IL MESSAGGERO VENETO
10aprile2014
Nuova Tav: i sindaci della Bassa non sono contrari
UDINE Il progetto della Regione di realizzare l’alta velocità
ferroviaria per l’ammodernamento del collegamento Venezia-Trieste
in più fasi, con un primo intervento finalizzato ad accelerare la tratta
già esistente, non trova la contrarietà dei sindaci dei Comuni
interessati che, ieri, sono stati ricevuti dalla presidente Debora
Serracchiani e dall’assessore Mariagrazia Santoro. La governatrice e
la titolare della delega alle infrastrutture hanno presentato ai
primi cittadini quanto ottenuto dal ministro Maurizio Lupi a fine marzo:
una serie di interventi sull’alta velocità scaglionati in più fasi
ed economicamente meno impattanti del previsto. «Il lavoro che la
Regione ha portato avanti in questi mesi - ha detto Serracchiani -,
non è alternativo alla Tav, a cui il Fvg rimane assolutamente
favorevole. Semplicemente tiene conto di tutte le criticità del
tracciato disegnato nel 2010, sia nella parte Veneto-Ronchi dei
Legionari sia nella tratta che poi porta a Trieste, e considera
anche le due delibere di Giunta che indicavano alcuni problemi di
compatibilità ambientale ed evidenziavano altre criticità del
progetto originario». Nel corso dell’ultimo incontro svoltosi nella
capitale, il Fvg, assieme al Veneto, ha dato il via libera alla
proposta di Rete ferroviaria italiana (Rfi) che a fronte di un
investimento complessivo di 1 miliardo e 800 milioni, porterà a una
diminuzione dei tempi di percorrenza sulla direttrice
Trieste-Venezia sino ad arrivare a un’ora e otto minuti per congiungere i
due capoluoghi regionali. Gli interventi previsti dal disegno di
Rfi prevedono il superamento dei principali colli di bottiglia presenti
sulla tratta – nodo di Udine, tracciato Udine-Cervignano, bivio San
Polo e fase d’ingresso a Trieste – in virtù di una serie di
ammodernamenti di natura tecnologica finalizzati alla velocizzazione
complessiva della rete esistente. La copertura finanziaria sino a
qui garantita e stanziata è collegata ai fondi erogati all’interno del
decreto del “Fare 1” – 30 milioni di euro – che serviranno per
velocizzare la Trieste-Venezia, con alcuni cantieri che hanno già
visto la luce, e ai 10 milioni di euro per risolvere i problemi del nodo
di Udine, mentre altri 60 milioni sono stati prenotati nel
prossimo contratto di programma. Restano da trovare le coperture
economiche necessarie, invece, al raddoppio della tratta
Udine-Cervignano – stimato in 250 milioni -, e agli interventi sul bivio
San Polo. Mattia Pertoldi