venerdì 6 dicembre 2013

Politica tiepida sulla Tav doppia

IL MESSAGGERO VENETO
06dicembre2013
Politica tiepida sulla Tav doppia
PORDENONE Alta velocità da Venezia a Udine passando per Pordenone? «Posto che per la Ue sono preferibili le relazioni più brevi, si presentano dei problemi nell’attraversamento dei nodi di Pordenone, Treviso e Conegliano, che necessiterebbero di interventi massicci, con aggravio di costi e di tempi, mentre noi abbiamo da rispondere a necessità immediate». La presidente della Regione Debora Serracchiani, si mostra scettica rispetto all’ipotesi lanciata dall’europarlamentare Antonio Cancian. Se l’idea di Cancian, che ha dichiarato di aver verificato la fattibilità dell’ipotesi anche con le Ferrovie, è quella di mantenere l’alta velocità (intesa come linea fino a 200 chilometri orari) sulla linea Pontebbana (ovvero sulla ferrovia che da Venezia collega Pordenone e Udine) fino al capoluogo friulano e l’alta capacità (fino a 160 chilometri orari) lungo l’asse costiero esistente (la Venezia-Portogruaro-Trieste), la reazione della politica appare a dir poco tiepida. E non solo quella. Il commissario straordinario della tratta Venezia-Ronchi, Bortolo Mainardi, cassa la soluzione. «Mi fa piacere riscontrare che anche Cancian condivida quello che il governo, mio tramite, ha espresso ovvero l’intenzione di superare il progetto 2010 trovando una soluzione meno impattante ed economicamente sostenibile. Quanto all’alternativa proposta, però, resto sgomento». Secondo Mainardi la linea Venezia-Trieste «va mantenuta sia per l’alta capacità che per l’alta velocità: il corridoio Mediterraneo lo prevede, così come l’Adriatico Baltico. E poi c’è una questione contingente che è quella dell’ipotesi di un’alta velocità che passi per Treviso, Sacile, Pordenone, Udine. Quali investimenti servirebbero – incalza il commissario – per consentire il passaggio dei treni a 200 chilometri orari nelle attuali stazioni? Bisognerebbe sventrare parti di territorio. Ricordo solo che oggi i treni non possono attraversare queste stazioni a più di 70 all’ora. Ma è la politica che deve decidere cosa fare». Regione e commissario per una volta sembrano d’accordo. E se la Regione crede che il Friuli Vg possa giocarsi la partita bene, ottenendo finanziamenti su entrambi i corridoi (anche l’Adriatico Baltico che è quello che da Udine va verso Vienna), Mainardi crede nell’adeguamento della linea esistente e nella progettazione – in contemporanea – di un quadruplicamento. «L’unico problema, in questo caso, lo vedo sul nodo di Latisana dove probabilmente servirebbe realizzare un tratto in galleria». A questo punto il “boccino” lo hanno in mano Friuli e Veneto che, assieme al commissario e al governo centrale, devono uscire dall’impasse creatasi dalla bocciatura del progetto 2010, quello costiero. A gennaio parte la “gara” per accaparrarsi una fetta dei 23 miliardi a disposizione per le reti Ten-t. E il Friuli, è il caso di dirlo, non può perdere il treno. Martina Milia