09
febbraio 2013
LA
NUOVA VENEZIA
«L’Alta Velocità è ormai morta»
Legambiente
dopo l’incontro con il commissario straordinario Mainardi
«L’Alta Velocità
Venezia-Trieste è un’idea ormai morta da un pezzo, ora pensiamo a collegamenti
per i pendolari più efficienti, frequenti e diffusi sul territorio».
Legambiente rilancia il dibattito sul trasporto ferroviario nel Veneto
Orientale, dopo che il commissario straordinario Bortolo Mainardi ha rotto il
silenzio calato sul tema. Intervenendo a un convegno promosso dalla società
veneziana di scienze naturali, Mainardi ha ribadito il giudizio negativo
sull’ormai abbandonato tracciato litoraneo (definito «funambolesco») e ha lanciato
l’idea di costituire una sorta di authority per le infrastrutture del Nordest,
così da gestire le poche risorse disponibili e mettere attorno a un unico
tavolo le ragioni dello sviluppo con quelle di chi difende il territorio.
Un messaggio
letto come l’accantonamento definitivo della Tav e l’apertura agli
ambientalisti. «In realtà il progetto di Tav inteso come Alta Velocità è morto
già quando Mainardi ha preso in mano la questione e ci sono stati i primi
segnali di abbandono del progetto litoraneo», spiega Maurizio Billotto di
Legambiente Veneto Orientale, «per questo abbiamo sollecitato che anche nel
dibattito non si citi più il concetto di Tav. È appurato che qui l’Alta
Velocità è inutile e fuori contesto economico, sociale e territoriale. Ma che
il concetto di Tav fosse sepolto lo aveva già detto Mainardi iniziando a
parlare di saturazione e potenziamento».
Il riferimento è
alla bozza Mainardi, quella poi sposata da gran parte dei Comuni, che prevede
il potenziamento della linea attuale fino alla sua saturazione e poi
l’eventuale quadruplicamento. Non per la Tav, ma per potenziare i collegamenti
locali, quando tra una ventina d’anni la linea attuale sarà satura. Ed è da qui
che Legambiente vuole ripartire nella discussione. «Per noi il quadruplicamento
è funzionale solo ad avere da un lato il progetto della metropolitana di
superficie e dall’altra parte un collegamento un po’ più veloce tra i centri di
interesse regionale e non la Tav», conclude Billotto, «se ci si vuole
sostituire alla gomma serve un’infrastruttura con maggior portata. Ma bisogna
deciderlo con una programmazione fatta con tutti i Comuni e il territorio per
salvaguardare chi ha delle proprietà e abita vicino alle aree da
infrastrutturare perché questi abbiano il giusto indennizzo e siano messi in
una condizione di vivere salubre».
Giovanni
Monforte
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