13
agosto 2013
IL
PICCOLO
I sindaci frenano sulla Tav «Tempi biblici per
l’avvio»
Il
tecnico assoldato dai Comuni interessati dal tracciato «Mancano i fondi, i
cantieri non inizieranno prima del 2035»
di Marco Ballico
TRIESTE «Quando
passerà la Tav in Friuli Venezia Giulia, noi non ci saremo». Andrea Debernardi,
consulente dei Comuni della Bassa friulana che hanno messo assieme circa 200
osservazioni sul progetto Rfi del 2010, quello che prevede l’affiancamento
della ferrovia alla A4, gela le speranze di un’alta velocità in tempi brevi. Lo
fa con la freddezza del tecnico nel giorno in cui i sindaci si confrontano a
Udine con Debora Serracchiani sul tracciato della Venezia-Trieste.
Il nodo risorse
Più nel
dettaglio, Debernardi ricorda che i lavori di affiancamento autostradale tra
Portogruaro e Cervignano, «se anche si approvasse domani quel progetto,
inizierebbero, come da documentazione allegata, a partire dal 2035». Il motivo?
«Colpa di Pantalone. Mancano le risorse perché se ne sono usate tantissime per
opere spesso sovradimensionate. Si dice che l'alta velocità è indispensabile
allo sviluppo, ma dove si sono spesi 100 miliardi per la Tav, e cioè nella
dorsale centrale, dal Piemonte alla Campania, non mi sembra si stiano
raccogliendo tutti questi successi economici».
Portogruaro-Cervignano
Il riferimento
del tecnico dei sindaci ai ritardi dell’alta velocità nel Nordest riguarda in
particolare il tratto che il progetto 2010 considera “non prioritario”, quello
che va da Portogruaro a Cervignano: «Tenendo puro conto dell’impossibilità
fisica di quadruplicare la linea attuale a Latisana, non è uno scandalo che il
ragionamento sia ancora aperto». Al contrario, spiega Debernardi, la priorità
assegnata alla Udine-Cervignano, esclusa però dal programma Tav, e alla
Monfalcone San Polo-Bivio Aurisina «ha consentito un lavoro ancora preliminare
ma che può aprire la strada alla realizzazione delle opere».
I nodi
I punti critici,
in prospettiva lunga, del percorso in Fvg? «L’attraversamento del Carso e dei
fiumi maggiori, Isonzo e Tagliamento. Poi, in Friuli, vari nodi urbani come per
esempio il viadotto di Cervignano o il passaggio di Villa Vicentina, situazioni
che impongono di rimodulare la velocità di transito dei treni e garantire opere
di mitigazione adeguate, modificando il progetto di tre anni fa». Quanto alla
tratta Ovest, prosegue Debernardi, emergono problematiche di sistema: «Non solo
il raccordo con l’interporto di Cervignano è assicurato solo nell'ultima fase
funzionale, ma il progetto 2010, inizialmente pensato in coordinamento con la
terza corsia autostradale della A4, deve oggi fare i conti con un'evoluzione
non coerente con queste premesse».
I sindaci
vogliono chiarezza
Si rischia
dunque l’impasse. Come teme pure il portavoce dei sindaci, il primo cittadino
di Bagnaria Arsa Cristiano Tiussi. «Le modifiche al progetto 2010 sono
moltissime, ma si tratta anche di capire le conseguenze, tra San Michele e
Latisana, dello studio di fattibilità per un tracciato diverso in Veneto». Una
chiamata in causa del commissario Mainardi che su quello stadio sta lavorando:
«Posto che la sua posizione è per l’ammodernamento dell’esistente e non per una
nuova linea – dice ancora Tiussi –, l’incontro con la presidente Serracchiani
diventa determinante: commissario e Regione devono trovare un accordo».
La presidente da
Lupi
Serracchiani
risponde a stretto giro di posta. Nel vertice di ieri (presenti 23 sindaci
dell’assemblea permanente), la governatrice annuncia anzi che, con Mainardi, ci
sarà al tavolo pure il ministro Lupi. L’obiettivo è appunto «fare chiarezza e
iniziare a ragionare su tutti i dettagli dell'opera». Le osservazioni dei
Comuni, commenta la presidente, «saranno utili alla stessa Rfi, in quanto
tendono a superare talune criticità progettuali e sono indirizzate a un
maggiore efficientamento della linea, senza toccare il tracciato indicato». La
“svolta” di Mainardi? «La Regione – precisa Serracchiani – non ha mai ricevuto
una proposta alternativa». E dunque proprio per questo «è necessario un
incontro con il ministro, anche perché nel frattempo le istituzioni hanno
proseguito a ragionare sul tracciato 2010». Dalla presidente un’ultima
rassicurazione: la prevista velocizzazione della tratta, «che si potrà
realizzare anche grazie ai 30 milioni assegnati dal governo con il “+decreto
del Fare”, è altra cosa e si farà prima e a prescindere rispetto all'alta
velocità».
Link: