Il Gazzettino di Venezia
Venerdi 13 Gennaio 2012
VENEZIA Dopo l’annuncio choc del commissario Mainardi: non ci sono neppure i 400 mila euro per lo studio di fattibilità
«Tav senza soldi? Servono altre soluzioni»
Gli industriali del Veneto: occorrono alternative rispetto al finanziamento pubblico dell’opera
Se non ci sono nemmeno i soldi per uno studio di fattibilità del costo di 400 mila euro, come si può realisticamente pensare che la linea dell’Alta Capacità-Alta Velocità possa essere realizzata? Ci sono tanti modi di reagire di fronte alla notizia choccante, ma neppure tanto sorprendente, secondo cui il commissario straordinario Bortolo Mainardi sta disperatamente cercando i soldi per far eseguire a Rfi lo studio lungo la ferrovia storica che da Mestre conduce a Ronchi dei Legionari, passando per Portogruaro.
«Che non ci siano soldi per la Tav non è una novità» allarga le braccia Franco Miller,
responsabile per Confindustria del Veneto del settore infrastrutture. «Lo abbiamo detto in occasione del convegno organizzato da Confindustria a giugno. Per questo è necessario trovare strade diverse.
Le preoccupazioni di Mainardi sono giustificate». L’analisi di quel convegno partiva proprio dalla certezza che in tempi di vacche magre i soldi pubblici per realizzare la Tav non ci siano. Ne seguì un appello per coinvolgere soggetti privati e banche in una grande partita per realizzare una delle infrastrutture più attese, ma chimeriche.
È venuta la stagione del fai-da-te? «Mi pare evidente - spiega Miller - che i costi ipotizzati da Rfi per il progetto fino a Trieste, circa 7 miliardi e 400 milioni di euro, siano una esagerazione.
Abbiamo costituito un gruppo di lavoro misto, composto da Confindustria, Regione Veneto,
Unioncamere e Anci Veneto. E abbiamo in corso una progettazione per la tratta Padova-Verona a
costi assai inferiori rispetto a Rfi. Verrà certificata da una società di Milano».
Da qualche settimana, di fronte all’ammissione pubblica di mancanza di fondi, si sono aperte
ipotesi alternative rispetto al "tracciato basso" della Tav, che attraversa la campagna veneziana poco a nord delle spiagge. È stato il commissario Mainardi a lanciare l’idea di un tracciato alternativo a quello che ha visto la Regione Veneto in prima fila. Ovvero la Tav lungo l’attuale linea storica.
È a questo che servono i 400 mila euro che Mainardi non riesce a trovare. «Noi lo appoggeremo, affinchè lo Stato li tiri fuori per un realistico progetto di fattibilità» conclude Miller.
Ma anche la Regione Veneto non sta alla finestra, nonostante il progetto di Mainardi possa
sembrare alternativo a quello delle spiagge. L’assessore Renato Chisso: «Per decidere quale sia il percorso migliore serve un’alternativa progettuale. Ci sta bene lo studio di fattibilità per il tracciato della linea storica, che però dovrà prevedere l’attraversamento in galleria dei centri abitati. E ci daremo da fare perchè si trovino i soldi di cui Mainardi ha bisogno».
Dove? «In questo momento la Regione e i Comuni non ne hanno, ma c’è il governo. E c’è anche fi». L’assessore veneto guarda però oltre il problema - tutto sommato modesto rispetto alla mole di finanziamenti necessari - dello studio di fattibilità. «Sappiamo che le risorse per partire con la
Tav non saranno disponibili per tre-quattro anni. Nell’attesa si può mettere mano alla linea storica dove oggi transitano 180-190 treni al giorno, pensando di potenziarla fino a far transitare 240-250 treni. Poi è attrezzata la Pontebbana ferroviaria che conduce a Tarvisio e di lì a Vienna. Ma c’è anche una line a binario unico non elettrificata da Portogruato a Casarsa che si innesta nella Pontebbana». La proposta? «Elettrifichiamola e potremo anticipare la Tav in questa direzione».
È un progetto che non lascia indifferenti neppure gli industriali, ai quali interessa fornire infrastrutture subito alle aziende produttive del sistema Nordest, piuttosto che attendere una
futuribile linea ad alta capacità.