14
agosto 2013
IL
PICCOLO
Duino “affonda” la Tav Il sindaco: «Opera inutile»
Il
Consiglio comunale boccia per la terza volta il tracciato proposta da Italferr
«Troppi rischi per gli abitati di Ceroglie e Malchina e per le sorgenti del
Timavo»
DUINO AURISINA.
«Valorizzare e potenziare i tracciati esistenti», sulla scia degli indirizzi
già adottati dal commissario Bortolo Mainardi per la tratta Ronchi-Venezia: di
qui non si svicola. Dopo l'incontro a Udine con Debora Serracchiani, per il
sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja, non si prospettano altre soluzioni
in merito alla Tav. «È in sostanza la terza volta che Italferr presenta lo
stesso progetto – sottolinea –, con lacune terribili e senza neppure recepire i
nostri rilievi. Un esempio? Il fatto di poter pensare che sotto il ponte di
Visogliano, dove non ci passa neppure una bici, possano transitare i camion del
cantiere. È ora di finirla di progettare opere inutili, quando rimettendo in
funzione i tracciati esistenti si potrebbe andare avanti ancora per 30 anni».
Del resto anche la massima assise di Duino Aurisina ha espresso un “no” secco
alla nuova linea ferroviaria Venezia-Trieste, che rischierebbe di snaturare i
centri storici di Malchina e Ceroglie, ma anche di porre a repentaglio l'approvvigionamento
idrico e l'ecosistema del Timavo, fiume sotterraneo conosciuto in tutto il
mondo per il suo misterioso tragitto. Infatti, con un consiglio-lampo durato
mezz'ora e straordinariamente convocato ad agosto, l'unanimità dei 14 presenti
ha bocciato, esprimendo parere negativo, le integrazioni allo Studio d'impatto
ambientale relativo al progetto preliminare del tracciato av/ac di Italferr.
Propedeutiche al voto, le analisi svolte nelle commissioni II e Capigruppo,
riunite in tempi record dopo il “pasticcio” del dvd disperso tra gli uffici,
che ha impedito di inserire il punto della Tav nel precedente Consiglio di fine
luglio.
Gli organismi
hanno valutato come «estremamente superficiale la documentazione» prodotta
sull'inaccessibilità ai mezzi pesanti del ponte di Visogliano. L'unico percorso
alternativo transita per Malchina e ridiscende a Ceroglie, ma «entrambe le
scelte sono comunque inaccettabili per gli impatti». Di qui la richiesta di
studi realistici sul traffico. Inoltre la commissione ha espresso “grave
preoccupazione” per alcune omissioni. Lo studio sui pozzi di captazione per
acqua potabile, ritiene il Consiglio, tralascia infatti di inserire il punto di
captazione sulla foce del Timavo, usato come unico pozzo di emergenza dalla
rete acquedottistica triestina. «È evidente – così il Consiglio - come tale
punto di approvvigionamento idrico, e pure l'ecosistema del fiume, siano messi
a grave rischio dall'opera. Altre parti della documentazione di Italferr
ricordano come alcuni dei materiali utilizzati per l'opera siano altamente
tossici, vedi le sostanze per l'impermeabilizzazione delle gallerie. Sui rischi
di contaminazione del fiume e della falda di Brestovizza, che serve la
Slovenia, si rimanda alla lettura completa della documentazione prodotta da
Cucchi e altri, di cui Italferr invece produce solo stralci”. Nonostante il
voto compatto, non sono mancate schermaglie. «Mi domando se sia stato giusto
spendere altri soldi pubblici per la convocazione di ben due commissioni e un
Consiglio – tuona Massimo Romita (Pdl) – quando si sarebbe potuto esprimere il
parere prima. Altro che risparmio sulle bollette dei cellulari di servizio!».
«Se penso –
ribatte Maurizio Rozza – ai costi della politica regionale, non mi preoccupo
affatto di queste irrisorie spese di gettone, anzi andrebbero considerate le
svariate ore prestate gratis per analizzare la documentazione. Questo Consiglio
e il confronto pubblico sono stati essenziali per la democrazia».
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