venerdì 4 ottobre 2013

Il Veneto affonda la Tav “balneare”

IL PICCOLO
04 ottobre 2013
Il Veneto affonda la Tav “balneare”

di Marco Ballico 
TRIESTE Luca Zaia, una decina di giorni fa, aveva parlato del progetto di far transitare la Tav da Venezia e Trieste lungo la costa veneta come di «pura fantasia». Ieri la sua giunta ha concretizzato quell’affermazione approvando la delibera che conferma la scelta di realizzare l’alta velocità lungo il tracciato dell’attuale linea ferroviaria. Una posizione che, pur su tratte diverse, sposa la tesi della giunta Serracchiani, contraria al progetto disegnato da Rfi nel 2010 che prevedeva appunto la soluzione litoranea, sostenuta in particolare dall’assessore ai Trasporti Renato Chisso. Non a caso, già ieri sera, la presidente del Friuli Venezia Giulia parlava di quella della Regione Veneto come di una «delibera importante perché il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale». Un’intesa a Nordest, in sostanza. Con Serracchiani che ha già chiesto che in sede di Valutazione di impatto ambientale le integrazioni di Rfi riguardino proprio il potenziamento e l’eventuale raddoppio della linea attuale. La presidente ha pure auspicato che nel passaggio di Via le due Regioni possano assumere una posizione comune. Nell’attesa del confronto al ministero, con il provvedimento di ieri Zaia ha di fatto promosso la proposta del commissario Bortolo Mainardi: per l’alta velocità in Veneto è sufficiente potenziare l’esistente, quadruplicando la linea. Una questione, oltre che ambientale, anche di costi: 44 milioni di euro a km per un nuovo tracciato, ha da tempo evidenziato Mainardi, non sono sostenibili. Dopo la risoluzione del Consiglio regionale veneto, le espressione della Soprintendenza e del mondo ambientalista, la giunta Zaia viene dunque ora definitivamente incontro alle richieste degli enti locali che mai avrebbero voluto i treni veloci in zona spiagge. «Scandaloso che Roma continui a considerare valido un progetto senza senso né consenso, categoricamente bocciato da tutte le amministrazioni comunali», osserva Zaia pensando a quanto proposto da Rfi tre anni fa e mai digerito dal territorio. Sempre secondo Zaia, infatti, il cosiddetto tracciato basso «avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente prosegue – dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi e prevedere soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale». Se i sindaci veneti mescolano soddisfazione e critiche a una giunta «che ha perso tempo prima di cambiare idea», parole di Simonetta Rubinato (Roncade) e Silvia Conte (Quarto d’Altino), entrambe del Pd, quelli Fvg attendono di capire quali effetti ci saranno sulla tratta regionale. «Rimaniamo alla volontà manifestata da Serracchiani – dice il sindaco di Bagnaria Arsa Cristiano Tiussi – di costituire un tavolo tra Regioni, commissario, Rfi, Italferr, e speriamo anche Comuni, per valutare i prossimi passi».