26 aprile 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
POLITICA E INFRASTRUTTURE
Chisso a Serracchiani «Sulla Tav inizia male pensi alla terza corsia»
Veneto e Friuli, già tensioni: «Avanti con i project»
VENEZIA — «Se il buon giorno si
vede dal mattino, allora ci attendono pessime giornate con la nuova
presidente Serracchiani, che evidentemente considera il Veneto alla
stregua di un protettorato del Friuli Venezia Giulia, per cui lei mette
bocca su tutto per tutti. Beh, mi spiace deluderla: per i veneti
decidono i veneti. Abbiamo già lottato strenuamente con Roma, in questi
anni, non vorremmo doverci guardare le spalle anche dai vicini di casa».
L’assessore alle Infrastrutture Renato Chisso è furibondo
(«Serracchiani è appena stata eletta, non ha ancora mossa un dito in
Regione e si permette di dar lezioni?»), l'intervista rilasciata al Corriere del Veneto dalla
neo governatrice ha rischiato di mandargli di traverso il 25 aprile.
Serracchiani dice che per colpa del Veneto, ed in particolare della sua
insistenza sul «tracciato balneare », si è perso tempo nella costruzione
della Tav tra Venezia e Trieste. «I tracciati non c’entrano nulla, la
Tav è bloccata perché mancano i fondi. Lo Stato non ha soldi. Prova ne
sia che prima della Venezia-Trieste, su cui potremmo pure discutere
visto che per il Veneto è altrettanto interessante lo sbocco a Nord,
verso Vienna, il governo deve sciogliere il nodo della Verona-Padova che
è, in una parola, ferma».
Lei insiste sul tracciato lungo le spiagge? «Voglio che l’Alta
Capacità/ Alta Velocità si faccia e sono aperto a qualsiasi soluzione.
So che il commissario Mainardi sta lavorando sull’affiancamento alla
linea esistente (Serracchiani è favorevole, ndr.),
un’ipotesi che ha però di fronte a sé un ostacolo che mi pare
insuperabile, vista la scarsità di risorse: come verrebbero bypassati i
paesi attraversati dall’allargamento dei binari? Dove si troverebbero i
soldi per le gallerie? Oppure pensano di sventrare i centri abitati?
Come si vede il problema è complesso e si risolve con difficili
mediazioni, non con battute estemporanee come quelle della presidente».
Che chiede la sponda del Veneto quando si tratterà di batter cassa a Roma per la terza corsia della A4… «Siamo
interessanti alla terza corsia e siamo pronti a dare una mano. Sono
curioso, però, di vedere come si comporterà Serracchiani, che è sempre
stata contraria al commissario: ora il commissario è lei. Sarà coerente
con le sue idee oppure cambierà rotta all’improvviso? ».
Il clima non sembra dei migliori sull’asse Venezia- Trieste. La
competizione tra i due porti è destinata ad acuirsi dopo la sconfitta di
Tondo? «Stiamo dando attuazione all’accordo Napa sui porti dell’Alto Adriatico, che mi pare stia funzionando per il bene di tutti».
I 100 milioni spostati in Finanziaria dal Mose al porto anno scatenato l’ira dei competitor. «Che posso dire, sono l’assessore del Veneto, penso al bene di Venezia».
Tornando per un attimo sui binari, si deve perdere ogni speranza di vedere in funzione il sistema metropolitano Smfr?
«I lavori proseguono senza sosta, basta leggersi le delibere. Abbiamo
chiuso con Rfi l’accordo sull’orario cadenzato, tra giugno e settembre
arriveranno i nuovi convogli… ».
Ma a giugno non doveva partire il servizio cadenzato? «E’ slittato tra settembre e novembre».
Mercoledì ha presentato i nuovi costi standard per il trasporto su gomma e su acqua. Cosa cambierà?
«Ci permetteranno di ridurre l’impatto del taglio del budget,
rendendolo di fatto ininfluente agli occhi degli utenti. Non ci saranno
sforbiciate alle linee. Con la revisione dei servizi minimi prima e
delle tariffe poi e con l’introduzione dei costi standard abbiamo messo
mano ad un sistema di finanziamento sostanzialmente bloccato dal 1996,
anno a cui risalivano i dati sulle percorrenze, dando a ciascuna azienda
certezza sui fondi che le spettano».
Questo metterà fine alla guerra tra province? «Restano ancora delle perplessità da parte del Comune di Venezia ma troveremo un accordo».
Intanto le autostrade si svuotano. Ha ancora senso continuare a
costruirne, dalla Pedemontana alla Nogara Mare passando per la nuova
Valsugana e la Valdastico Nord? «Dio ci scampi da un ragionamento
del genere, ci riporta indietro di vent’anni, alle opere bloccate per
legge. La crisi, e con essa la riduzione dei flussi di traffico, non
sarà infinita e quando l’Italia ripartirà non possiamo farci trovare
impreparati. Sarebbe catastrofico ».
E le opere, nonostante le inchieste, si devono sempre fare in project financing. «Se si vogliono fare, sì. Altrimenti mi dicano dove trovare i soldi».
Ultima domanda: chiederà al suo segretario regionale, Silvano
Vernizzi, di rinunciare ad alcuni degli incarichi che ricopre, come le
chiede da tempo l’opposizione? «No. Silvano è l’uomo del Passante,
un tecnico tra i migliori in forza alla Regione. Ce lo invidiano tutti e
qui c’è gente che passa il tempo ad attaccarlo. Da non credere».
Marco Bonet
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