LA NUOVA VENEZIA
13 novembre 2013
«Realizzare la Tav, una priorità» Il ministero non torna indietro
Ferrazza ha ribadito che risolvere i nodi critici
dell’attuale linea ferroviaria va bene ma non basta Legambiente:
«Quadruplicamento inutile». Cereser: «Necessario un confronto con il
territorio»
Si intervenga pure per risolvere i nodi
critici dell’attuale linea storica, ma per il ministero delle
Infrastrutture rimane «prioritaria» la realizzazione tra Venezia e
Trieste di una nuova linea ferroviaria ad alta capacità, per lo sviluppo
del traffico merci.
A ribadirlo, ieri, è stato Roberto Ferrazza,
responsabile per il ministero dei Corridoi Ten-T, ovvero le reti di
trasporto trans-europee. Dichiarazioni che hanno subito riacceso il
dibattito nel Veneto Orientale sul progetto dell’Alta Velocità- Alta
Capacità (la cosiddetta Tav-Tac).
Le parole di Ferrazza sono
state raccolte a margine di un convegno a Trieste e non lasciano spazio a
interpretazioni. Ferrazza ha definito «saggia» la scelta di «aggredire i
colli di bottiglia» sulla rete storica, ovvero i nodi che rallentano i
tempi di percorrenza sulla linea attuale.
Ma il responsabile
ministeriale ha subito precisato: «Non è mai stata messa in discussione
l’Alta Capacità in sé. Servono soluzioni ferroviarie che non siano un
ostacolo allo sviluppo del porto di Trieste e dei porti dell’Adriatico.
Tra fare un quadruplicamento ex novo e la linea storica con soluzione
dei nodi c’è una bella differenza».
Ferrazza è intervenuto anche
sulla questione del possibile tracciato, spiegando che il ministero
dell’Ambiente completerà la Valutazione d’impatto ambientale (Via) sulle
due ipotesi, balneare o in affiancamento. «Rete Ferroviaria Italiana ha
sollecitato il ministero a dare indicazioni per le finalizzazioni del
progetto di affiancamento alla linea esistente», ha aggiunto, «adesso il
ministero dell’Ambiente chiuderà il parere di Via confrontando tra loro
sia l’ipotesi costiera che quella di affiancamento alla linea
esistente».
Per Legambiente si tratta di dichiarazioni «molto
politiche» per accontentare gli amministratori friulani sulla questione
porti. «Come abbiamo sempre detto, prima si deve andare alla saturazione
della tratta storica, con il superamento dei colli di bottiglia»,
commentano gli ambientalisti del circolo Pascutto-Geretto, «mentre una
nuova linea deve essere in funzione delle reali necessità. Dire adesso
che ci sia bisogno di un quadruplicamento non è corretto, perché non si
avverte la necessità di farlo. Tanto più che c’è la possibilità di
utilizzare anche il famoso Corridoio baltico con le linee già
esistenti».
Poi, fatti i potenziamenti, si potrà capire di quali
ulteriori interventi ci sia bisogno. «Ma con dati reali di proiezioni,
non teoricamente», avverte Legambiente. Per gli ambientalisti un
eventuale raddoppio «deve essere solamente in funzione di comprovate
necessità di saturazione della tratta esistente e fatte tutte le dovute
valutazioni dal punto di vista dell’impatto ambientale sui paesi che la
linea attraverserà».
Da ultimo, considerato che ormai si parla di
linea per il solo traffico merci, quindi con una progettualità diversa,
per Legambiente andrebbe fatta una valutazione di tracciato su tutti i
corridoi esistenti.
«Serve un coinvolgimento dei territori. Se
parliamo di nuove linee e nuovi tracciati è opportuno che ci sia questa
fase di confronto, che è mancata nell’esperienza del tracciato basso»,
conclude il presidente della conferenza dei sindaci Andrea Cereser, «la
valutazione sul bisogno di avere una nuova linea deve basarsi sui dati
che già ci sono e sulle prospettive di sviluppo, anche economico. Alla
luce di ciò, se c’è la giustificazione che sta dietro all’operazione
finanziaria, la scelta del tracciato da adottare dovrà poi tenere conto
anche del principio di sostenibilità ambientale e sociale, non solo
economica».
Giovanni Monforte