23 gennaio 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
INFRASTRUTTURE
Tav, Fabris gela i veneti: «Si fa solo il Brennero»
Il commissario: nord unica porta. Gli industriali: Brescia-Padova
pronta prima del tunnel. Ma Confindustria rilancia la sfida sull’alta
velocità est-ovest
VERONA — «Verona è in Veneto»,
dice Mauro Fabris. Quella del commissario straordinario del governo per
la tratta italiana dell’Alta Velocità ferroviaria nel corridoio 1
Berlino-Palermo è chiaramente una tautologia, ma il messaggio è diretto
forte e chiaro a chi, dal governatore Luca Zaia alla Confindustria
veneta, continua a sognare la Tav lungo il corridoio 5, il leggendario
Lisbona-Kiev che attraversa la pianura padana. Invoca un mutamento di
prospettiva, Fabris: «L’ho detto a Zaia, all’assessore Chisso e ai
rappresentanti degli industriali: quello verso il Brennero sarà a lungo
l’unico corridoio europeo che entrerà in Italia. Bisogna esserne
consapevoli: il Veneto continua a guardare ad est, ma l’unica porta
dell’Europa nel prossimo futuro sarà a nord». Il vento è decisamente
cambiato da quando, lo scorso dicembre, il commissario governativo per
la Venezia- Trieste Bortolo Mainardi ha invitato a guardare in faccia la
realtà: per tempi e costi le tratte mancanti del Nordest, ovvero la
Verona-Padova e la Venezia-Trieste stessa (costo totale: almeno 12
miliardi) saranno difficilmente realizzabili, per lo meno a breve.
Meglio quindi pensare a «efficientare le linee esistenti », tanto
più che da Mestre a Trieste l’attuale linea è occupata solo al 40 per
cento, eliminando colli di bottiglia e strozzature. Una posizione
giudicata di «buon senso » anche dagli stessi industriali veneti, che
tuttavia non abbandonano il loro progetto di una Tav da realizzare anche
con capitali privati, limitato però alla tratta più redditizia, quella
tra Padova e Brescia. Ora Fabris sposta ulteriormente l’asticella e
chiede di non disperdere le forze: «Il corridoio 1 è l’unico su cui il
Nordest potrà contare nel prossimo futuro. Oltretutto, sarà collegato al
Quadrante Europa di Verona, il più grande interporto per le merci
d’Europa». L’orizzonte temporale è quello del 2026, anno in cui è
previsto il completamento della galleria di base del Brennero:
«Purtroppo p e r i l q u i n q u e n n i o 2007-2013 abbiamo perso una
tranche di finanziamenti europei a causa dello stallo dei lavori -
spiega il commissario - ma ora potremo dire che sul lotto 1, tra
Fortezza e Ponte Gardena (già finanziato dal Cipe per 1.720 milioni di
euro), e il lotto 4, che riguarda Verona, stiamo andando avanti».
Fabris ha parlato proprio in occasione della firma di un
protocollo d'intesa tra Comune e Provincia di Verona, Regione e Rfi per
l’accesso dei futuri supertreni a Verona (vedi articolo sotto), ma la
prosettiva da lui indicata, quella di una sostanziale supremazia del
corridoio 1 rispetto al corridoio 5, non è di facile digestione per gli
industriali veneti. «Sono perfettamente d’accordo con il commissario sul
fatto che il corridoio 1 sia di primaria importanza, per la
trasportistica europea. Ma da lì a considerare che sarà l’unica porta
d’Europa per l’Italia, questo mi sembra riduttivo», commenta Franco
Miller, delegato per la Confindustria Veneta nel cda di Transpadana, che
promuove la Tav lungo il corridoio 5. Miller ammette che reperire
risorse sta diventando sempre più difficile, ma rilancia il project
financing per la Brescia- Padova (che il ministro Corrado Passera aveva
promesso di co-finanziare) e azzarda una previsione: «La Tav sarà
completata nella tratta Milano-Venezia prima che il corridoio 1 arrivi
al Brennero». Ovvero prima del 2026.
Alessio Corazza
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