IL CORAGGIO DI
SCEGLIERE LA PARTE GIUSTA
Grandi
Opere come il ponte sullo Stretto di Messina, il MOSE a Venezia, il tunnel del
Brennero e l’Alta Velocità per il TAV in tutta Italia solo per citarne alcune,
fino a oggi hanno concretamente prodotto
nel nostro Paese distruzione di beni comuni e territori, abbattimento delle più elementari
regole della democrazia attraverso commissari straordinari e sedicenti
tecnocrati non eletti da nessuno.
Un cocktail shakerato di imposizioni dall’alto,
distruzione ambientale, aumento spropositato del debito pubblico,
disinformazione, repressione e militarizzazione di comunità utile alle esigenze
di precise lobby politiche e economiche ma completamente indifferente e lontano
dalle reali necessità della nostra nazione.
Un dato su tutti: la faraonica spesa pubblica dissipata dal TAV, associata alla
spietata logica del profitto delle lobby affaristiche, alla mafia e a certi
politici noti soprattutto alle cronache giudiziarie, ha fatto si che per
realizzare solo una parte del Progetto siano stati spesi o impegnati oltre 90
miliardi di euro, tutti usciti o che usciranno dalle casse pubbliche, cioè
dalle tasche dei cittadini, mentre il
trasporto pubblico locale che interessa il 90% dell'utenza è stato abbandonato
a se stesso.
Lo
Stato che poco e male combatte questi fenomeni è solerte nel criminalizzare chi
si mobilita quotidianamente e vuole entrare nel merito della pubblica utilità
dell’opera.
A
noi, così, il nostro Paese non piace e proprio per questo,
anche in Veneto, da anni sono nati comitati, gruppi e movimenti cittadini No Tav che con
determinazione promuovono costantemente mobilitazioni e pubbliche iniziative di
informazione e sensibilizzazione entrando nel merito delle questioni con
esperti veri e al di sopra delle parti per denunciare le conseguenze distruttive di uno “sviluppo” errato, privo di regole
e di lungimiranza.
Rinunciare
a questa grande opera palesemente inutile e dannosa, priva di dati
oggettivi che ne dimostri una reale pubblica utilità per il Veneto come per la
Val Susa e per tutti gli italiani, consentirebbe di recuperare risorse per la prevenzione e mitigazione del
rischio idrogeologico, per un servizio pubblico sanitario migliore, per
l’ammodernamento tecnologico della ferrovia esistente oppure per la manutenzione e messa in
sicurezza degli edifici pubblici dando lavoro alle tante piccole e medie
imprese in difficoltà.
O per la scuola messa in ginocchio dall'ultima “riforma” che ha tagliato 8
miliardi di euro in tre anni; quasi la stessa cifra prevista come costo del TAV
in versione “balneare” !!!
Decidere
sul proprio presente e il proprio futuro, essere protagonisti assoluti delle
scelte che riguardano l’ambiente e la salute è un diritto inviolabile che non
ci faremo portare via.
Ci
chiediamo cosa stia facendo la politica veneta, visto che fino a oggi da
Portogruaro a Venezia compresi palazzo Balbi e palazzo Ferro-Fini, non sono mai
uscite iniziative volte a creare processi di partecipazione cittadina
attraverso un vero dibattito che entri nel merito nella questione Tav con dati,
cifre e studi tecnico-scientifici coinvolgendo esperti e tecnici
disinteressati.
Speriamo
di non essere i soli a provare disprezzo verso il modello Grandi Opere inutili
e dannose che produce repressione, frustrazione e violenza.