lunedì 19 agosto 2013

Scontro Cinquestelle-Serracchiani sulla Tav

19 agosto 2013
IL PICCOLO
Scontro Cinquestelle-Serracchiani sulla Tav
TRIESTE «Debora Serracchiani deve mettere subito un freno alla brusca accelerazione nella realizzazione della Tav impressa da Rfi». La richiesta, forte e chiara, arriva dal consigliere Cinquestelle Cristian Sergo, deciso a ricordare alla governatrice le promesse fatte in campagna elettorale. «Quando dicevamo che la presidente aveva copiato il programma del M5S, ma che non ci potevamo fidare, lo sostenevamo a ragion veduta - attacca Sergo -. Nel programma votato dagli elettori, Serracchiani aveva promesso di non parlare più della Tav nel nostro territorio. Poche settimane dopo l'elezione si è tornati invece a premere il piede sull'acceleratore per far ripartire questo progetto, ormai morto, in cui non credono più né i proponenti, né il commissario straordinario Mainardi, né il 60% degli elettori del Fvg che alle ultime elezioni hanno votato i programmi (di centrosinistra e del M5S) dove si diceva no all'opera e no al consumo del suolo. È con questo spirito che la presidente deve incontrare il ministro Lupi mercoledì». «Anche Rfi - prosegue Sergo - sa benissimo che quest'opera è completamente inutile per il nostro territorio, ma prova lo stesso a portarla avanti, quantomeno per rientrare dalle spese di programmazione. Infatti, nonostante gli avvisi del ministero delle Infrastrutture e l'auspicio delle parti in causa di considerare la tratta Venezia - Trieste come un solo progetto “unitario”, assistiamo ad un tentativo “estivo” di far approvare, grazie all'ennesima proroga, la tratta Ronchi -Trieste. Una tratta di una trentina di chilometri che costerà 1,7 miliardi di euro e sarà pronta (forse) non prima del 2040». Cifra che il M5S considera folle specie perchè legata alla realizzazione di un’opera del tutto inutile. «Non possiamo correre il rischio di iniziare oggi i lavori e sostenere una spesa di quasi 2 miliardi di euro, con danni elevati sul territorio per i cantieri che potrebbero restare aperti anche 12 anni in alcuni punti, per poi trovarci nell’impossibilità di proseguire l’opera verso Venezia. Serracchiani quindi - conclude - deve bloccare questa accelerazione».

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