07
agosto 2013
LA
NUOVA VENEZIA
«Tav, la Regione decida quale
tracciato vuole»
Il
commissario Mainardi lancia l’allarme: si rischia che s’imponga quello
litoraneo Un anno non è bastato per decidere. I sindaci per l’affiancamento
all’attuale linea
Prima la
rassicurazione: la documentazione inviata da Italferr sulla Tav Venezia-Trieste
riguarda solo la tratta Ronchi Sud-Trieste. Al momento, dunque, non ci sono
passi in avanti sul progetto di tracciato litoraneo, duramente contestato dai
sindaci del Veneto Orientale che hanno spinto per l’ipotesi del potenziamento e
dell’affiancamento alla linea attuale. Per la tratta veneta si stanno
attendendo gli atti ufficiali da parte di Regione e ministero delle
Infrastrutture sull’indicazione di quale tracciato. E qui Comuni e comitati
hanno di che preoccuparsi, perché, ammette il commissario straordinario Bortolo
Mainardi, «se gli atti ufficiali non arriveranno entro qualche mese, secondo me
continuerà l’iter istruttorio del vecchio progetto».
Mainardi ha
fatto chiarezza sullo stato dell’arte della Tav Venezia-Trieste, dopo che la
notizia rimbalzata da Monfalcone sulle nuove valutazioni chieste da Italferr
aveva creato un generale allarmismo. «Il nuovo passaggio riguarda la tratta
Ronchi Sud-Trieste che non è di mia competenza. Per quanto riguarda le tratte
venete», ha spiegato Mainardi, «sto aspettando che la Regione e il ministero
delle Infrastrutture dicano ufficialmente qual è il corridoio da seguire.
Ovvero se rimane quello del progetto litoraneo o se vale l’idea
dell’affiancamento-quadruplicamento. È da un anno che si sta discutendo. Per
quanto riguarda la tratta Portogruaro-Ronchi Sud, sto aspettando a giorni un
incontro con la governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, per dare risposta
a quei Comuni che hanno chiesto anche loro un’ipotesi alternativa al progetto
del 2010».
Gli oppositori
al tracciato litoraneo però non possono dormire sonni tranquilli. O si mette
nero su bianco la scelta dei sindaci per il tracciato in affiancamento (gli
studi di fattibilità sono stati eseguiti) oppure il percorso litoraneo rischia
di andare avanti. «Il tracciato balneare è comunque in piedi, i progetti sono
tuttora al ministero dell’Ambiente», ha confermato Mainardi, «se la politica
non decide qual è il corridoio su cui continuare a lavorare, allora in autunno
il ministero dell’Ambiente potrebbe andare avanti dando il parere sul progetto
del 2010. Se invece si deciderà prima, allora si stopperà l’istruttoria
ministeriale e si chiederà al proponente, Rete Ferroviaria Italiana, di
tramutare gli studi di fattibilità in progetti preliminari che andrebbero a
sostituire i progetti del 2010. Però non è una scelta che fanno i tecnici, è
una decisione che deve prendere la politica».
I sindaci, come
detto, sono a maggioranza per l’affiancamento e, prima di tutto, per il
potenziamento della linea esistente. «I sindaci hanno detto qual è la loro
ipotesi e io l’ho sostenuta. Ma ora abbiamo bisogno degli atti ufficiali dalla
politica» ha concluso Mainardi.
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