LA NUOVA VENEZIA
21marzo2014
Tracciato alternativo Tav per il Ministero non esiste
Allarme del Pd dopo la risposta del sottosegretario De Caro
all’interrogazione «Il percorso litoraneo è stato bocciato da tutti ma a
Roma c’è solo quello»
Nonostante più di tre anni di battaglie
condotte dal territorio, il contestato tracciato litoraneo della Tav
Venezia-Trieste rimane ancora piedi.
Anzi, il progetto presentato
da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) nel 2010 è tuttora l’unico in fase
di analisi da parte della Commissione ministeriale di valutazione
d’impatto ambientale (Via). Davanti alla commissione Via, invece, non
c’è ancora il tracciato alternativo, in affiancamento alla linea
esistente, che pure Rfi ha predisposto ancora nel 2012 su mandato del
commissario Mainardi. Nonostante il favore che quest’ultimo tracciato ha
incontrato tra gli enti locali, la proposta è rimasta solo a livello di
studio di fattibilità, ancora precedente al progetto preliminare.
«Un grado di approfondimento inferiore a quello del progetto
preliminare del 2010 e il suo eventuale affinamento progettuale dovrà
essere preventivamente esaminato e valutato dalle competenti strutture
del ministero dei Trasporti», ha spiegato il sottosegretario alle
infrastrutture De Caro. La novità è emersa ieri in Commissione trasporti
alla Camera, dove il sottosegretario De Caro ha risposto a due
interrogazioni che le deputate del Pd Simonetta Rubinato e Sara Moretto
hanno presentato per conoscere lo stato dell’istruttoria della Tav
Venezia-Trieste.
Una doccia fredda, o quasi. «Il fatto che sia
stato predisposto da Rfi solo uno studio di fattibilità sul tracciato
alternativo e che tale studio richieda un affinamento progettuale solo
dopo il suo esame da parte del ministero dei Trasporti, non ancora
avvenuto, non è una buona notizia», commentano Rubinato e Moretto,
«perché conferma che a oggi in commissione Via esiste ancora un solo
progetto, quello litoraneo. Eppure sulla necessità di valutare
un’alternativa progettuale si sono espresse a favore le comunità locali,
la giunta regionale sia pure tardivamente, il Parlamento, oltre allo
stesso Mainardi. Che dobbiamo fare ancora?».
Da qui l’appello al
ministero. «Valuti al più presto lo studio di fattibilità predisposto da
Rfi perché esso possa poi essere trasformato in un progetto preliminare
da presentare al tavolo della Via prima che questa concluda la
procedura di valutazione sul tracciato litoraneo e lo invii poi al
Cipe», concludono Rubinato e Moretto, «sarebbe davvero uno schiaffo
oltre che un danno pesante per il nostro territorio».
Sulla Tav
il deputato leghista Emanuele Prataviera ha scritto una lettera a Zaia:
«Dobbiamo rifare il progetto», ha esortato, «il territorio non vuole il
progetto litoraneo. Serve una nuova progettazione e l’ implementazione
della linea esistente».