venerdì 4 ottobre 2013

La Regione: Tav lungo la vecchia linea

LA NUOVA VENEZIA
04 ottobre 2013
La Regione: Tav lungo la vecchia linea
UDINE. Anche la Regione Friuli plaude alla delibera della Regione Veneto: «Un passaggio importante - spiega il governatore Debora Serracchiani – perchè il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale». Serracchiani auspica quindi che in sede di Via «le due Regioni possano assumere una posizione comune, scegliendo la strada del potenziamento dell'esistente, dello scioglimento dei colli di bottiglia e del raddoppio, dove necessario e possibile». Serracchiani ricorda che anche il Fvg ha chiesto di avere indicazioni più precise sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio regionale, Serracchiani annuncia che «in sede di Valutazione di impatto ambientale si chiederà che le integrazioni di Rfi possano riguardare il potenziamento e l'eventuale raddoppio della linea attuale». Con questo passaggio, dunque, viene sepolto definitivamente il tracciato lungo il litorale. 

VENEZIA «La Regione ha messo il carro davanti ai buoi. Ha tagliato posti letto negli ospedali senza rafforzare i servizi sul territorio. Sarà inevitabile. Entro breve tempo bisognerà rimettere mano alle schede. Tante, troppe sono infatti le contraddizioni, le disparità che si sono create tra i territori». Pollice verso del partito democratico nei confronti della riorganizzazione della sanità targata Regione Veneto. «Di fatto», hanno evidenziato Claudio Sinigaglia, vice presidente della Commissione Sociosanitaria, ed il capogruppo Lucio Tiozzo, «la maggioranza si è limitata ad accontentare singole realtà, aumentando così la confusione». «Da un lato infatti aumentano le apicalità, 15 in più rispetto alle schede ospedaliere adottate dalla Giunta, vengono addirittura introdotti in misura copiosa i cosiddetti “primarietti”, con 30 unità semplici dipartimentali di nomina dei direttori generali». I consiglieri democratici hanno quindi puntato il dito sulla individuazione e collocazione dei posti letto delle strutture intermedie: «C’è il buio pesto. Tutto è stato rinviato ai direttori generali e alle Conferenze dei sindaci, ma solo se si otterranno risparmi dalla riduzione dei posti letto ospedalieri». Altro nodo evidenziato dal Pd, quello dell’integrazione-separazione delle funzioni: «Anche qui la confusione regna sovrana. In alcuni ospedali a ‘due gambe’ è stata scelta l’integrazione, come ad esempio a Piove di Sacco, Vittorio Veneto, Camposampiero, Castelfranco dove è stata reinserita chirurgia generale. I cittadini avranno risposte di diversa qualità a seconda del luogo dove abitano». Poi la denuncia: «C’è stato il capovolgimento totale delle decisioni sul futuro di due ospedali,il Codivilla-Putti di Cortina e quello di Motta di Livenza. Sul primo era stato deciso che dovesse essere pubblico ed invece si terrà la gara per l’individuazione di un gestore privato; sul secondo è stata abbandonata la strada della sperimentazione pubblico-privata e nelle schede si parla solo di pubblico». (fa.p.) VENEZIA «È una buona notizia, chapeau alla Regione del Veneto che prende una posizione chiara». Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’Alta Velocità/Alta Capacità sulla linea Venezia - Trieste, incassa soddisfatto la delibera con la quale la giunta regionale del Veneto, ieri mattina su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato un atto di indirizzo a favore del tracciato lungo l’attuale linea ferroviaria. Praticamente quello che aveva detto due anni fa, all’atto dell’insediamento, lo stesso Mainardi. Il Pd accusa: «La Regione conferma la sua incapacità programmatoria: sul tema Zaia ha perso praticamente due anni» sibilano i sindaci di Roncade e Meolo. La Regione del Veneto manderà nelle prossime ore questa delibera al commissario di governo. «Fin dal primo giorno - ha ricordato Zaia - abbiamo detto al commissario di metterci in condizione di valutare progetti alternativi al tracciato litoraneo, oggetto di una delibera del 2006: non una brutta idea, ma dall'impatto imbarazzante. I progetti alternativi erano due: quello complanare al sedime ferroviario e quello complanare all'A4. E quel che è venuto fuori in maniera macroscopica dalla nostra analisi è da un lato la totale indisponibilità del territorio alla soluzione litoranea, che taglia in due l'ultima parte della campagna veneta ancora integrale, dall'altro una ferrovia utilizzata solo per il 40% - ha rilevato -, che quindi va portata a regime, recuperando il 60% inutilizzato e valutando il raddoppio». Fautore del tracciato litoraneo era l’assessore regionale Renato Chisso, adducendo motivi di impatto sui centri abitati esistenti e i costi più elevati. Adesso, la scelta della Regione taglia definitivamente la testa al toro: lo scenario , per questa grande infrastruttura che corre su due corridoi europei (il Baltico/Adriatico e il Lisbona/Kiev) è di giungere al potenzialmento della linea esistente. «Il cosiddetto tracciato basso - ha ribadito Zaia - avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi». Per Zaia è chiaro che questa soluzione «dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati». Caustico il Partito Democratico: «Tre anni e 14 milioni di euro spesi inutilmente - spiegano i sindaci di Roncade e Quarto d’Altino, Simonetta Rubinato e Silvia Conte –. Tanto c’è voluto al presidente Zaia e alla sua Giunta per capire quanto noi semplici sindaci di campagna avevamo detto. In questa vicenda di imbarazzante c’è l’incapacità con cui il governo regionale di centrodestra da anni pianifica lo sviluppo infrastrutturale del territorio». Quanto al commissario, Mainardi parla di «situazione in movimento in Friuli», dove ancora non si è raggiunta un’intesa dei territori sul tracciato, ma certo la decisione del Veneto consentirà, finalmente, di passare dallo studio di fattibilità all aprogettazione prelminare. Ben sapendo che, sull’Alta Velocità nel Nordest, per ora, non c’è una lira (e costerà 7 miliardi di euro). Daniele Ferrazza