LA NUOVA VENEZIA
28 settembre 2013
Sciopero della fame contro il tracciato dell’Alta velocità
SAN DONÀ Digiuneranno a turno, un giorno per ciascuno, per
protestare contro l’ipotesi di tracciato litoraneo dell’Alta
Velocità (Tav) Venezia-Trieste. Ma anche contro i «mega Piani di Assetto
del territorio» e tutti quegli interventi che, anche nel Veneto
Orientale, prevedono la distruzione del territorio, con milioni di metri
cubi di cemento. A promuovere l’iniziativa sono i volontari del
circolo Pascutto-Geretto di Legambiente. Un’idea nata sulla scia del
digiuno che nelle scorse settimane ha già attuato don Albino
Bizzotto. Saranno una decina i soci del circolo che inizieranno il
loro sciopero e intendono portarlo avanti almeno fino al 5 e 6 ottobre,
quando Legambiente, insieme alle associazioni locali, ha già
programma un’iniziativa a Caorle per dire no agli interventi edilizi
previsti su Valle Vecchia. Ma in primo piano adesso c’è di nuovo la
Tav. Lunedì a San Donà Legambiente e le associazioni di categoria degli
agricoltori presenteranno un pacchetto di iniziative per
rilanciare la protesta contro il tracciato litoraneo. «Ancora una
volta ci troviamo di fronte all’ennesimo passo in avanti di questo
progetto assurdo e, a parole, non voluto da nessuno. Purtroppo i
fatti dimostrano il contrario», attacca Maurizio Billotto di
Legambiente, «sembra addirittura che nessuna delibera sia giunta in
commissione di Valutazione ambientale, ma chi si vuole prendere in
giro?». Legambiente ricorda di aver presentato anche ricorso alla
Corte europea per i diritti dell’uomo, evidenziando le violazioni da
parte della Regione delle direttive sulla partecipazione e la
valutazione dei progetti. «Ora ci troviamo nuovamente a riaprire un
dibattito che, a distanza di tre anni, non sembra aver fatto nessun
passo in avanti. L’unica cosa che continua ad andare avanti sono i
costi del progetto, che nessuno vuole», conclude Billotto, «chiediamo
uno scatto d’orgoglio della politica. Chiediamo siano rispettati
gli impegni assunti, finora, a parole. Tutti, dall’amministratore locale
al parlamentare, hanno responsabilità sull’accaduto. Terminato il
valzer delle accuse, chiediamo una sola cosa: atti concreti».
Intanto il consigliere regionale Bruno Pigozzo (Pd) ha presentato
un’interrogazione a risposta immediata per chiedere quali
iniziative intenda attuare la Regione per rimediare alla «clamorosa
inerzia» del governatore Zaia rispetto alla bocciatura del
tracciato litoraneo. Giovanni Monforte