23 agosto 2013
IL PICCOLO
«Tav Venezia-Trieste, le criticità restano»
Via libera del Consiglio provinciale alla delibera che rafforza le osservazioni al progetto di Italferr
Restano tante le perplessità sulla linea Tav Venezia-Trieste, a
fronte delle poche risposte che Italferr ha fornito nella nuova stesura
del progetto: il consiglio provinciale triestino, riunitosi ieri, ha
fatto propria praticamente all’unanimità una delibera che rafforza i
dubbi di carattere ambientale, economico e progettuale sull’opera.
L’assessore provinciale Vittorio Zollia si è espresso in questi termini:
«La Provincia si era già espressa nel luglio 2012 sul primo progetto
trasmesso da Italferr, evidenziando tutta una serie di criticità
progettuali indicate in dettaglio nella delibera - ha detto -. La
Regione ha raccolto quelle osservazioni, assieme a quelle degli altri
enti locali, per trasferirle poi al ministero dei Trasporti, il quale ha
valutato di portarle solo in parte davanti a Italferr». Il risultato è
che nel nuovo progetto mancano molti dei riscontri richiesti nel 2012:
«Ma il fatto più grave è che gli incontri avuti con i tecnici di
Italferr per ripensare il tracciato nel Comune di Duino Aurisina sono
stati ignorati, e che il progetto è stato ripresentato tale e quale - ha
aggiunto Zollia -. Ribadiamo quindi che bisogna adeguare il tracciato
alle osservazioni fatte dalle amministrazioni comunali nel 2012. Dal
punto di vista trasportistico evidenziamo due aspetti: è incongruo che
si ipotizzi la realizzazione di un’opera a quarant’anni da oggi, con
proiezioni dell’evoluzione dei trasporti che arrivano a 15 anni.
Altrettanto incongrua l’esclusione di Trieste dal percorso» come
stazione di testa.
Marcello Bergamini (Sel), presidente di
commissione, ha rilevato: «Abbiamo valorizzato le osservazioni
sull’impatto ambientale e la forte attenzione ai pareri dei Comuni
coinvolti, che noi chiediamo di tener presente. Ora i pareri e le
osservazioni sono molto più forti rispetto al 2012». Sel e Fds hanno
presentato un emendamento, accolto dalla giunta e inserito nella
delibera, che chiede di rivoluzionare il sistema dei trasporti senza
però collegare il concetto al Corridoio V o al Baltico-Adriatico.
Massimo Romita (Pdl) ha sottolineato i punti critici: «Penso ad esempio
alla trivellazione del monte Ermada; al tema dell’acqua, che il progetto
non ha preso in considerazione e che abbiam visto creare grandi danni
in altre regioni; la dispersione di fumi e polveri nell’atmosfera; la
durata quarantennale dei cantieri e i disagi che da essi derivano. Per
tutti questi motivi voteremo favorevolmente alla delibera». Fabio Longo
dell’Idv, che avrebbe voluto una delibera ancora più dura, al momento
del voto è uscito dall’aula. Il consiglio ha approvato anche una
delibera che raccoglie le osservazioni, altrettanto critiche, espresse
dagli uffici tecnici provinciali nei confronti del progetto di Punta
Olmi a Muggia.
Giovanni Tomasin
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