02 settembre 2013
LA NUOVA VENEZIA
«La Regione penalizza ancora Mestre»
L’attacco del sindaco dopo l’adozione del Piano territoriale (Ptrc). «È fortemente a rischio lo sviluppo della città»
Non solo c’è il «rischio di bloccare lo
sviluppo di Mestre»: la variante parziale al Piano territoriale
regionale di coordinamento (Ptrc) «dimostra una scarsissima attenzione
da parte della Regione per la città di Mestre» per i vincoli che impone,
e per le grandi opere che estrae dal cilindro dopo che la città le
aveva bocciate. Ne è convinto il sindaco Giorgio Orsoni che interviene
sul braccio di ferro aperto dalle nuove norme della variante regionale
contro le quale Ca’ Farsetti è pronta a dare battaglia con una pioggia
di osservazioni, già presentate, e con un ricorso straordinario al Capo
dello Stato.
E poco importa che da Palazzo Balbi arrivino segnali
di apertura come quello lanciato dal vicepresidente Marino Zorzato,
secondo cui, se pur qualche problema di interpretazione delle norme può
esserci, no c’è nessuno vuole congelare lo sviluppo della terraferma o
arrogarsi il diritto di decedere al posto del Comune. Precisazioni che,
per Orsoni, arrivano troppo tardi. «Queste aperture dimostrano che la
Regione ha sbagliato, per distrazione o incompetenza, o perché mossa da
interessi che non solo quelli della città». E di chi allora? «Di quelli
che» dice Orsoni «trarranno beneficio da questa variante».
Una
variante che affida la regia alla Regione per ciò che riguarda gli
interventi nel raggio di due chilometri da stazioni e caselli, e che
vincola edifici considerati, sul piano architettonico, esempi del
Novecento, come ad esempio l’ex palazzo delle Poste di piazzale
Favretti, simbolo della corrente del “Brutalismo” o il quartiere Circus
di Chirignago. Solo due, tra i più significativi, dei 42 edifici
vincolati a Mestre dal comitato scientifico del Ptrc, cui se ne
aggiungono 20 tra Lido e Mazzorbo, e 36 in centro storico. Vincoli
assurdi, secondo Ca’ Farsetti, che su queste aree invece vorrebbe
intervenire massicciamente. «Ed è questo il motivo per cui abbiamo
presentato le osservazioni» rilancia Orsoni «e facciamo ricorso al Capo
dello Stato. Mestre non può restare bloccata». Senza contare che, oltre
ai vincoli - e qui entra il campo la questione degli «interessi che non
sono quelli della città» - la variante al Piano regionale immagina non
solo la sub-lagunare, progetto di cui si discute da decenni, ma anche la
Tav in tunnel lungo la gronda, una soluzione già bocciata da Ca’
Farsetti, e una cittadella aeroportuale a Tessersa dietro la quale a Ca’
Farsetti leggono un sostanziale via libera al master plan di Save.
Lo dice a chiare lettere anche l’assessore all’Urbanistica, Andrea
Ferrazzi, che proprio oggi sentirà Zorzato per concordare un incontro
per affrontare la questione. «L’obiettivo è quello di togliere la
pianificazione della zona aeroportuale al Comune per darla al
concessionario» dice Ferrazzi «senza tenere conto del percorso fatto
fino a qui. Ma tra le scelte assurde del piano c’è anche l’indicazione
di Marghera come appendice logistica dell’interporto di Padova, una
scelta che si commenta da sola, come se il porto fosse a Padova e non a
Marghera».
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