LA NUOVA VENEZIA
28marzo2014
«Subito il confronto con il territorio»
I sindaci del Veneto Orientale: positivo l’abbandono del tracciato litoraneo, ma non si ripetano gli errori del passato
MESTRE. Alta Velocità Venezia-Trieste, i
sindaci del Veneto Orientale esultano per la bocciatura definitiva del
tracciato litoraneo. Ma in vista della stesura del nuovo progetto, che
riguarderà prima l’ammodernamento (stanziato dal governo 1 miliardo e
800 milioni di euro) e poi l’eventuale raddoppio della linea attuale, i
Comuni chiedono che si apra subito il confronto con il territorio, per
non ripetere gli errori del passato.
«È positivo l’abbandono del
progetto di tracciato basso. Ma ora chiediamo di essere coinvolti fin da
subito nella valutazione degli aspetti economici e dell’impatto
ambientale e sociale della nuova progettazione», commenta Andrea Cereser
(Pd), presidente della conferenza dei sindaci del Veneto Orientale e
primo cittadino di San Donà, «se i Comuni fossero stati coinvolti prima,
non sarebbero state sprecate ingenti risorse per il tracciato basso».
Le
sindache di Quarto d’Altino e Roncade, Silvia Conte e Simonetta
Rubinato, indicano già il percorso da seguire: «Ci aspettiamo che venga
predisposto il progetto preliminare della modernizzazione della linea
esistente con il metodo del dibattito pubblico, sull’esempio della
Francia», dicono le due esponenti del Pd, «in modo da concertare
l’intervento con il territorio, evitando ulteriore spreco di tempo e di
risorse».
«Esprimo grande soddisfazione per la pietra tombale
posta sul tracciato litoraneo della Tav», aggiunge Gianluca Forcolin,
sindaco leghista di Musile, «condivido la posizione del governatore Zaia
e lo ringrazio per il grande lavoro svolto. Apprezzo pure le
dichiarazioni del ministro Lupi sul riutilizzo produttivo delle risorse
risparmiate dal tracciato litoraneo. La buona politica, che ascolta il
territorio, porta sempre a soluzioni sensate».
L’unica voce
dissonante arriva da Meolo. «Sono preoccupato», spiega il sindaco
Michele Basso (Forza Italia), «perché con la soluzione di
ammodernamento, o ancora peggio di quadruplicamento della linea
esistente, nel nostro Comune si mettono in allarme numerosi cittadini
che hanno abitazioni che distano pochi metri dalla linea. Si mettono
anche in pericolo gli edifici scolastici che si trovano entro la fascia
di sicurezza dei 200 metri dalla linea». Basso ha già riallacciato il
confronto con il comitato civico che, nel 2012, aveva raccolto più di 3
mila firme contro l’ipotesi in affiancamento.
«Finalmente bisogna
dare atto al ministro Lupi di aver colto l’interesse nazionale in
gioco», commenta Paolo Costa, presidente del Porto di Venezia, «adesso
si tratta di utilizzare bene il miliardo e 800 milioni e questo dipende
dalla definizione di un cronoprogramma serio, che consenta di rispettare
gli impegni assunti con l’Europa e ancor più dalla soluzione che verrà
trovata per il nodo di Mestre».