IL PICCOLO
21 novembre 2013
Tav sul mare, 14 milioni gettati al vento
di Marco Ballico
TRIESTE Le due Regioni Friuli Venezia Giulia e
Veneto contrarie. I sindaci ostili. Un commissario che ragiona da
tempo su un’alternativa. Il progetto Tav lungo le spiagge venete
disegnato da Italferr nel 2010 è sotto assedio. Dovesse prevalere
la posizione compatta della politica, dei tecnici, del territorio contro
quel tracciato, sarebbe un clamoroso esempio di cattiva gestione
dei soldi pubblici. Perché il progetto preliminare è costato 14,2
milioni di euro. E rischia di diventare carta straccia. I costi
Solitamente, per studi di questo tipo, si viaggia attorno ai due
millesimi del valore dell’opera, in questo caso 7,3 miliardi. La
società dei treni, sollecitata sui costi, risponde nel dettaglio.
Per progettare la tratta Venezia-Trieste, i compensi ricevuti da Rfi
quali percentuali sul valore delle infrastrutture, come previsto da
contratto Rfi/Italferr, sommano circa 10,6 milioni. Il dettaglio:
tratta Mestre-aeroporto Marco Polo: 1.500.134,75 euro;
aeroporto-Portogruaro: 3.779.652,85; Portogruaro-Ronchi: 2.437.720,39;
Ronchi - Trieste: 2.881.322,40. Totale 10.598.830,39 euro. Ma, a
quanto filtra, vanno aggiunti anche 3 milioni al ministero dell’Ambiente
e 6-700mile euro di spese. Si arriva così a 14,2 milioni: più o
meno i due millesimi secondo tariffa. L’iter A richiedere il cosiddetto
preliminare è stato il ministro delle Infrastrutture nell’ambito
dell’iter approvativo dei progetti di Legge Obiettivo, lo strumento
che stabilisce procedure e modalità di finanziamento per la
realizzazione delle grandi opere, con il contributo anche
dell’Europa, puntando anche a spostare le merci da gomma a ferro entro
il 2030 prima e 2050 poi, come previsto nel Libro Bianco dei
trasporti. Quello del 2010, a quanto risulta, è un progetto realizzato
“in house” – e dunque senza alcuna gara –, negli uffici della
società partecipata al 100% da Ferrovie italiane. Il contenuto è
noto: la Tav è disegnata lungo la costa, con treni a velocità massima
250 km/h e costi di circa 44 milioni a chilometro, spesa
insostenibile superando di oltre la metà la media europea. E’ dunque
probabile che quei 14 milioni risulteranno inutili. L’alternativa
Il commissario della Tav Venezia-Trieste Bortolo Mainardi, non a caso,
lavora su un tracciato alternativo, che corre non sulla costa ma a
fianco dell’attuale linea ferroviaria. Ne parla nel dettaglio,
Mainardi, all’interno di una corposa relazione ricca di passaggi
storico-culturali, esposta la scorsa settimana a convegno a
Concordia Sagittaria, in cui si ribadisce il concetto della concretezza.
«Abbiamo una linea ferroviaria da Mestre a Cervignano
sottoutilizzata al 40% – spiega il commissario –, ma strutturalmente in
condizione di supportare già oggi il passaggio e il trasporto di
merci e raggiungere la velocità per passeggeri di 200 km orari».
Considerazioni in premessa che portano all’opportunità «di
interventi per fasi: prima la modernizzazione, con il potenziamento
dell’esistente, poi, eventualmente, il quadruplicamento». Le Regioni Il
commissario, in un’ottica di prevedere opere «economiche per la
collettività, sostenibili dal punto di vista finanziario e compatibili
con l’ambiente», si è visto confortato da due delibera di Fvg e
Veneto. La giunta Serracchiani (poi fotocopiata dal collega Zaia che ha
di fatto bocciato la linea dell’assessore Renato Chisso) chiede
esplicitamente di «sospendere il procedimento e di dare
contestualmente mandato a Rfi di studiare e presentare un'ipotesi
alternativa e migliorativa del tracciato esistente». Integrazioni
non basterebbero, servono ipotesi progettuali nuove, «mirate a
valorizzare e, dove serve, a raddoppiare la linea esistente».
Fondamentale per esempio «lo scioglimento del collo di bottiglia
rappresentato dal bivio San Polo, importante per i collegamenti ai
porti di Trieste e Monfalcone». E quei 14 milioni gettati al vento?
«Vero, risorse sprecate – commenta il consulente dell’assemblea dei
Comuni Andrea Debernardi –. Ma, se si procede con il progetto del
2010, si finirà con il buttarne via molte, molte di più».