01 settembre 2013
IL PICCOLO
Tav, il Comune di Trieste tira il freno a mano
La giunta non dà nessun parere a Italferr sul progetto della tratta fra il capoluogo e Ronchi dei Legionari
Il Comune di Trieste tira il freno a mano lungo l’iter burocratico
che dovrebbe portare, entro il 2040, alla realizzazione della
Ronchi-Trieste, la tratta locale della Tav.
La giunta Cosolini è
fresca di delibera nella quale - «seppur ribadendo il valore strategico
di un sistema infrastrutturale di trasporto e di comunicazione adeguato
alla funzione logistica e portuale, alla collocazione europea», con
tanto di richiesta all’amministrazione Serracchiani di «un intervento
nei confronti di Governo e Ferrovie per un pronto confronto che sciolga i
nodi aperti» - ha stabilito di «non esprimere parere» sulla versione
del progetto preliminare della Ronchi-Trieste aggiornata con le ultime
integrazioni ambientali. Una versione che Italferr ha spedito alla
Regione, in risposta alle condizioni e alle prescrizioni che la stessa
Regione aveva raccolto da tutti gli enti locali, sintetizzato e inviato
al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della procedura di Via. La
delibera - il cui valore non è vincolante per Regione e Governo ma ha
comunque un forte sapore simbolico - ora sta transitando nelle
circoscrizioni, poi tornerà in giunta, quindi si avvierà all’ultima
parola del Consiglio comunale, la cui discussione con voto decisivo
dovrebbe essere calendarizzata entro un paio di settimane. La
conclusione alla quale arriva però il provvedimento è già preda di
polemiche, con la maggioranza (si legga sotto, ndr) accusata dalle
opposizioni di aver deciso di non decidere per evitare pubbliche
spaccature come quando, nell’estate del 2012, il centrodestra venne in
soccorso al Pd per far passare il parere favorevole condizionato proprio
sulla Tav, osteggiato dall’ala sinistra della maggioranza stessa.
L’ultimo documento, dopotutto, è entrato in giunta - portato da Umberto
Laureni, l’assessore all’Ambiente in quota Sel - con un parere
originariamente contrario stilato dagli uffici tecnici. È uscito appunto
senza più parere.
Eppure la delibera - 25 pagine dense di
citazioni della storia dell’iter avviato ancora nel 2003 - è piuttosto
convincente: gli uffici tecnici certificano, e qui la politica conta
fino a un certo punto, che Italferr non ha esaudito ben 11 prescrizioni
delle 24 cui il Comune l’anno scorso aveva condizionato il proprio
parere favorevole. Maa le due condizioni più pesanti che
l’amministrazione Cosolini ritiene oggi non soddisfatte riguardano due
sostanziali royalty. Una è l’adeguamento delle infrastrutture connesse
al Porto», l’altra è «la progettazione preliminare che preveda il
collegamento oltre il Porto fino a Capodistria». (pi.ra.)
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