20 settembre 2013
IL PICCOLO
Comune, giunta bocciata sulla Tav
Non passa in Consiglio la delibera del “non parere”. Cosolini: «Ora basta, serve un chiarimento»
Rischiare la crisi su un “non parere”. A
Trieste succede. La maggioranza di centrosinistra del Comune finisce
sotto per la prima volta dopo oltre due anni su una delibera sulla
Tac/Tav che non delibera nulla. Da non credere. Tutto accade a notte
fonda in Consiglio comunale con la votazione sul documento equilibrista
messo a punto dall’assessore Umberto Laureni: 19 contrari e 17
favorevoli. Maggioranza bocciata proprio a inizio anno scolastico e a
ridosso del report di metà mandato. Un corto circuito politico che è
riuscito a saldare gli opposti: i No Tav con i pro Tav. A promuovere il
“non parere” della giunta il Pd in blocco (il partito del sindaco), i
Cittadini e Trieste cambia. L’ala sinistra, con Sel e Federazione di
sinistra in prima fila, hanno votato assieme all’opposizione (Forza
Italia, Pdl, Un’Altra Trieste, Movimento 5 Stelle, Lista Dipiazza, Lista
civica indipendente). Con loro anche Paolo Bassi, ex Idv ora nel gruppo
misto.
E la sospensione del giudizio sull’Alta velocità
ferroviaria diventa una “sospensione” della maggioranza. “Epochè” alla
greca. La maggioranza che decide di non decidere. Con il sindaco Roberto
Cosolini che in aula, nel cuore della notte, preannuncia “conseguenze
politiche”. Fortuna vuole che la Tav (facile immaginarne il motivo) non
sta nel programma di coalizione. «Non possiamo fare finta che non sia
successo nulla. La sconfitta della giunta c’è stata. Abbiamo subito una
battuta di arresto» ammette a malincuore il primo cittadino annunciando
un chiarimento («Meglio di verifica che sa di vecchia politica»). Anche
perché ormai non si contano le volte che Sel o la Federazione della
sinistra si smarcano dalle scelte della giunta. Un anno fa, sempre sulla
Tav, venne in soccorso parte dell’opposizione, a far passare il parere
favorevole condizionato a una serie di prescrizioni (che Italferr ha
accolto solo in parte). «Adesso basta. C’è bisogno di un chiarimento.
Dirò le cose che intendo fare nei prossimi due anni e chiederò
responsabilità da parte della maggioranza. Voglio sapere chi ci sta. Chi
non vuole starci è libero di non starci più. C’è un patto, ma non un
obbligo. Nessun appello alla disciplina anche se ogni tanto un po’ di
disciplina ci vorrebbe» chiarisce Cosolini che non vuole essere cotto a
fuoco lento. E intanto difende la delibera bocciata («Non è vero che non
diceva nulla. Anzi ha un precedente illustre: la giunta Illy approvò
due libere senza parere sul rigassificatore») e il suo assessore Laureni
(«Gode della mia stima incondizionata»). «La realtà è che nessuno può
cantare vittoria. Il voto contrario ha visto prevalere i sostenitori del
no aprioristico e ideologico e quelli del sì senza condizioni della
Tav. Un pasticcio» sottolinea Cosolini. Che alla Tav è favorevole.
«La
mia delibera era un tentativo di mediazione. Si sa: io sono contrario
alla Tav e il sindaco è favorevole» ammette con onestà l’assessore
Laureni. «Mi dispiace che il mio partito non abbia capito la novità
della delibera: è il primo mezzo passo indietro del Comune dopo sei
pareri favorevoli espressi in passato». E così la Regione si troverà
senza il parere del Comune di Trieste (nella migliore delle ipotesi
avrebbe avuto una delibera con un “non parere”). E anche vero che la
prima bozza della delibera dell’assessore Laureni esprimeva un parere
contrario.
«È un buon momento per il movimento No Tav, ma un
brutto momento per il centrosinistra al governo della città» sintetizza
Marino Andolina, capogruppo della Federazione della sinistra. Marino
Sossi, capogruppo di Sel, non presente in aula al momento del voto per
problemi di salute, esulta: «Finalmente viene così rispettato il voto
contrario dei comuni minori e dei consigli circoscrizionali. Quello che
non capisco è il Pd che a Duino e Sgonico vota in un modo e a Trieste
all’opposto. Non ha una linea neppure a livello provinciale. Noi,
invece, dobbiamo chiarire la posizione ambigua tenuta dal nostro
assessore». Il Pd difende la sua “non scelta” comunale. «Il voto
contrario in Consiglio - spiegano il capogruppo Giovanni Maria Coloni e
Mario Ravalico - è stato il frutto dell’estemporanea saldatura fra
posizione opposte. Si potrebbe dire che stavolta è prevalso il partito
del “no se pol”: spiace che anche una parte della maggioranza abbia
preso questa posizione e non si potrà non trarne motivi di seria
riflessione per il futuro».
Conseguenze politiche? «Se qualcuno
vuole conseguenze politiche da questo voto, se ne assume tutta la
responsabilità - dice il saggio presidente del Consiglio comunale Iztok
Furlanic -. La Tav non era inserita nel programma amministrativo proprio
perché si sapeva che non era possibile trovare accordi». Un “non
parere” già scritto prima della delibera.
Link: http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/09/20/news/comune-giunta-bocciata-sulla-tav-1.7780819