornato in auge il tracciato basso per la Tav, nonostante l'opposizione del territorio. «In questa fase di stagnazione economica», spiega Paolo Perissinotto del comitato di San Donà contro il quadruplicamento «posto che la Tav non rappresenta in questo momento una priorità, e viste le criticità del tracciato litoraneo, mi attenderei un maggiore interessamento degli amministratori del territorio. Le popolazioni coinvolte spesso non si sentono adeguatamente rappresentate neppure dagli amministratori locali. Questa, a nostro avviso, è la sfida che hanno ora davanti le amministrazioni interessate. Vedremo se sapranno effettivamente smarcarsi dal mondo di certezze preconcette e soluzioni già confezionate che continuano a propinarci e, viene il sospetto, create ad uso e consumo di particolari attori politici ed economici». (g.ca.)