giovedì 28 febbraio 2013

L’onorevole 5 stelle: «Pedemontana e Tav, basta project e superstrade»

28 febbraio 2013
IL CORRIERE DEL VENETO
IL MOVIMENTO
L’onorevole 5 stelle: «Pedemontana e Tav, basta project e superstrade»
Silvia Benedetti e i grillini verso Roma Imprese, tasse, opere: «Modello Svizzera»
PADOVA — Onorevole cittadina Silvia Benedetti, eletta alla Camera per il Movimento 5 Stelle, si presenti per cortesia. «Ho 33 anni, sono biologa, la mia città è Padova ma da luglio il lavoro mi ha portata a San Benedetto del Tronto, dove mi occupo del controllo di qualità del prodotto per un’azienda ittica. Ho fatto anche alcune esperienze all’estero, sempre sull’onda del precariato che contraddistingue la mia generazione: in Egitto mi sono occupata di educazione ambientale, in Polinesia ho lavorato in un allevamento. Diciamo che mi ritengo una persona molto adattabile».
Siete stati sospinti in Parlamento da un’onda popolare impressionante: vi rendete conto che il difficile viene adesso? «Senza dubbio, sì. Gli elementi di forza che ci hanno portati fino a qui sono stati il grande impegno personale, anche economico, degli attivisti, e il terreno che ci è stato spianato da vent’anni di malagestione della cosa pubblica. Certo, il difficile viene adesso: ci muoviamo in una situazione generale molto complicata e in un Paese che è stato gestito male. Per questo terremo il focus ben indirizzato sul bene comune».
Il bene comune potrebbe consistere anche nel fatto di assicurare governabilità al Paese: lei farebbe accordi, per esempio con il Pd, pur di garantire una guida all’Italia? «Accordi non se ne fanno. Avete visto il blog di Beppe Grillo? C’è scritto che Bersani è un morto che parla, fa parte di una politica che non appartiene a questo tempo. Il M5S ha fatto e fa delle scelte che magari non sempre vengono capite ma che finora hanno pagato: la coerenza innanzitutto, che è proprio ciò che è mancato a chi è venuto prima di noi. Per noi è un valore importante, la coerenza. Questo è il mio pensiero personale ma mi pare che coincida con quello del movimento».
Qui in Veneto vi ha votato un elettorato molto trasversale ed eterogeneo: i ragazzi disamorati della politica, le moltissime Partite Iva incazzate che hanno mollato la Lega e il centrodestra, i delusi dalla sinistra, gli ambientalisti: come farete a rappresentare in Parlamento interessi così diversi e spesso in conflitto tra loro? «Secondo me tutte queste persone esprimono un interesse comune: avere un Paese che funziona. In che modo? La nostra forza è anche quella del think tank: si discute, si valutano i pro e i contro, le soluzioni migliori sono quelle elaborate e condivise dalle persone. Il nostro modello è la Svizzera, il Paese dei referendum e della democrazia partecipata al massimo livello».
D’accordo, ma di quali interessi e bisogni vi farete interpreti in Parlamento? «L’interesse prioritario adesso è uno solo: cerchiamo di capire che cosa è urgente per l’Italia, non ci sono classifiche o priorità già definite, c’è una situazione di emergenza. Detto questo, ci sembra evidente, per esempio, che le Pmi sono supervessate, e non penso che l’ambientalista non sia d’accordo e si opponga a un intervento in questo senso».
Nel vostro programma vi opponete recisamente alla realizzazione di alcune grandi opere e infrastrutture: nel Veneto che cosa vorreste bloccare? «La Superstrada Pedemontana, che già da tempo ha avuto il nostro stop: chiedete ai nostri di Bassano per maggiori informazioni. Penso anche alla Tav, che prima o poi dovrebbe avere anche un tratto veneto. Si costruisce soltanto ciò che serve veramente e che arreca un vantaggio chiaro al territorio. Diciamo no anche al sistema del project financing (opere costruite con il concorso di finanziatori privati in cambio degli utili, ndr), che in Veneto ha avuto largo utilizzo: si scaricano oneri sul pubblico per progetti di dubbia utilità».
Se le dico la parola tasse lei risponde che vanno...? «Vanno pagate se c’è un riscontro sul loro utilizzo, se invece finiscono in un buco nero il cittadino potrebbe sentirsi legittimato a non versarle. Io le pago comunque ma è uno scandalo che, con una pressione fiscale del 68%, torni indietro sotto forma di servizi poco o nulla. L’evasione fiscale, soprattutto a grandi livelli, non si giustifica, ma le tasse in Italia sono da rivedere. Per farlo, vediamo dove perde il rubinetto e turiamo la falla, eliminando le tante spese inutili della pubblica amministrazione ».
Questo riguarda anche il suo prossimo emolumento da parlamentare? «Certo, è già deciso: noi terremo 5mila euro lordi (meno della metà dell’indennità, ndr), il resto lo utilizzeremo per il Paese. I nostri consiglieri regionali in Sicilia, per esempio, hanno creato un fondo per il microcredito destinato alle piccolissime imprese».
E se la legislatura finisse ingloriosamente fra 6 mesi? «È un’ipotesi non remota, in effetti, ma al momento sono completamente concentrata sull’oggi. Se succederà, lo affronteremo ».
Ma lei, prima di Grillo, era di destra o di sinistra? «È una domanda che ho sempre avuto in testa, e non riuscivo a capire la necessità di distinguere: se una cosa è utile, è utile e basta, non importa da quale parte proviene. Ero, diciamo così, agnostica. Sono una persona pragmatica e nel Movimento 5 Stelle ho trovato, finalmente, la visione non ideologica che fa per me».
Alessandro Zuin

Link:

sabato 9 febbraio 2013

«L’Alta Velocità è ormai morta»



09 febbraio 2013
LA NUOVA VENEZIA
«L’Alta Velocità è ormai morta»
Legambiente dopo l’incontro con il commissario straordinario Mainardi
«L’Alta Velocità Venezia-Trieste è un’idea ormai morta da un pezzo, ora pensiamo a collegamenti per i pendolari più efficienti, frequenti e diffusi sul territorio». Legambiente rilancia il dibattito sul trasporto ferroviario nel Veneto Orientale, dopo che il commissario straordinario Bortolo Mainardi ha rotto il silenzio calato sul tema. Intervenendo a un convegno promosso dalla società veneziana di scienze naturali, Mainardi ha ribadito il giudizio negativo sull’ormai abbandonato tracciato litoraneo (definito «funambolesco») e ha lanciato l’idea di costituire una sorta di authority per le infrastrutture del Nordest, così da gestire le poche risorse disponibili e mettere attorno a un unico tavolo le ragioni dello sviluppo con quelle di chi difende il territorio.
Un messaggio letto come l’accantonamento definitivo della Tav e l’apertura agli ambientalisti. «In realtà il progetto di Tav inteso come Alta Velocità è morto già quando Mainardi ha preso in mano la questione e ci sono stati i primi segnali di abbandono del progetto litoraneo», spiega Maurizio Billotto di Legambiente Veneto Orientale, «per questo abbiamo sollecitato che anche nel dibattito non si citi più il concetto di Tav. È appurato che qui l’Alta Velocità è inutile e fuori contesto economico, sociale e territoriale. Ma che il concetto di Tav fosse sepolto lo aveva già detto Mainardi iniziando a parlare di saturazione e potenziamento».
Il riferimento è alla bozza Mainardi, quella poi sposata da gran parte dei Comuni, che prevede il potenziamento della linea attuale fino alla sua saturazione e poi l’eventuale quadruplicamento. Non per la Tav, ma per potenziare i collegamenti locali, quando tra una ventina d’anni la linea attuale sarà satura. Ed è da qui che Legambiente vuole ripartire nella discussione. «Per noi il quadruplicamento è funzionale solo ad avere da un lato il progetto della metropolitana di superficie e dall’altra parte un collegamento un po’ più veloce tra i centri di interesse regionale e non la Tav», conclude Billotto, «se ci si vuole sostituire alla gomma serve un’infrastruttura con maggior portata. Ma bisogna deciderlo con una programmazione fatta con tutti i Comuni e il territorio per salvaguardare chi ha delle proprietà e abita vicino alle aree da infrastrutturare perché questi abbiano il giusto indennizzo e siano messi in una condizione di vivere salubre».
Giovanni Monforte

Link: